2018-11-04
Ecco chi sono gli autori dei libri di scuola che studiano i vostri figli
Vendono milioni di copie, ma le loro biografie non compaiono. E tantissimi di loro, guarda caso, sono schierati a sinistra.L'università italiana: muri per il ministro «leghista e fascista», onore a Gino Strada. A Pavia, dove l'anno scorso andò Pietro Grasso, contestano l'arrivo di Gianmarco Centinaio. A Potenza il guru di Emergency fa lezione.Lo speciale contiene due articoli.I libri di testo scolastici sono un affare colossale. Secondo i dati dell'Associazione italiana editori (risalenti al 2017), il mercato editoriale italiano vale nel complesso 2,773 miliardi di euro. La fetta riguardante i libri di scuola è di circa 600 milioni di euro, mica male. Del resto, nell'anno scolastico in corso, 2.498.521 bambini frequentano le scuole elementari, 1.629.441 vanno alle medie e 2.635.582 frequentano le superiori. Tutti hanno bisogno di libri, tutti li comprano. O, meglio se li fanno comprare dai genitori. E qui sta il problema. Le famiglie pagano, ma non conoscono bene il prodotto che comprano. A scegliere i testi, infatti, sono gli insegnanti, i quali giustamente si muovono in autonomia, indicando manuali e antologie che ritengono più adatti al loro lavoro. Qualche informazione in più a beneficio delle famiglie, tuttavia, non guasterebbe. Per esempio, si potrebbe cominciare riportando sui volumi le biografie di chi li ha scritti. Su tutti i libri in circolazione nel nostro Paese non manca mai una nota biografica dell'autore o degli autori. Perché per i testi scolastici la regola non vale? Stando a quanto ci hanno detto alcuni editori, è consuetudine che sui volumi per la scuola le note biografiche non siano presenti. Forse però è il caso di porre rimedio. In attesa che qualcosa cambi, noi abbiamo cercato di scoprire qualcosa di più sugli autori di alcuni dei libri che vi abbiamo presentato nei giorni scorsi. Vediamo alcuni casi. Uno dei più interessanti riguarda il manuale di Storia delle superiori Il segno della Storia, edito da Paravia e firmato da Giovanni De Luna e Marco Meriggi. De Luna, classe 1943, è uno studioso molto noto. Ha insegnato Storia contemporanea all'Università di Torino, collabora con La Stampa e si può dire che sia piuttosto schierato a sinistra. Ex militante di Lotta continua, viene di frequente interpellato da quotidiani come Il Manifesto per dire la sua sull'universo progressista italiano. Spesso molto critico con il Movimento 5 stelle, non risparmia bordate alla Lega e si spende molto per la creazione di una «sinistra alternativa e movimentista». Marco Meriggi, invece, è meno noto. Ha pubblicato libri per Einaudi, in Rete si trova qualche suo scritto per la rivista dalemiana Italianieuropei.Qualcosa di più si scopre a proposito di Marco Chiauzza. Si tratta dell'autore di Lezioni di cittadinanza e Costituzione, ovvero il manuale di educazione civica allegato a Il segno della Storia. È un volume molto ricco, che gronda ideologia da ogni pagina. Nel capitolo dedicati ai «fenomeni migratori», per esempio, troviamo articoli sulla triste sorte dei migranti in Libia e un corposo estratto dalla Carta dei diritti dei migranti. C'è anche una bella critica alla Bossi Fini: «In base a un'interpretazione estensiva di tale legge, a partire dal 2009 in diversi casi le navi militari italiane sono intervenute in acque extraterritoriali (cioè al di fuori dei confini nazionali) per respingere imbarcazioni cariche di migranti. Quest'ultimo comportamento ha sollevato numerose polemiche, in quanto rende difficile l'identificazione dei migranti e la conseguente valutazione del loro eventuale diritto al riconoscimento dello status di rifugiato per motivi politici […]. Secondo alcuni la cosiddetta politica dei respingimenti rischia invece di riconsegnare persone perseguitate e meritevoli di protezione nelle mani di regimi autoritari, a rischio della loro vita».Interessanti anche le pagine su «Stato e chiese: il problema