2025-02-10
Eos 25 dimostra che la caccia è viva
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Si è chiusa oggi a Veronafiere la quarta edizione dell'esposizione che mette in mostra tutto ciò che ruota attorno a caccia, tiro sportivo, pesca, nautica, outdoor e cinofilia. L'europarlamentare del gruppo Ecr-Fdi e presidente nazionale dell'Associazione culturale rurale Acr, Sergio Berlato: «Le aziende italiane produttrici di armi sono eccellenze riconosciute e apprezzate in tutto il mondo».Lo speciale contiene due articoli.La quarta edizione di Eos - European outdoor show - è andata in archivio tra numeri da record, per quanto riguarda i visitatori con oltre 40.000 ingressi registrati in tre giorni presso gli spazi espositivi di Veronafiere, e l'incremento rispetto alle scorse edizioni di espositori - più di 400 aziende per circa 700 marchi - distribuiti tra i cinque padiglioni dedicati interamente a caccia, tiro sportivo, pesca, nautica, outdoor e cinofilia.Cinque padiglioni nei quali si è concentrato il meglio che l'Italia possa offrire, non solo nel nostro Paese, ma in tutto il mondo, per quanto riguarda le aziende produttrici di armi, di munizioni e di strumenti per la pesca, ma anche abbigliamento. Il settore delle armi e della caccia vale 8 miliardi di euro e occupa oltre 88.000 persone. A Veronafiere è stato possibile ancora una volta percepire la caccia moderna come attività di gestione della fauna e del territorio, attività sostenibile e anche fonte di azioni di volontariato e beneficenza. Per esempio quella del gruppo Cinghiali e Cinghialai che dal 2023 ha raccolto, attraverso una lotteria, circa 30.000 euro con l’obiettivo di donare un Fibro Scan all’ospedale Bufalini di Cesena (FC). Secondo quanto ci ha riferito Alberto Bastianelli, manager Beretta e presidente della Lega Italiana Fibrosi Cistica Romagna Odv, manca ancora circa altrettanto per arrivare alla cifra necessaria all’acquisto del macchinario e, per l’edizione 2025, i cacciatori-donatori hanno deciso di iniziare a vendere i biglietti della lotteria proprio da Eos show. Beretta dal 2023 supporta il progetto donando una carabina BRX1 che rappresenta il primo premio della lotteria. La gara di Carabina a 10 metri dell’Eos Trophy Uits ha visto la trevigiana Debora Crosato (VR) e la tiratrice di Novi Ligure (AL), Federica Donetti mettere in riga il trevigiano Achille Renato Beretta. Pierpaolo Simeoni di Spoleto (PG) ha vinto la gara di Carabina R3 R5.Nella giornata inaugurale di sabato 8 febbraio, dopo il taglio del nastro che ha visto tra gli altri il presidente di Veronafiere, Federico Bricolo, rivolgere un apprezzamento a una fiera capace di valorizzare le eccellenze italiane e l'assessore di Regione Veneto a Caccia e pesca e sport, Cristiano Corazzari, rimarcare l’importanza del volontariato messo in atto dai cacciatori sul territorio, senza il quale le istituzioni e i cittadini sarebbero in grave difficoltà per la gestione del territorio stesso e della fauna; lo show si è aperto con la presenza dei tiratori azzurri del Tiro a volo e del Tiro a segno che hanno conquistato sei medaglie olimpiche e paraolimpiche a Parigi 2024: Diana Bacosi e Gabriele Rossetti oro nel Mixed Skeet, Silvana Stanco argento nel Trap, Federico Nilo Maldini e Paolo Monna, argento e bronzo in P10, Davide Franceschetti, bronzo P4 di Pistola libera calibro .22 SH1. Presenti anche il presidente di Fitav e Issf Luciano Rossi e il presidente di Uits, Costantino Vespasiano che hanno manifestato vicinanza con i visitatori e gli espositori, perché gli atleti sono campioni che spesso gareggiano fianco a fianco anche con gli amatori. Il tiratore del Gruppo sportivo paralimpico Difesa, Davide Franceschetti, si è reso protagonista di un bel gesto durante la cerimonia di premiazione della gara Eos Trophy di Pistola ad aria compressa che si svolge per il secondo anno all’interno della fiera e ha visto sfidarsi ben 72 tiratori, cioè il massimo numero possibile. Franceschetti ha ceduto il premio speciale che spetta al vincitore al secondo classificato, il vicentino Marco Pusinich.