2022-07-16
Emiliano e la suora, accusa di tangenti. «Summit segreto nel confessionale»
MIchele Emiliano (Imagoeconomica)
Nel fascicolo sulla compravendita di voti alle ultime regionali, spunta una intercettazione che imbarazza il governatore e la diocesi di Lecce. La religiosa indagata per aver barattato un’assunzione per un contratto.Dalle carte dell’inchiesta pugliese sulla compravendita di voti alle scorse regionali e sugli scambi di favori per controllare i consorzi di bonifica e la sanità, che ha portato all’arresto (ai domiciliari) dell’ex senatore Totò Ruggeri, 72 anni, di Muro Leccese, ex assessore regionale al Welfare ed esponente di spicco dei Popolari per Emiliano ora nel Cda di Acquedotto pugliese, spunta un’intercettazione che imbarazza contemporaneamente il governatore Michele Emiliano e la Diocesi di Lecce. La telefonata registrata dagli investigatori della Guardia di finanza è finita in un’informativa di quasi 300 pagine, che è alla base della richiesta di misure cautelari. Perché ricostruisce l’assunzione del figlio dell’ormai ex direttore generale dell’Asl di Lecce Rodolfo Rollo con una retribuzione da 44.000 euro che sarebbe avvenuta, secondo gli investigatori, in cambio della sottoscrizione di un protocollo attuativo tra l’ente ecclesiastico Pia fondazione cardinal Panico di Tricase e l’Asl di Lecce per alcune prestazioni dialitiche. Alla guida della Pia fondazione c’è una suora, sorella Margherita Bramato, direttrice generale dell’ospedale cardinale Panico, e indagata nell’inchiesta. È nel suo confessionale che, stando all’intercettazione, si sarebbe recato Emiliano. Ma per capire in che clima si è sviluppata l’intercettazione bisogna partire dalle accuse. «Rollo» si legge nella documentazione giudiziaria, «nella sua qualità di commissario straordinario sino al 2 settembre 2019 e di direttore generale dell’Asl di Lecce, come tale, pubblico ufficiale, per l’esercizio delle sue funzioni e poteri istituzionali, indebitamente riceveva da Bramato l’utilità consistita nell’assunzione di suo figlio proprio presso l’Azienda ospedaliera a Tricase del predetto Ente da costei gestito». Totò Ruggeri, invece, «nella sua qualità di assessore al Welfare, quindi anch’egli pubblico ufficiale», avrebbe svolto una funzione di «intermediario tra i primi due». E mentre a un capo del telefono c’è don Andrea Carbone, parroco di Depressa, frazione di Tricase, all’altro c’è un medico, Luigi Ecclesia, che sembra non avere grande stima di suor Bramato: «Ormai lei si è impossessata, come se fosse proprietà personale». Don Andrea appare bene informato e conferma: «Questo è indiscusso... ha inserito tutti... i nipoti, i pronipoti... tutta la razza…». Ecclesia è sorpreso: «Ma dico, non hanno un direttivo... qualcosa... niente... solo uno comanda?». Don Andrea spiega che la fondazione dipende da Milano. Ed Ecclesia lo stoppa: «Ma quella se li compra tutti a Milano... va con i soldi...». Don Andrea a questo punto descrive la sua percezione dell’indole della monaca. E afferma: «Che poi, suore femmine sono... questa è mezzo maschio e le frega tutte... il direttore è così, uno yes man... devi dire sì perché sta lì grazie a suor Margherita e deve fare quello che dice suor Margherita... e poi lo domina...». La chiosa di Ecclesia è sprezzante: «Questa ormai ha il delirio di onnipotenza». E arriva al dunque: «Gli imbrogli li nascondono...». Don Andrea si trasforma in uno spadaccino: «Fino a che non escono alla ribalta... mo questa cosa (300.000 euro, annotano gli investigatori, ndr) devo mettere fuoco... su questa cosa qua... mo indago un poco... e poi chiamo il vescovo... dico... va be’ che quello è amico e non si fa nemico suor Margherita... è amico». Ecclesia lo ferma: «Ma anche i giudici... quando gli promettono il posto all’ospedale a qualcuno... ha quell’arma forte... non sai... potente... poi figurati le conoscenze che hanno...». Don Andrea vuole far saltare il tappo. E dice: «Fino a che non scoppia...». Ma sembra sbagliare strategia: «Ma si può suggerire a Emiliano ‘sta storia, no?». Ecclesia gli spiega: «Allora, 15 giorni fa... no 20, non mi ricordo... viene un carabiniere che è paziente mio per la moglie, per un certificato, perché il collega non c’era quella mattina... allora ha fatto il certificato, poi ha detto... “allora no, hai saputo che ieri c’era Emiliano qua?”.. ho detto “Emiliano? E che faceva?”... ha detto “no, ma è venuto da solo... è con suor Margherita... si è visto”... cioè praticamente era venuto da solo a parlare con suor Margherita... non è che suor Margherita è andata a Bari a parlare con Emiliano... non so se rendo l’idea... in forma privata, infatti non lo sapeva nessuno». Bramato nelle carte dell’inchiesta viene definita «privato corruttore». Ed Ecclesia sembra sapere dov’era il trucco: «Si sta fregando un sacco di soldi suor Margherita... a Gagliano c’è la dialisi... la Asl... e allora hanno fatto finta che l’ospedale di Tricase gli dà una mano lì... e si sta fregando non so... 200.000 euro al mese, qualcosa del genere... senza andare nessuno... cioè non c’è niente... solo per dare i soldi... hai capito? hanno fatto tutto questo imbroglio... io so che anche qualche magistrato stava indagando [...] così prendeva il figlio di cosu... come si chiama... di Rollo». E spiega a don Andrea perché andare da Emiliano, secondo lui, non è una buona idea: «Poi passi in alto... trovi il presidente della Regione... tu vai e dici al presidente “guarda che a Tricase”... lascia perdere... minimo dice lascia perdere... il giro è talmente... e lei ci sguazza in queste cose... capito?». Don Andrea ha capito l’antifona: «L’ospedale è lei... l’ha sempre gestito in un modo da bottega di mieru (di vino, ndr)». Proprio come il vino che, secondo l’accusa, arrivava, insieme a forniture di aragoste, al consigliere che avrebbe comprato a colpi da 10.000 euro i voti per le regionali che hanno portato alla vittoria di Emiliano.