della laicità», in cui si spiega che «alla Chiesa di Roma continuano a essere concessi numerosi privilegi, quale, per esempio, l'insegnamento della religione cattolica nelle scuole statali». Chiauzza, del resto, è molto sensibile al tema. Nel 2015 è stato indicato come nuovo presidente della Consulta per la laicità delle istituzioni di Torino. Sin da subito si è fatto notare, per esempio richiamando all'ordine Rosanna Giachello, sindaco di Verolengo, colpevole di aver invitato alcuni consiglieri comunali a partecipare a una funzione religiosa. Chiauzza le scrisse una lettera irritata invitando al rispetto della «neutralità delle pubbliche istituzioni». Già, la neutralità vale quando si parla di religione, un po' meno quando si tratta di compilare un libro di testo. O di guidare un liceo. Marco Chiauzza, infatti, è presidente del liceo Einstein di Torino. Sempre nel 2015, fu molto contento di ospitare il sindaco Piero Fassino, il quale (tanto per restare sul tema immigrati) spiegò agli studenti che «la storia dell'umanità è storia di migrazione. Oggi le migrazioni sono più facili di un tempo e una mobilità più facile aumenta anche i flussi di migrazione, che, badate bene, non sempre sono di persone disperate, ma anche di individui con alte professionalità». Nel 2016, invece, il nostro Chiauzza si è candidato con Possibile per il Comune di Torino, per la precisione nella lista Ambiente Torino. Insomma, che sia un militante non ci sono dubbi. Qualche simpatia progressista la mostra pure Guido Baldi, autore di manuali di letteratura che Repubblica ha definito «leggendari». Sono tra i più diffusi nelle scuole italiane, tanto che - secondo La Stampa - Baldi ha contribuito alla formazione di ben 2,5 milioni di studenti. Tra i suoi testi c'è il libro in cui si utilizza l'opera di Alessandro Manzoni per bastonare gli euroscettici.Ricordiamo il passaggio in questione: «Le farneticazioni della folla milanese del Seicento possono ricordarci tante altre idee false che trovano oggi facile accoglienza nelle credenze di massa», si legge nel manuale I classici nostri contemporanei. «Ad esempio quelle intorno all'euro, a cui da molti viene attribuita la colpa della difficile situazione economica attuale, mentre le cause di essa, come tutti dovrebbero sapere, sono state le speculazioni finanziarie internazionali che nel 2008 hanno innescato una crisi economica mai vista dopo la Grande Depressione. […] Il triste è che l'animosità contro l'euro come responsabile della crisi non si riscontra solo nelle masse ignare di economia e mosse da una comprensibile insofferenza per le difficoltà patite, ma anche in persone che dovrebbero disporre di maggiori mezzi culturali e di più lucido discernimento». Baldi ha insegnato all'Università di Torino, ed è un grande sostenitore della letteratura contemporanea. Secondo lui bisognerebbe leggere nelle scuole i libri di Elena Ferrante, Alessandro Piperno, Roberto Saviano e Gli sdraiati di Michele Serra. Sulla Rete si trovano anche numerosi articoli «militanti» a firma Guido Baldi, e sembra di capire che a scriverli sia stato proprio il celebre professore, ma può anche darsi che si tratti di un omonimo. In ogni caso, la simpatia del nostro per l'universo di sinistra è difficile da mettere in dubbio. Stesso discorso per Romano Luperini, autore di altri manuali di letteratura adottati in tantissime scuole. Nato nel 1940, è una sorta di monumento della sinistra italiana. Fondatore della Lega dei comunisti pisani, ha insegnato a Siena e in Canada. La sua militanza non è mai venuta meno. In settembre, per dire, ha presenziato all'iniziativa «Restiamo umani» organizzata dall'Anpi a Grosseto contro «fascismo e razzismo» (e contro il governo, ovviamente). In realtà, quasi tutti gli autori di manuali scolastici di letteratura si collocano sul fronte progressista, tra cui gli astri nascenti Claudio Giunta e Roberto Carnero. Intendiamoci: simpatizzare per la sinistra non significa necessariamente