Domenica seggi aperti in 117 Comuni. Genova sceglie il successore di Bucci
Sono 117 i comuni italiani che si preparano a eleggere un nuovo sindaco e a rinnovare i consigli comunali con la tornata di elezioni amministrative al via domenica. I seggi saranno aperti domenica 25 dalle 7 alle 23 e lunedì 26 dalle 7 alle 15. L’eventuale ballottaggio è già fissato per domenica 8 e lunedì 9 giugno, gli stessi giorni in cui è previsto il voto per i cinque quesiti del referendum.
Quattro i capoluoghi di provincia al voto. A Genova si vota dopo le dimissioni dell’ex sindaco di centrodestra Marco Bucci, già commissario per il ponte Morandi, a seguito della sua vittoriosa candidatura alla presidenza della Regione Liguria. Nel capoluogo ligure si sfidano 7 candidati diversi. Si candidano Pietro Piciocchi per il centrodestra e Silvia Salis per il centrosinistra. Salis è una dirigente sportiva delle Fiamme azzurre ed ex martellista italiana, in gara alle Olimpiadi di Pechino del 2008. Dal 2021 è anche vicepresidente vicaria del Coni. Piciocchi, già sindaco facente funzioni dopo l’elezione di Bucci al Palazzo della Navigazione è un avvocato e docente di diritto pubblico alla Bocconi di Milano.
L’ex atleta azzurra corre con il supporto di Pd, M5s, Alleanza verdi sinistra, Azione, +Europa, Italia viva. Uno dei pochi esempi di campo largo.
Non è così a Matera dove il Movimento 5 stelle si stacca dal centro sinistra. Lì si sfideranno Domenico Bennardi appoggiato dai pentastellati, Roberto Cifarelli, sostenuto dal centrosinistra e Antonio Nicoletti, appoggiato da sei liste: Forza Italia, Fratelli d’Italia, Io Sud, La scelta giusta, Nicoletti sindaco per Matera Capitale e Acito, Unione di centro.
Anche a Taranto, dove si torna a votare dopo lo scioglimento anticipato del consiglio comunale, il campo largo non esiste. Ma a dividersi è anche il centrodestra. Luca Lazzaro è appoggiato da Fratelli d’Italia e Forza Italia, mentre la Lega sostiene la candidatura di Francesco Tacente. Annagrazia Angolano è la candidata del Movimento 5 stelle e Piero Bitetti conta sul sostegno di Partito democratico, di Avs e di altre sinistre.
Anche a Ravenna il centrodestra si presenta diviso: Nicola Grandi è appoggiato da Fratelli d’Italia e Forza Italia, Alvaro Ancisi dalla Lega. Alessandro Barattoni ha quindi discrete probabilità di superare gli avversari sostenuto da centrosinistra e Movimento 5 stelle. Nel capoluogo romagnolo si vota dopo che il sindaco Michele De Pascale è passato al governo della Regione Emilia Romagna.
In questi capoluoghi si voterà come per tutti i comuni sopra i 15.000 abitanti, 31 in totale. Si potrà votare solo per il sindaco, solo per la lista, per entrambi anche nella modalità del voto disgiunto. In sostanza si potrà indicare il nome di un candidato sindaco e di una lista diversa da quelle che lo sostengono con la possibilità di esprimere fino a due preferenze. Purché siano di sesso diverso. La preferenza indicata per due uomini o due donne annullerà il voto per il secondo nome scritto sulla scheda elettorale.
Per i comuni fino a 15.000 abitanti, 86 su 117, funziona in modo leggermente diverso. In questo caso, non esiste la possibilità di voto disgiunto: il voto al candidato sindaco può essere accompagnato da un voto di lista, ma solo su uno dei partiti che lo sostengono. Si possono indicare una o due preferenza, purché si tratti di candidati di sesso diverso, altrimenti anche in questo caso la seconda preferenza viene annullata. Resta valido anche il voto alla sola lista, in quel caso la scelta cadrà automaticamente sul sindaco collegato a quella lista.
Nei comuni con meno di 5.000 abitanti non si potrà fare voto disgiunto e si potrà esprimere una sola preferenza.
In tutti i seggi indistintamente si riceverà una scheda di colore azzurro in cui è indicato il nome di tutti i candidati sindaco e, a fianco, le liste che li sostengono.
Nelle città al di sotto dei 15.000 abitanti, chi prende più voti al primo turno è eletto. La lista del candidato vincitore ottiene anche i due terzi dei seggi in Consiglio comunale. Nelle città sopra i 15.000 abitanti, invece, se nessun candidato ottiene il 50% più uno dei voti validi, si va al ballottaggio tra i due candidati che hanno preso più voti. Il secondo turno in questo caso si svolgerà l’8 e 9 giugno. Tra le liste o coalizioni, se quella che sostiene il sindaco ha preso almeno il 40% dei voti ottiene il 60% dei seggi in consiglio comunale.
In coincidenza con le date dell’eventuale ballottaggio, domenica 8 e lunedì 9 giugno, si voterà anche per i 5 quesiti referendari: tutti i cittadini italiani sono infatti chiamati a esprimersi sui quesiti abrogativi relativi quattro dedicati al lavoro e uno alla cittadinanza - proposti dalla Cgil e da +Europa. Anche in questo caso sarà possibile votare domenica dalle ore 7 alle ore 23 e lunedì dalle ore 7 alle ore 15.
Nel recarsi al proprio seggio elettorale bisognerà portare con sé la scheda elettorale e un documento di riconoscimento valido. Sono accettati anche i tesserini rilasciati dagli ordini professionali purché muniti di fotografia.






