2024-09-20
Ecco i soldi mai spesi dal Pd per salvare l’Emilia Romagna
Irene Priolo e Elly Schelin
Elly Schelin e il sostituto di Stefano Bonaccini, Irene Priolo, strepitano incolpando Giorgia Meloni per la nuova catastrofe. Ma i numeri forniti dall’esecutivo raccontano un’altra storia: «Per la sicurezza dei corsi d’acqua abbiamo dato 230 milioni, loro ne hanno spesi 49...».La domanda a cui rispondere, banale e terribile, è una soltanto: come è stato possibile? Come è potuto succedere di nuovo, sempre lì, sempre nelle stesse zone e con gli stessi fiumi? Le risposte possono fare male. Il sindaco di Ravenna, Michele De Pascale (candidato a sostituire Stefano Bonaccini alla guida della Regione Emilia-Romagna) indossa da ore la divisa della Protezione civile, si occupa di evacuare i quartieri della sua città e ringrazia le istituzioni per il supporto che arriverà. Meno silente, e decisamente più inappropriata, è Elly Schlein. «Piena vicinanza a comunità e territori nuovamente colpiti dagli eventi alluvionali delle scorse ore. Mentre gli amministratori dell’Emilia-Romagna hanno passato la notte a gestire l’emergenza, organizzare soccorsi e sostenere la popolazione, la destra di governo si è messa subito a fare sciacallaggio politico per fini elettorali», dice il segretario del Pd. Poi attacca: «Giorgia Meloni aveva fatto, più di un anno fa, una inutile passerella con gli stivali nel fango a promettere 100% di ristori a famiglie e imprese che non sono mai arrivati. Non hanno messo risorse adeguate. Il governo prima ancora che ridicolo è indecente».Dal governo, tuttavia, arrivano risposte dure, durissime. Il ministro per la Protezione civile, Nello Musumeci, spiega che «la Protezione civile ha distribuito e ripartito alle Regioni un miliardo e 200 milioni negli ultimi due anni, lo abbiamo fatto agli inizi del 2023, sono fondi del Pnrr. Alla Regione Emilia-Romagna sono andati complessivamente oltre 90 milioni di euro, 30 milioni e 568.000 per coprire interventi che erano stati già progettati e anche avviati con i cantieri, 61 milioni e 136.000 per nuovi interventi legati alla messa in sicurezza del territorio». Conclude Musumeci: «Io credo che non sia un problema di risorse, ma un problema di programmazione e di progettazione, di mettere in cantiere e trasformare le idee in azione». Tradotto: è colpa della Regione che non ha saputo impiegare i fondi a disposizione.A esplicitare l’accusa è Marco Lisei di Fratelli d’Italia. «Ciò che sta accadendo, allagamenti ed esondazioni, erano ampiamente annunciati visto che, come diciamo da mesi, la Regione, nonostante l’esperienza passata, non sta facendo nulla per mettere in sicurezza quegli alvei che già allora avevano ceduto e ciò nonostante le risorse del governo alla ricostruzione pubblica ci fossero». Secondo il senatore di Fdi, «il governo ha dato alla Regione ben 94 milioni sulle somme urgenze e ne hanno spesi a malapena 49, e ben 102 milioni sulla sicurezza idrica e ne hanno spesi zero. De Pascale a Ravenna ne ha ricevuti 40, destinati alla sicurezza stradale, tutti soldi largamente inutilizzati. Dopo aver chiesto ed ottenuto i finanziamenti dal governo, non hanno provveduto per tempo a fare ciò che andava fatto per mettere al sicuro i cittadini». A rincarare la dose provvede la deputata di Fdi, Alice Buonguerrieri: «Presenteremo in Procura e in Corte dei conti esposti perché vengano accertate le responsabilità per quanto sta avvenendo».In effetti, stando ai dati della struttura commissariale guidata dal generale Francesco Paolo Figliuolo, di denari per realizzare interventi le strutture regionali ne hanno ricevuti non pochi. Ad esempio per la Arstpc - Autorità regionale per la sicurezza del territorio e Protezione civile di Bologna - dopo la alluvione del 2023 sono stati messi a disposizione 41.540.000 euro per le cosiddette «somme urgenze». Di questi sono stati spesi appena 17.714.232,31 euro. Per la Arstpc di Ravenna sono stati resi disponibili 31.710.020 euro, spesi 15.297.282,03.Si tratta di soldi che il governo ha stanziato sulla base delle richieste delle stesse autorità locali. Soldi disponibili e pronti da spendere. Bisogna, però, che