essere faziosi. Gli autori bravi, competenti e autorevoli si trovano in ogni campo. Esistono, infatti, tantissimi libri di testo politicamente distorti firmati da autori che, almeno pubblicamente, non hanno fatto professione di fede progressista. Il caso più clamoroso è quello di Vittoria Calvani. Ne abbiamo scritto diffusamente nei giorni scorsi: nei suoi volumi si trovano falsità e mistificazioni sull'islam, sull'immigrazione, sul gender. Ci siamo imbattuti perfino nell'elogio di Mimmo Lucano, ex sindaco di Riace. Attualmente, la signora Calvani ha in catalogo ben 13 libri di testo scolastici. È dall'inizio degli anni 2000 che le sue opere sono oggetto di critiche, contestazioni e perfino di interrogazioni alla Camera dei deputati. Ma il tono dei testi non è mai cambiato, anzi. La Calvani ha continuato imperterrita a sfornare libri su libri anche se, almeno per il grande pubblico, è sostanzialmente una sconosciuta.Mondadori ci ha fornito la sua biografia, da cui scopriamo che è nata nel 1941 «e si è laureata in storia greca all'università La Sapienza di Roma nel 1965 con una tesi sulla schiavitù nell'Atene periclea, di cui l'università ha pubblicato un estratto. Dopo la laurea ha insegnato per un anno nella scuola media di Maenza, poi, conseguita l'abilitazione, ha occupato la cattedra di italiano e latino al liceo scientifico di Latina. Contemporaneamente ha tradotto dal tedesco per la Newton Compton la Storia di Roma di Ferdinand Gregorovius». La sua carriera nel mondo editoriale comincia nel 1968, con l'ingresso nella casa editrice Laterza in qualità di editor. «Ha creato importanti collane come quella dedicata alla storia archeologica d'Italia in venti volumi con la collaborazione di Andrea Giardina e di Filippo Coarelli». La nostra amata autrice «nel 1985 è passata alla casa editrice Mondadori Education, per la quale ha diretto la produzione di saggistica. Contemporaneamente, con il marchio editoriale Mondadori Scuola (Mondadori Education), ha scritto con Andrea Giardina il manuale di storia I tempi dell'uomo per le scuole medie inferiori. Nel 1988 è passata alla casa editrice Sansoni di Firenze e quindi alla sezione scolastica del gruppo Rcs, dirigendo le sigle Fabbri, Bompiani, Sansoni, Etas. Ritiratasi nel 1999, ha ripreso la sua attività di autrice scrivendo numerosi volumi per la Casa editrice Mondadori Education». La collaborazione tra la Calvani e Andrea Giardina merita un piccolo approfondimento. I due hanno firmato assieme «il manuale Le vie della storia per i bienni dei licei classici» edito Laterza. Per questo editore, Giardina ha appena pubblicato un altro manuale, intitolato L'occhio della Storia. Ne abbiamo parlato ieri: è quello che propone agli studenti un interessante esercizio sui benefici dell'immigrazione (oltre a un elogio del meticciato, una marchetta alle associazioni pro migranti e altre mistificazioni assortite a tema migratorio). Giardina è uno studioso celebre. Ha insegnato a Roma, Chieti, Firenze, Palermo, Parigi. Ha firmato una marea di libri, tra cui il recente Storia mondiale dell'Italia, presentato nel maggio scorso dall'allora premier Paolo Gentiloni. Insomma, anche lui proviene dall'ambiente «giusto». In queste pagine abbiamo citato solo alcuni degli autori di libri di testo molto diffusi nelle scuole italiane. Li abbiamo elencati non perché ci interessi compilare liste o indici, come sostiene qualcuno. Ma perché è giusto che chi compra un manuale scolastico abbia tutte le informazioni possibili: agli autori dei testi si affidano le menti di ragazze e ragazzi, sapere chi siano è un diritto. <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/ecco-chi-sono-gli-autori-dei-libri-di-scuola-che-studiano-i-vostri-figli-2617680756.