2023-08-10
Ecoballe anche sui pericoli del 5G
Apparentemente sepolte vent’anni fa, le polemiche sull’elettrosmog ora sono state riesumate. Però, dai rischi di cancro al principio di precauzione, rimangono infondate.Ventitré anni fa, quando gli organi d’informazione allarmavano sull’elettrosmog che, a lor dire, favoriva le leucemie infantili, Il Giornale, che allora era diretto da Maurizio Belpietro, fu l’unico a denunciarne l’inesistenza. Tutto cominciò quando -scetticamente allarmato anche io dagli organi di, diciamo così, informazione - volli indagare il caso, visto che avevo una bimba di pochi anni. Dico «scetticamente» perché l’allarme mi pareva implausibile, visto che siamo immersi in un campo magnetico terrestre di 50 microtesla e che chi ci allarmava pretendeva limiti di esposizione inferiori a 0.2 microtesla. Mi ci volle un’ora di lettura della letteratura sulle onde elettromagnetiche di frequenza inferiore a quella delle microonde per rendermi conto del colossale abbaglio. Telefonai al Corsera, mi presentai per quello che ero, cioè professore al Dipartimento di Fisica dell’Università di Roma Tre, e proposi un articolo sull’elettrosmog. «Come no, professore, è l’argomento del giorno... Ma mi raccomando non sia troppo tecnico... Sa, i nostri lettori... Ma piuttosto... Cosa vuol scrivere?». «Che l’elettrosmog non esiste». «Ah no, allora non c’interessa». Riprovai con La Stampa e con Repubblica: stessa conversazione. Provo col Giornale - mi dissi - e se non va torno a dedicarmi alle mie cose. Il Giornale pubblicò. Ne seguì un putiferio, perché dette la forza al ministro alla Salute, Umberto Veronesi - che di leucemie e tumori ci capiva - di non firmare le stupide leggi predisposte dal governo di cui faceva parte, mettendoci su una pietra tombale. Naturalmente, a distanza di vent’anni non si registra, in Italia come nel mondo, alcun aumento di alcuna delle patologie che l’esposizione alle onde elettromagnetiche avrebbe comportato.A quanto pare, ogni tanto le pietre tombali si sollevano e gli zombie danno vita ai cadaveri. Ed è quel che sta succedendo all’elettrosmog, in seguito a quella nuova tecnologia, potenzialmente meravigliosa, che è lo standard 5G. Essa consentirà aumentate velocità e capacità di trasmissione di dati. Insomma, il mondo va avanti, grazie a Dio. Andrebbe avanti, se non ci fossero gli ecologisti, che per qualche ragione lo vorrebbero fermo. Ecco i loro argomenti sul tema. 1 «Il 5G è una nuova tecnologia, della quale nulla si sa, e quindi urge moratoria». La tecnologia è nuova, ma l’agente presunto inquinante è, per così dire, vecchio, e i suoi effetti sono noti da decenni grazie a decine di migliaia di studi. Il soggetto scientifico accreditato e deputato a suggerire i limiti d’esposizione è la Icnirp - Commissione internazionale sulla protezione dalle radiazioni non ionizzanti, quali appunto sono le radiazioni usate nella telefonia mobile e nella trasmissione radiotelevisiva. In particolare, la Icnirp ha redatto già dal 1998 (e aggiornato nel 2020) le linee guida per la banda di frequenze 0.1-300 GHz (gigahertz). La tecnologia 5G lavorerà su tre bande di frequenza: 0.7, 3.7 e 26 GHz, le prime due delle quali sono già utilizzate (dalle tv e dalla tecnologia 4G), mentre la terza non è ancora utilizzata. In ogni caso, finché l’esposizione - qualunque sia la tecnologia usata - rimane inferiore ai limiti suggeriti dalla Icnirp, si può stare tranquilli.2 «26 GHz è una frequenza (e quindi un’energia) superiore alla frequenza dei circa 4 GHz usata dallo standard 4G». La cosa è irrilevante: la frequenza delle radiazioni solari, cui tutti noi siamo esposti, è superiore a 100.000 GHz! E 26 GHz è ben entro la banda 0.1-300 GHz delle linee-guida della Icnirp. Di più: alla aumentata frequenza corrisponde un potere penetrante minore. Nel caso poi del nuovo standard 5G, esso comporta maggiore collimazione dell’onda elettromagnetica tra soggetto trasmittente e soggetto ricevente, senza necessità che gli altri soggetti siano esposti, come accade con gli standard inferiori. Insomma, con la nuova tecnologia si è meno esposti che con le precedenti.3 «La Iarc (Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro) ha classificato le onde elettromagnetiche dalle antenne di telefonia mobile e radiotelevisive tra gli agenti “possibili cancerogeni”». La cosa, però, è solo rassicurante. Infatti, quando la Iarc studia il potenziale oncogeno di un qualche agente, alla fine dello studio lo inserisce in uno di quattro gruppi: cancerogeno, probabilmente cancerogeno, possibilmente cancerogeno o non classificabile. Si noti che non esiste (né, in omaggio al metodo scientifico, può mai esistere!) alcun gruppo di agenti «non cancerogeni». Allora, per meglio apprezzare il significato di appartenenza di un agente al gruppo dei «possibilmente cancerogeni», giova notare che nello stesso gruppo vi sono i seguenti agenti: estratto di aloe vera, vegetali in salamoia, acido caffeico (abbondante nel propoli oltre che in cicoria, carciofi, piselli, fragole), nichel (cioè monete da 1, 2 e 5 centesimi), lavoro di barbiere, pompiere, tipografo, lavoro nelle lavanderie a secco o in industrie tessili. Giova anche sapere che nel gruppo dei cancerogeni certi vi sono, oltre che il fumo di tabacco e le bevande alcoliche, anche l’esposizione al sole o alle lampade abbronzanti e la pillola anticoncezionale. In definitiva, che un agente sia stato classificato «possibilmente cancerogeno» significa che non è stato classificato né cancerogeno e neanche probabilmente cancerogeno. Cioè significa che non è cancerogeno, anche se la scienza, per suo proprio metodo, non può dirlo - né ora né mai - così come lo sto dicendo io. 4 «Alcuni studi suggeriscono rischi per la salute». Il fatto è che il metodo scientifico ha natura probabilistica. Citare quei singoli studi è pertanto fuorviante. La Icnirp ha già considerato, nell’emanare le proprie linee guida, anche quegli studi che, presi singolarmente, susciterebbero allarme.5 «Bisogna invocare il principio di precauzione». Presupposti affinché esso sia invocato sono che a) sia stato individuato il rischio di un «danno grave e irreversibile» (ad esempio il tumore) e b) vi sia incertezza scientifica (ad esempio non vi sono studi sufficienti). Ma qui il rischio di tumore è praticamente escluso e, inoltre, vi sono alle spalle decenni di studi e decine di migliaia di lavori scientifici.In conclusione, sarebbe bene che lo zombie elettrosmog torni nella tomba ove era stato sepolto.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.