2022-08-26
Era il «paradiso» dei giornalisti, ora a Helsinki vanno sotto processo
Sanna Marin (Getty Images)
I cronisti del «Helsingin Sanomat» sono accusati di aver svelato una centrale governativa per spiare il traffico web dei cittadini.Un Paese giovane, dinamico, schierato fieramente dalla sua leader progressista contro il mostro russo e, soprattutto, considerato il «paradiso dei giornalisti», tanto da essere stato sempre tra i primi (quando non il primo assoluto) nella pettinatissima classifica globale sulla libertà di stampa pubblicata ogni anno da Reporters sans frontières. Questa immagine della Finlandia rischia di subire un brutto colpo per un caso, finito in tribunale, che sembra davvero insolito ad Helsinki e dintorni. La vicenda, anzi, sarebbe addirittura (in parte, almeno) la causa del fatto che proprio quest’anno il Paese sia scivolato al quinto posto nella «lista» di coloro che hanno a cuore la libertà di informazione. A fare le spese della nuova e sorprendente linea in merito al trattamento della stampa potrebbero essere tre giornalisti del più grande quotidiano finlandese, famoso per la capacità di non risparmiare nessuno dalle sue inchieste pungenti, l’Helsingin Sanomat. I redattori sono chiamati a comparire a breve davanti al giudice con l’accusa di aver pubblicato informazioni riservate sulla Difesa nazionale. Il capo di accusa che si profila è dunque pesantissimo: alto tradimento. Nello specifico a passare grossi guai potrebbero trovarsi due giornalisti e il loro ex editore, che potrebbero essere condannati a una pena detentiva compresa tra quattro mesi e quattro anni, se ritenuti appunto colpevoli di aver rivelato segreti della Difesa in un rapporto pubblicato nel 2017. Il rapporto in questione, intitolato «Il luogo più segreto della Finlandia», ha rivelato la posizione (ovviamente approssimativa) e i compiti di un’unità di intelligence segreta delle forze della Difesa, in un momento in cui il Parlamento stava discutendo se espandere i suoi poteri per monitorare i dati privati nelle reti digitali. Secondo il pubblico ministero, l’articolo conteneva informazioni dannose la cui pubblicazione era contraria alla legge.In realtà, a quanto risulta, le informazioni erano presenti anche su fonti aperte, quindi non avrebbero potuto creare grossi pericoli per il Paese, essendo già facilmente accessibili per chiunque volesse effettuare una ricerca. «Possiamo mostrare per ogni frase pubblicata che le informazioni possono essere trovate su Internet o nei libri prima della pubblicazione del nostro articolo. Le informazioni pubbliche non possono essere classificate», ha sostenuto il caporedattore Kaius Niemi, che aveva già visto cadere le medesime accuse contro di lui per mancanza di prove. Le associazioni della stampa sono in subbuglio, vista la china pericolosa che sta prendendo la questione. Come si ripete, nel Paese di Sanna Marin, leader giovane e sostenitrice della libera espressione in tutti i campi, non ci si aspettano sgambetti alla stampa. Questa, anzi, in totale indipendenza, pubblica inchieste e divulga scandali (o presunti tali) come quello che di recente ha travolto la stessa Marin, fotografata e ripresa a ballare e divertirsi con gli amici, in pose e tasso alcolemico ritenuti da una parte dell’opinione pubblica inappropriati. Insomma, i giornalisti a Helsinki sono abituati a ricevere critiche, come è giusto che sia, ma mai ad essere censurati, per questo il caso rappresenta davvero un unicum. Hanne Aho, presidente dell’Unione dei giornalisti finlandesi, ha affermato infatti che la vicenda è stata davvero la prima nel suo genere. «È del tutto eccezionale che i giornalisti finlandesi siano accusati di alto tradimento», ha detto. Aho ha affermato che anche la procedura seguita dalle autorità preposte per arrivare a capire cosa abbiano effettivamente commesso di illecito i giornalisti è stata discutibile e oscura. La maggior parte delle tappe dell’inchiesta e si sarebbe infatti svolta a porte chiuse, dunque l’Unione dei giornalisti finlandesi ritiene che i giornalisti non siano stati adeguatamente tutelati e ha chiesto alla corte di spiegare su quali basi la libertà di parola potrebbe essere limitata in futuro se i giornalisti venissero stati giudicati colpevoli. «La minaccia di una pena detentiva può portare all’autocensura», ha detto Aho, ricordando che in tutti i Paesi in cui c’è la querela e l’accusa «facile» i professionisti dell’informazione sono portati ad autolimitarsi, ad escludere alcuni dettagli dai loro articoli, con grave detrimento per la pubblica informazione. Il processo inizierà giovedì con una sessione preparatoria presso il tribunale distrettuale di Helsinki e le associazioni che si occupano di stampa stanno cercando di pubblicizzare al massimo quanto avviene per tenere viva l’attenzione su questa storia. Il processo ai giornalisti potrebbe rappresentare dunque una pericolosa buccia di banana per il governo. Una buccia che può portare la Finlandia a scivolare ancora più in basso nella classifica di Reporter senza frontiere, e che può anche di provocare un brutto scivolone ai politici che dovessero mostrarsi ostili verso il giornalismo di inchiesta.