2024-12-23
Ecco il braccio armato di vescovi e dem, Casarini: «Metteremo in mare più navi»
Dopo la sentenza di assoluzione di Matteo Salvini, il marinaio vicino alla Cei commenta: «Mi sarei aspettato giudici più creativi». Lancia la sfida allo Stato e promette di ampliare la flotta che conta già 20 mezzi. Oggi riunione di governo per riavviare l’Albania.La risposta all’assoluzione di Matteo Salvini del braccio operativo della Conferenza episcopale italiana è una sfida al governo di Giorgia Meloni: «Ancora più navi di prima, ancora più in mare di prima». In una lunga intervista al Corriere del Veneto uno sprezzante Luca Casarini, il commodoro delle acque solidali, un tempo protagonista delle tute bianche e delle proteste al G8 di Genova, oggi al timone dialettico e non solo della Ong Mediterranea Saving Humans, annuncia le mosse del raggruppamento sostenuto in passato, come ha scoperto la Verità, da vescovi e cardinali promotori dell’accoglienza a go go. Mentre il commodoro che a Ragusa è accusato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina con buona parte dei suoi boys continua a girare l’Italia per presentare il suo libro «La cospirazione del bene» non si lascia scalfire dal verdetto che ha sancito che il «fatto non sussiste» per l’ipotizzato sequestro di persona contro l’ex ministro dell’Interno oggi vicepremier e responsabile delle Infrastrutture. Casarini afferma che la decisione dei giudici «un po’» se l’aspettava, «ma un po’» sperava «in un gesto simbolico, magari 15 giorni di lavoro (di Salvini, ndr) su una delle navi di salvataggio». Magari la sua, che è stata sottoposta a fermo amministrativo già più volte. Ma che nelle ultime operazioni ha solcato il Mediterraneo addirittura protetta dalla scorta pastorale della barca a vela della Fondazione Migrantes, organismo della Cei. Che ora sembra non essere l’unica a disposizione. «Ogni giorno», afferma baldanzoso Casarini, «riceviamo nuove offerte di barche e supporto». Evidentemente immagina il Mediterraneo come uno dei luoghi più idonei al car sharing marittimo. Ma è l’assoluzione di Salvini che sembra essere diventata un chiodo fisso per il buon samaritano che si è lasciato alle spalle le contestazioni ai danni da globalizzazione: «Salvini vuole difendere i confini ma da chi? Da donne incinte e dai bambini? (dimenticando che lo stop era dovuto a una segnalazione che indicava la probabile presenza a bordo di persone pericolose infiltrate tra i migranti, ndr). Ci dicono che il fatto non sussiste? Bene, noi mettiamo in mare ancora più navi». E come in un manuale di resilienza applicato alla navigazione annuncia: «Mediterranea cresce, la flotta civile supera ormai le 20 imbarcazioni. La nostra nave Mare Jonio è ferma per manutenzione, ma il nostro impegno è inarrestabile». Ed ecco in un passaggio il suo concetto di giustizia: «Non ci facciamo fermare dai giudici, e nemmeno dai processi, che peraltro non toccano solo Salvini ma anche noi. Nessun passo indietro». Poi rivendica di aver infiammato i religiosi: «Una suora dell’Ordine delle Paoline, suor Filippa, mi ha risposto citando il Salmo «Con Dio scavalcheremo il muro, egli addestra le mie mani alla battaglia». Mi pare che dica tutto». Di certo gli esponenti più progressisti della Chiesa sono rimasti affascinati da quel signore che nella sua presentazione a candidato del direttivo di Mediterranea, associazione di cui è fondatore, nell’ottobre 2020 si presentava così: «Mi occupo anche dello sviluppo di percorsi politico-spirituali all’interno di alcune strutture della Chiesa cattolica, collaborando con i circuiti vicini a Papa Francesco. Sono da sempre arrivista (che deve essere stato un lapsus freudiano, ndr) dei movimenti di contestazione italiani e non solo e, in seguito a questo impegno politico, ho accumulato 4 anni e 7 mesi di condanne definitive». Un curriculum perfetto per fare da consigliere del Papa, o ghost writer come azzarda nelle chat intercettate l’allegra brigata: «Casarini come Scalfari», butta lì il suo braccio destro Beppe Caccia in una delle conversazioni, facendo riferimento al fondatore di Repubblica, per un periodo compagno di conversazioni del Pontefice. Con i sovranisti, Salvini (che ieri ha avuto una cordiale telefonata con il premier israeliano Benjamin Netanyahu, che si è congratulato dopo l’assoluzione del leader leghista per il caso Open Arms) in pole position, il suo equipaggio ce l’ha da tempo. Negli atti della Procura di Ragusa ci è finita infatti pure una conversazione con don Mattia Ferrari, il parroco di bordo del rimorchiatore di Mediterranea. Quando Casarini posta un articolo dell’Espresso sulla presunta «furia sovranista contro Papa Francesco», don Mattia commenta: «Pensa come saranno contenti questi che vogliono fermare Francesco e che invece vedono che i nuovi cardinali sono anche più spinti di lui... pensa come ci sono rimasti quando hanno visto Hollerich (Jean Claude Hollerich, arcivescovo lussemburghese, ndr) su Instagram e Twitter dire: «Continuate la buona battaglia. Potrete sempre contare su di me». Don Mattia sembra proprio infervorato e si lascia andare a commenti del tipo «Casarini con i cardinali sfonda» oppure «c’è proprio la gara tra i vescovi e i cardinali a chi fa la manifestazione di stima più grande verso Luca». A questo ritmo, Casarini potrebbe presto vedersi proporre il ruolo di ambasciatore per le relazioni internazionali tra la Chiesa e le Ong. Ma il tarlo mentale è Matteo Salvini. In un post su Facebook, Casarini ha scritto: «L’assoluzione di un potente non ci sorprende, così come non sorprende che le sofferenze inflitte agli innocenti non siano considerate reato. Al lavoro e alla lotta». E nell’intervista riprende a usare uno slang da religioso: «Salvini potrà ritenersi assolto, ma non è solo questa la giustizia a cui deve rispondere, dovrà rispondere alla sua coscienza». Forse, alla fine, la vera domanda è: chi scriverà il prossimo capitolo di questa saga, i giudici o i predicatori dell’accoglienza? Il secondo tempo è a Ragusa.
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