Regione e Comuni facciano partire i lavori e presentino alla struttura commissariale opportuna fattura: le cifre vengono liquidate in 24/48 ore. Come si vede, però, di denari ne sono stati liquidati pochini.Per la messa in sicurezza del reticolo idrografico, cioè l’insieme dei fiumi presenti sul territorio, la Arstpc di Bologna ha a disposizione 35.370.000, ma risulta che ne abbia spesi zero. Stessa cifra spesa dalla Arstpc ravennate, che avrebbe a disposizione 21.400.000 euro. Certo, occorre tenere conto di un elemento: i soldi per i fiumi non fanno parte di quelli da spendere per le somme urgenze, dunque è appena più comprensibile che vi siano dei ritardi. Purtroppo, la pioggia e i fiumi non hanno molta pazienza.Il problema più grosso, tuttavia, è un altro. E cioè la situazione generale dei corsi d’acqua. In alcune zone, come ieri testimoniavano gli abitanti delle zone colpite, sono stati fatti interventi di riparazione dopo le esondazioni di un anno fa. Ma non bastano: i fiumi continuano a uscire dal letto a poca distanza dalle toppe che vengono posizionate anno dopo anno. Significa che servirebbe un intervento complessivo di messa in sicurezza ma per iniziare a organizzarlo servirebbe prima di tutto avere un quadro chiaro della condizione di tutto il territorio. E qui sorge un’altra questione. La Regione, dice Alice Buonguerrieri, «non ha ancora neppure inviato al governo la documentazione richiesta sullo stato del reticolo idrografico prima della alluvione».«Basta sciacallaggio», ha detto Irene Priolo, presidente ad interim, «Sono stati fatti tantissimi cantieri, sto già vedendo delle polemiche e mi dispiace anche perché ormai è un leitmotiv nei momenti di maggiore emergenza. Tutta la manutenzione possibile sui fiumi è stata fatta», ha aggiunto, «la polemica non aiuta i cittadini, le istituzioni, dovremmo essere tutti dalla stessa parte. Ma ormai è da un anno e mezzo che va così». La sostituta di Stefano Bonaccini ha poi specificato come «lo scorso anno sono stati 23 i fiumi esondati, quest’anno sono di meno: l’Idice, il Senio, il Lamone e in parte, Montone e Marzeno. Gli interventi realizzati hanno portato una maggiore resistenza dei bacini».Irene Priolo parla di «sciacallaggio da parte del governo». E snocciola cifre: «I fondi stanziati dal commissario sono stati tutti impegnati, quelli ancora da liquidare sono relativi a cantieri in corso o completati, per i quali si stanno realizzando i collaudi. Complessivamente, subito dopo l’emergenza, i lavori di ripristino del territorio hanno visto 402 interventi immediati: 130 già completati, 158 quelli in corso e 114 in progettazione. Il tutto per un investimento totale di circa 343 milioni di euro, tra somme urgenze, urgenze e programmazione di fondi regionali. Gli interventi urgenti sui fiumi, in particolare, sono tutti realizzati o in corso: sono 152 per oltre 137 milioni. Inoltre, si contano altri 298 interventi (di cui 148 già conclusi) di difesa idraulica».Le risponde il viceministro Bignami. «L’Emilia-Romagna ha avuto dal governo solo per la sicurezza di fiumi e argini 230 milioni e ha speso 49 milioni. Abbiamo chiesto per quattro volte di sapere quale fosse lo stato del reticolo idrografico per sapere dove dovevamo intervenire e non ci hanno mai risposto», continua Bignami, «Quello che è chiaro è che lo stato della manutenzione del territorio in Emilia-Romagna è in stato di totale abbandono. Questo a causa di politiche folli, condotte in nome di un ambientalismo eco-radical chic. Il risultato è che oggi, per l’ennesima volta, ci sono persone sfollate, case allagate, aziende sommerse, argini rotti».Quanto ai numeri, Bignami intende smentire la governatrice ad interim. «Non risultano le richieste di pagamento di cui parla», commenta il viceministro. «Ma se anche fossero vere si confermerebbe quanto detto dal governo. Sui 230 milioni richiesti per la difesa idraulica ne spenderanno solo 137. Perché? Eppure è evidente che il territorio ne ha bisogno». In fondo, la domanda è quella, banale e terribile: perché i soldi, se ci sono, non vengono spesi?
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.