2024-10-18
La guerra tra USA e Cina sui chip schiaccia l'UE
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Ursula von der Leyen (Ansa)
La mancanza di coraggio della Presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen nel difendere i pochi campioni europei come ASML la pagano i dirigenti, gli azionisti e i lavoratori. Ai quali si aggiunge anche l'indotto.L' associazione delle imprese cinesi di cybersecurity (Cyber Security Association of China) ha invocato, attraverso un post sul social WeChat, l'apertura di un'indagine sulla IntelCorp, leader mondiale nel mercato dei semiconduttori. L'accusa rivolta sarebbe quella di mettere in crisi la sicurezza interna della Cina attraverso chip dotati di backdoor. Un grave rischio per la sicurezza degli utenti.Malgrado la denuncia informale, l'agenzia di controllo della sicurezza di internet, la Cyberspace Administration of China, non sarebbe ancora intervenuta.Il governo di Pechino ha per anni finanziato campagne per ridurre l'utilizzo di tecnologia straniera, campagne che si sono intensificate al crescere delle tensioni con gli Stati Uniti.Già nel 2022 le agenzie statali avevano avvisato l'amministrazione centrale di sostituire entro due anni tutti i PC prodotti all'estero con alternative nazionali. Ai dipendenti degli enti pubblici è stato imposto di non acquistare cellulari occidentali, primo fra tutti l'iPhone.Tali tensioni hanno raggiunto il culmine col taglio delle forniture ai danni di importanti attori cinesi come Huawei.A maggio il Dipartimento USA del Commercio aveva revocato alcune licenze di esportazione a Qualcomm e Intel, impedendo loro di rifornire il colosso cinese. Come risposta Pechino ha deciso di colpire alcune società americane, come la Micron Technology Inc. Già nel 2023 il governo cinese aveva bloccato l'utilizzo dei chip della Micron nelle infrastrutture critiche del paese, per supposti motivi di sicurezza informatica. Fino a oggi i rapporti tra la Cina e Intel sono stati improntati alla normalità, considerando la posizione del produttore statunitense nel comparto dei PC, oltre ai legami di vecchia data che legano i due attori. Recentemente la posizione di Intel, in Cina come nel resto del mondo, ha visto il colosso di Phoenix ridurre le sue quote di mercato a vantaggio di nuovi attori emergenti, come Nvidia Corp nel settore grafico, e come Advanced Micro Devices Inc, con quest'ultima attiva nel mercato degli appalti pubblici. Ma malgrado gli insuccessi Intel continua a fare affidamento sul comparto dei PC, che rappresenta ancora oggi il 70% delle sue entrate.La Cina è il principale mercato di computer, sia desktop che portatili, che dipendono nella loro produzione dalla tecnologia importata. L' Europa spettatore impassibile Questa settimana alcuni legislatori statunitensi hanno fatto pressione sull'amministrazione Biden per impedire ai fornitori di Huawai di acquistare apparecchiature americane per la produzione di chip. Questo per impedire al gruppo cinese, già sottoposto a sanzioni, di aumentare la produzione di semiconduttori. Dopo il tonfo in borsa di martedì, con la quotazione al NASDAQ del titolo passata da 867.82 a 728.20 perdendo in un solo giorno 53.6 miliardi di capitalizzazione (49.2 miliardi di euro), il gruppo olandese ASML Holding NV, principale produttore europeo di macchine per la fotolitografia impiegata nella produzione dei chip, è finito nell'occhio del ciclone. Ufficialmente la causa del crollo sarebbe dovuta a un errore di comunicazione, ovvero la pubblicazione involontaria delle previsioni al ribasso sulle vendite, con una forchetta del 30 a 35 miliardi di dollari, scivolata al ribasso rispetto ai precedenti 32.7 e 38.1 miliardi di dollari. Ieri il titolo ha fatto registrare in chiusura 700.60, con un +2.50%. Il gruppo sta attraversando un periodo complicato a causa delle recenti restrizioni nelle esportazioni verso la Cina decise da Washington, per quanto riguarda le forniture di materiali e macchine destinate al comparto tecnologico. Il mese scorso il governo degli Stati Uniti ha implementato nuovi controlli sulle esportazioni di tecnologie critiche verso la Cina, incluse le strumentazioni avanzate per la produzione di chip di ultima generazione. Separatamente, il governo olandese ha annunciato piani per assumere il controllo delle esportazioni di macchine ASML verso la Cina.Le macchine per la litografia ultravioletta estrema di ASML sono utilizzate da molti dei più grandi produttori mondiali di chip, da Nvidia a Taiwan Semiconductor Manufacturing (TSM), per produrre chip avanzati.Il direttore finanziario (CFO) di ASML, Roger Dassen, ha dichiarato in un intervista di aspettarsi a breve un ritorno alla normalità con Pechino, per quanto riguarda i rapporti commerciali. Le aspettative per il gruppo olandese sono di arrivare ad un 20% del fatturato complessivo per quanto riguarda le vendite alla Cina. In passato l'export verso Pechino garantiva al gruppo il 49% delle sue vendite. Nell'ottobre dello scorso anno il primo ministro olandese Mark Rutte, mostratosi dapprima cooperativo con gli Stati Uniti in relazione a quest'embargo verso il gruppo cinese Huawai che ha visto coinvolti anche Giappone, Corea del Sud e Taiwan, ha poi cercato di tenere le mani libere, nel tentativo di non interferire negativamente sull'attività economica del gruppo ASML.Ora che Rutte è stato nominato Segretario Generale della Nato la patata bollente è passata nelle mani del suo successore, Dick Schoof. Il recente crollo in borsa delle azioni del gruppo olandese sono una conseguenza evidente di questo embargo sulle esportazioni, che pesa oltre che sui suoi conti, anche sulle aspettative di rendimento dei titoli da parte degli investitori.Ciò che pesa sulla quotazione del titolo di ASML è sicuramente anche l'assenza di un sostegno da parte dell'Unione europea. La mancanza di coraggio da parte del Presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen nel difendere uno dei pochi campioni europei in un settore altamente tecnologico la pagano i dirigenti del gruppo olandese, ma anche gli azionisti e i lavoratori. A questi si aggiunge purtroppo anche l'indotto, vale a dire tutte le imprese fornitrici di ASML. Ma se l'Ue non è solo incapace di proteggere i suoi campioni globali, non è neanche in grado di fare gruppo sulle materie prime di base del settore tecnologico. L' assenza di una politica comune sulle produzioni strategiche come quella dei chip, e la conseguente mancanza di una politica comune sulle materie prime, impedisce all'Ue di avere un ruolo indipendente rispetto agli Stati Uniti e alla Cina. Ruolo che scontiamo purtroppo come europei non solo nel mercato dei chip.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)