2022-09-17
Emergenza stupri. Una minorenne abusata a Bologna
Si cerca un magrebino. È il terzo caso in città in poche settimane. Sea Watch 3 ad Augusta minaccia: «Sbarchiamo senza l’ok».L’estate horror non è ancora finita: al lungo elenco di aggressioni sessuali bisogna aggiungere quella di mercoledì sera. Ancora una volta la scena del crimine è a Bologna. Poco prima della mezzanotte, ai giardini Margherita, il parco pubblico bolognese più importante, una ragazzina straniera di 17 anni, che pare stesse rientrando nella struttura in cui vive, sarebbe stata aggredita da un coetaneo sconosciuto. Un ragazzo della sua età o poco più grande, presumibilmente di origini magrebine, con il quale aveva scambiato due chiacchiere durante una passeggiata, appena arrivati in un luogo appartato avrebbe preteso un rapporto sessuale. E al «no» della ragazza avrebbe tentato di violentarla. A dare l’allarme sarebbe stato un passante che, notando l’adolescente in difficoltà si è avvicinato per aiutarla.Raccolto lo sfogo della ragazza, l’uomo ha contattato il 112: sul posto sono arrivati poco dopo i carabinieri del Nucleo radiomobile, che hanno chiamato l’emergenza-urgenza. La ragazza è stata soccorsa e portata in ospedale in condizioni definite «di media gravità». Nel frattempo i carabinieri hanno cominciato a raccogliere testimonianze e ritengono che ci siano ancora molti particolari da approfondire, visto che la denuncia della vittima fino a ieri non sarebbe stata formalizzata. Gli investigatori però, oltre alla testimonianza del passante, hanno raccolto le prime dichiarazioni della ragazza direttamente sul luogo dell’aggressione. Ma, spiegano, si tratta di «una sommaria descrizione della dinamica» e di un identikit del presunto aggressore. I carabinieri hanno già riferito al pm di turno, Rossella Poggioli. Che ha disposto l’acquisizione degli indumenti indossati dalla ragazza. Potrebbe nascondersi lì l’unica prova utile per risalire all’aggressore, visto che le telecamere del parco si sono rivelate quasi tutte fuori uso. L’indagine, insomma, si sta rivelando più complicata del previsto. Soprattutto rispetto a quella per l’aggressione sessuale alla turista finlandese, avvenuta il 23 agosto scorso e ripresa in diretta, per la quale è stato arrestato un marocchino. Ma anche rispetto alla violenza subita lunedì all’alba in zona stazione da una ragazza di 25 anni. A finire in manette è stato un senegalese. A questi casi bisogna aggiungere il marocchino che il 5 settembre a Monza, in pieno giorno, ha cercato di violentare una ragazza che parlava a telefono con un’amica, e un egizianoche il giorno dopo a Piacenza (città ancora sotto choc per lo stupro della donna ucraina a fine agosto) è saltato addosso a una cameriera che stava rientrando a casa dopo una giornata di lavoro. Tutti i casi hanno in comune il tortuoso iter burocratico che ha permesso agli stranieri di restare in Italia anche quando non ne avevano diritto. Quasi tutti erano arrivati in Italia con il classico barcone e poi avevano cercato di regolarizzare la loro posizione. Ieri intanto sono continuati gli sbarchi. A Taranto è stata mandata la Sea Eye 4 con 129 passeggeri. E non è l’unico taxi del mare ad assediare le coste. In totale ci sono 843 persone tra Sea Watch 3 e Humanity 1. La Sea Watch 3, in particolare, sta cercando di forzare: «Dopo dieci richieste di Pos, la situazione non è più sostenibile. I rifornimenti si esauriranno entro domani, le persone e l’equipaggio sono esauste. Abbiamo dichiarato lo stato di necessità». La nave si trova al largo di Augusta (Siracusa) con 428 passeggeri a bordo e minaccia di scegliersi il porto da sola: «È stato chiesto alle autorità di fornirci l’assegnazione il prima possibile. In caso contrario, l’equipaggio sarà costretto a raggiungere un porto anche senza esplicita assegnazione per poter finalmente sbarcare». E proprio ad Augusta ieri mattina ne sono sbarcati altri 89, recuperati in mare insieme ai 600 dirottati tra Pozzallo e Messina dopo essere stati agganciati da una nave militare a 20 miglia dal lido di Noto. Ennesimo sbarco anche in Calabria: ieri mattina al porto di Crotone sono scesi in 411. Tra loro c’erano 130 bambini. A trascinare al sicuro il barcone (in precarie condizioni di stabilità perché pieno di persone e già interessato da perdite d’acqua) è stato il pattugliatore militare Diciotti, che giovedì aveva portato a riva altre 379 persone (maggiormente nuclei familiari provenienti da Siria, Libano e Palestina, tranne 12 minori non accompagnati». A Lampedusa quella di ieri è stata una giornata di pausa. L’hotspot, però, è rimasto a quota 1.200 (a fronte di 350 posti letto), con i soliti problemi di affollamento. «Dire che il Centro è al collasso ormai non fa più notizia, semplicemente perché è quasi sempre al collasso», commenta il segretario generale del Coisp Domenico Pianese, che spiega: «Gli ospiti dormono all’addiaccio e hanno a disposizione solo cinque bagni chimici; la rete fognaria e quella idrica sono in totale dissesto. Le condizioni igieniche sono pessime». Ma i disagi continuano anche per il personale di Polizia, «costretto a turni massacranti, anche di 16-18 ore al giorno», aggiunge Pianese. Un’attività che, secondo il sindacalista, starebbe «compromettendo anche il controllo del territorio, distraendo risorse dalla tutela della sicurezza in un’area, peraltro, nella morsa della criminalità organizzata». Infine, Pianese, per l’ennesima volta, si rivolge al ministro dell’Interno Luciana Lamorgese: «È assolutamente necessario far fronte in maniera non più emergenziale, prevedendo l’invio di personale di rinforzo e rivalutando tutte quelle direttive che esonerano il personale dell’Arma e della guardia di finanza dai servizi di accompagnamento dei migranti».
Jose Mourinho (Getty Images)