2023-09-02
«Sì agli efuel prodotti da fonti non pulite». L’Ue prepara un altro aiutino ai tedeschi
A Bruxelles si discute se ammettere, dal 2035, auto alimentate da carburanti sintetici non a impatto zero. Come spera Berlino.A Bruxelles prosegue sottotraccia il lavorio per orientare le normative europee in senso favorevole a Berlino. Non è certo una novità. Tuttavia, è interessante affrontare il tema perché legato alla transizione ecologica, che, oltre a perdere pezzi da tutte le parti, comincia ad assomigliare a un’opera di Samuel Beckett. Dopo l’ampio uso delle eccezioni al divieto di aiuti di Stato e dopo i controversi aiuti governativi alle imprese tedesche, che alterano smaccatamente il mercato interno, è la volta della ambigua normativa sui cosiddetti efuel. Si tratta dei carburanti di nuova generazione, a base di idrogeno, fabbricati con energia elettrica rinnovabile, che ancora, sostanzialmente, non esistono.L’accordo raggiunto a Bruxelles nel mese di marzo, assai discusso, sul bando dei motori a combustione a partire dal 2035, prevedeva la possibilità di consentire l’immatricolazione di nuove auto con motori a combustione anche dopo il 2035, a condizione che questi funzionino «esclusivamente con carburanti a zero emissioni di CO2». Ciò, dunque, permetterebbe agli efuel di poter essere utilizzati, cosa a cui la Germania tiene moltissimo, avendo l’industria automobilistica tedesca già puntato molto su questo tipo di combustibile, pensato per una clientela dal portafoglio sufficientemente gonfio da potersi permettere una Porsche.Del complesso e teso negoziato era entrata a far parte anche l’Italia, che difendeva dal canto suo la possibilità di utilizzare i biocarburanti, e non solo gli efuel, nei motori a combustione interna superstiti. Ora, da Bruxelles filtrano indiscrezioni relative a un confronto serrato in corso tra il Direttorato per il mercato interno, l’industria e l’impresa (Dg Grow), che fa capo al commissario francese, Thierry Breton, e il Direttorato per l’azione climatica (Dg Clima) che fa capo al vicepresidente della Commissione slovacco, Maros Sefcovic, che ha sostituito il dimissionario olandese Frans Timmermans.Lo scontro è centrato sulla definizione di carburanti «CO2 neutrali», che, secondo la Dg Grow a trazione francese, sono «carburanti rinnovabili di origine non biologica» (Rfnbo), come da definizione della Direttiva europea sulle energie rinnovabili. Questa nomenclatura però prevede una riduzione solo del 70% rispetto ai combustibili fossili. Secondo la Dg Clima, invece, questo non è accettabile ed «è imperativo che la definizione includa solo i carburanti rinnovabili per trasporti di origine non biologica (Rfnbo), che consentono un risparmio delle emissioni di gas serra del 100%».Gli efuel, però, possono essere a zero emissioni di carbonio solo se realizzati con elettricità verde e CO2 prelevata dall’atmosfera, in modo che le emissioni dallo scarico siano compensate durante l’intero ciclo di vita del carburante. La qual cosa sarebbe pressoché impossibile, dato che il calcolo dell’impronta CO2 degli efuel comprende anche il trasporto e la produzione dei componenti del processo e queste fasi della produzione sono ben lontane dall’essere a emissioni zero e difficilmente lo saranno. La Dg Grow è sostenuta nella sua posizione di apertura dalla lobby automobilistica tedesca, mentre la posizione più rigida della Dg Clima è sostenuta dal gruppo di pressione americano Transport & Environment (T&E), di cui questo giornale si è già occupato in passato.Non vi è dubbio che una definizione di efuel più lasca sarebbe un enorme favore alla Germania e alla sua industria automobilistica. Questa è già stata beneficata, nel marzo scorso, dalla imposizione, da parte del ministro dei Trasporti tedesco, Volker Wissing, dell’eccezione sugli efuel. Ora, una revisione al ribasso della definizione degli efuel rischia di trasformare la Net zero economy in una specie di tragicommedia a soggetto. Non c’è neppure da illudersi che l’abbassamento della soglia di emissioni per gli efuel vada a vantaggio dei biocarburanti, come vorrebbe l’Italia. I biocarburanti sono stati formalmente esclusi dal pacchetto 2035, e a marzo ci fu solo una vaga rassicurazione sul fatto che nelle normative tecniche di dettaglio si sarebbe affrontata la questione. Alla Germania la faccenda non interessa e tutto sta a vedere se e in che misura il governo italiano stia seguendo il dossier. Per certo, Berlino lo segue da vicino, anzi, lo precede. Con buona pace di chi crede che la transizione ecologica serva a salvare il mondo. Nella palude malsana della trattativa continua che ormai è l’Unione europea, i tedeschi si muovono benissimo. Non dimentichiamo ciò che disse Helmut Schmidt, allora cancelliere, nel 1978, davanti al consiglio della Bundesbank: «È necessario che ci rivestiamo del mantello europeo. Ne abbiamo bisogno non solo per coprire le nudità di Berlino e Auschwitz, ma anche per coprire la crescente forza relativa della Germania in Occidente. Più essa diventa visibile, più è difficile assicurarci un margine di manovra». L’Unione europea è il mantello che serve alla Germania per avere spazi di manovra. Era così nel 1978 ed è ancora così oggi. Con buona pace dei poveri illusi.
(Ansa)
Due persone arrestate, sequestrata droga e 57 persone denunciate per occupazione abusiva di immobile e una per porto abusivo di armi. Sono i risultati dei controlli scattati questa mattina allo Zen da parte di Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza dopo l'omicidio di Paolo Taormina, il giovane ucciso davanti al pub gestito dalla famiglia da Gaetano Maranzano. Nel corso dei controlli sono stati multati anche alcuni esercizi commerciali per carenze strutturali e per irregolarità sulla Scia sanitaria e mancata autorizzazione all'installazione di telecamere, impiego di lavoratori in nero, mancata formazione, sospensione di attività imprenditoriale. Sono state identificate circa 700 persone, di cui 207 con precedenti ed altri 15 gia' sottoposti a misure di prevenzione.
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