«È giusto così», ha spiegato. «Ho preso parte al contest per vivere una bella giornata assieme ad alcuni amici e colleghi, e per farmi portavoce di un messaggio che aiuti a promuovere il tiro paralimpico. L’Eos Trophy è un torneo molto bello che mette a confronto tiratori che hanno un’esperienza e un vissuto a livello agonistico diverso dal mio. Per questa ragione, chi merita il premio è Marco, un tiratore di ottimo livello che oggi si è battuto alla pari fino all’ultimo tiro». La gara di Pistola a 10 metri è stata vinta da Michele Botti di Soave (VR), davanti ad Alfio Giubbilei di Fucecchio (FI) e ad Alice Bruno di Treviso. La giornata si è conclusa poi con la festa dei dieci anni di Fondazione Una, che in questo periodo di tempo è arrivata a connettere il mondo venatorio con quello ambientalista, agricolo e accademico, ampliando gli orizzonti tradizionali della caccia.Benissimo il primo giorno anche nel padiglione 9 dedicato alla pesca, in particolare alla pesca a mosca con programmi agonistici, varie attività di lancio di precisione rivolte ai giovani e la possibilità di provare le nuove attrezzature messe a disposizione dalle aziende espositrici. Per la prima volta in Italia un’area custom della pesca a mosca, dedicata ad artigiani che costruiscono canne, esche, code, guadini e altri accessori in materiali pregiati e con lavorazioni raffinate. Al fianco della consolidata Italian Fly Tyers show, esposizione che raccoglie ben 45 costruttori europei di esche artificiali che illustreranno la loro arte dal vivo, sui loro tavoli. E un convegno dell’IBRA-Italian bamboo rodmakers association, per diffondere l’arte della costruzione delle canne in bamboo per la pesca a mosca.<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="True" data-href="https://www.laverita.info/eos-european-outdoor-show-2025-2671127679.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="serve-un-approccio-piu-razionale-e-meno-ideologico" data-post-id="2671127679" data-published-at="1739208938" data-use-pagination="False"> «Serve un approccio più razionale e meno ideologico» Sergio Berlato Presente a Eos 25 anche Sergio Berlato. L'europarlamentare del gruppo Ecr-Fdi, oltre a essere un grande appassionato di caccia è anche presidente nazionale dell'Associazione culturale rurale Acr, anche quest'anno protagonista della Fiera con un proprio stand. Con Berlato abbiamo provato a fare un bilancio di quest'edizione dell'esposizione, toccando alcuni tra i temi che ruotano attorno al mondo venatorio, dal valore che questo settore rappresenta per l'economia di tutto il Paese, ai pregiudizi e agli approcci ideologici che ancora ne ostacolano lo sviluppo.Onorevole Berlato, com'è andata questa edizione di Eos?«Credo che sia stata un'edizione da record. Un successo di pubblico e un aumento degli espositori rispetto all'anno scorso a dimostrazione che è una fiera che continua a crescere attirando espositori e produttori sia dall'Italia che dall'estero. Produttori di armi, munizioni e del settore della pesca, ma va detto che l'elemento trainante rimane la caccia e dimostra la grande vitalità che c'è attorno a questo settore. Serve a far vedere che non è solo lo sfizio di qualcuno che vuole andare a caccia per divertimento o passione, ma c'è economia, occupazione. Solo l'attività venatoria con l'indotto genera 200.000 posti di lavoro. Noi abbiamo le aziende produttrici di armi che sono eccellenze riconosciute e apprezzate in tutto il mondo. Addirittura sono molto più apprezzate in giro per il mondo che non in Italia dove magari l'arma viene vista come un pericolo per se stessi e per gli altri. In realtà l'arma è uno strumento e come tutti gli strumenti non è pericoloso lo strumento ma l'uso distorto che se ne può fare. Anche il coltello da cucina può essere utilissimo se usato in maniera adeguata, ma se viene usato per uccidere può essere un'arma pericolosissima. Quindi bisogna sfatare questo mito secondo il quale bisogna le armi sono foriere di disgrazie, l'arma è solo uno strumento. Dovremmo essere orgogliosi di queste eccellenze e invece quasi ce ne vergogniamo a causa di questo approccio ideologico sbagliato secondo il quale bisogna in tutti i modi demonizzare l'utilizzo delle armi».Possiamo dire quindi che il mondo venatorio è vivo e vegeto?«C'è vitalità intorno a questo mondo anche se purtroppo in Italia per le normative assolutamente vessatorie e più restrittiva di tutti i 27 Paesi membri dell'Unione europea. Stiamo tentando di fare in modo di far capire che qui in Italia si dovrebbe cacciare applicando le normative comunitarie, invece noi le applichiamo solo nella parte restrittiva e invece dovremmo applicarle anche nella parte che ci permette di poter dotare le persone interessate di strumenti adeguati per garantire una corretta gestione del patrimonio faunistico, perché la caccia a differenza di come viene vista ideologicamente in Italia come attività negativa più portata a distruggere, in tutta Europa e oserei dire in tutto il mondo, la caccia viene vista come strumento utile e spesso indispensabile per garantire una corretta gestione del patrimonio faunistico e la conservazione degli habitat naturali. È importante che ci sia in Italia un approccio razionale e non ideologico».Lei è presente a Veronafiere con l'Associazione di cui è presidente.«Esatto, io sono presidente nazionale di un'associazione culturale che si chiama Associazione per la cultura rurale che si pone l'obiettivo di unire le forze di tutti i portatori della cultura rurale: cacciatori, pescatori, agricoltori, allevatori, pastori, cercatori di funghi. Insomma la parte propositiva e non integralista del mondo ambientalista. Abbiamo preso come elemento di aggregazione la cultura rurale dentro la quale affondano le radici tutte queste attività e creare sinergie in modo da garantire la tutela della fauna selvatica e degli habitat naturali».Quanto è importante per voi essere qui?«Dobbiamo mettere in mostra tutto ciò che ruota attorno a queste attività per fare in modo che l'opinione pubblica e le istituzioni possano conoscere queste attività e cosa significhino dal punto di visto economico, occupazionale, sociale, culturale. L'unico modo per difendere le nostre attività è farle conoscere e rispettare».Anche quest'anno fuori dalla fiera si sono radunati alcuni manifestanti per contestare i visitatori.«Il paradosso è che ci sono stati oltre 40.000 visitatori che hanno pagato un biglietto per poter venire a passare qualche ora a visitare gli stand, vedere le novità o fare acquisti. Fuori fanno manifestazioni nazionali contro armi e cacciatori e sono, quando va bene, 25 o 40 persone. La cosa strana è che spesso alcuna stampa dà più spazio a quei manifestanti che non ai 40.000 che sono all'interno della fiera, partendo dal presupposto che quelle 40.000 persone sono tutte persone dalla fedina penale perfettamente pulita, perché se così non fosse le autorità competenti non rilascerebbero il porto d'armi. Persone che vengono insulti e e minacciate da soggetti che magari hanno precedenti penali lunghi come un elenco telefonico. Però c'è la tendenza a dare più spazio a questi soggetti che non dare risalto a fiere che riscuotono il successo misurabile con i numeri come Eos. Questo ci rammarica un po'. E l'obiettivo della nostra associazione culturale è continuare a promuovere queste iniziative perché riteniamo che al giorno d'oggi si vince o si perde nella comunicazione».
Volodymyr Zelensky (Ansa)