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="luniversita-italiana-muri-per-il-ministro-leghista-e-fascista-onore-a-gino-strada" data-post-id="2617680756" data-published-at="1758066027" data-use-pagination="False"> L’università italiana: muri per il ministro «leghista e fascista», onore a Gino Strada Talvolta, sfogliando certi manuali scolastici politicamente distorti, si prova disgusto. Rabbia, persino. Ma, di certo, non si prova stupore. Per chi conosca almeno un pochino il «mondo culturale» italiano è impossibile sorprendersi: l'ideologia si insinua in ogni anfratto, domina praticamente ovunque. Soprattutto all'università. Un quadro - piuttosto desolante, a dire il vero - dell'Accademia italica lo offrono due vicende parallele che coinvolgono il ministro dell'Agricoltura, Gian Marco Centinaio, e il fondatore di Emergency Gino Strada. Cominciamo dal primo. È nato a Pavia, è stato vicesindaco e assessore (con delega ai rapporti con l'Università) della città lombarda e lì si è laureato nel 1999, in Scienze politiche. Fabio Rugge, rettore dell'Università di Pavia, ha deciso di invitarlo all'inaugurazione dell'anno accademico, in programma per domani nell'aula magna dell'ateneo. Non sembra un'idea tanto folle: l'Università di Pavia invita un ex studente diventato ministro. Eppure, è scoppiato il pandemonio. Al rettore sono arrivate ben due lettere di protesta firmate da centinaia di persone tra professori, ricercatori e studenti. La prima, informava ieri Repubblica, è stata redatta dal professore di Fisica, Pietro Galinetto, e l'hanno firmata circa 150 persone. L'altra è, diciamo, ispirata dall'Anpi e l'hanno sottoscritta in 300, tra cui vari ordinari dell'ateneo. «Ci riconosciamo nei valori dell'antifascismo e dell'antirazzismo», dicono costoro. Molte e molti di noi sono iscritti all'Anpi. Con questa lettera aperta, vogliamo prendere pubblicamente le distanze dalla decisione di far intervenire il ministro Gian Marco Centinaio all'inaugurazione dell'anno accademico». Il motivo? Il ministro leghista sarebbe portatore di «un pensiero politico fondato sulla discriminazione (fino quasi a rasentare l'apologia del fascismo), che rifiutiamo. Riteniamo che chi se ne faccia portatore non meriti di essere accolto nella nostra Università, in questa occasione solenne della vita accademica». Secondo i firmatari, la biografia di Centinaio «contraddice i valori di eguaglianza e inclusività che l'Università professa per Costituzione, e la vocazione universalistica che è impressa nel suo stesso nome». Ecco perché domani tutti questi signori diserteranno la cerimonia inaugurale dell'anno accademico. Chiaro, no? Il ministro leghista non dovrebbe essere invitato. Non merita di parlare perché è un profascista, simpatizza per Forza Nuova (è di un altro partito, ma fa lo stesso), è intollerante. C'è perfino chi ne fa una questione di titoli. Silvana Borutti, docente di Filosofia teoretica, ha spiegato a Repubblica: «L'ospite d'onore non prende la parola in virtù della libertà di espressione, ma sulla base della sua dignitas, della personalità culturale e scientifica». Ah, quindi Centinaio non merita di parlare perché, scientificamente, non è all'altezza. Sarà pure. Però viene da chiedersi: come mai, allora, nel 2017 all'inaugurazione dell'anno accademico è stato invitato il presidente del Senato Pietro Grasso? In quel caso non ci furono proteste né letterine indignate. Niente articoli pungenti sui giornali, niente barricate di studenti e professori. Chissà, forse Grasso ha vinto il Nobel e a noi è sfuggito. O forse, semplicemente, Grasso è schierato a sinistra e allora può fare quello che gli pare, mentre Centinaio è un perfido leghista nemico dei migranti e allora deve essere zittito, isolato e censurato. Il rettore di Pavia, sempre con Repubblica, ha dovuto pure giustificarsi: «Sotto la mia guida il 30% degli studenti non paga la retta. Esiste il doppio libretto per gli studenti in transizione di genere. Pratichiamo l'inclusione dei rifugiati politici». Come a dire: guardate che qui siamo bravi e progressisti. Fortunatamente, ad oggi il professor Rugge non ha cambiato idea (e ci mancherebbe pure che lo facesse), dunque Centinaio parlerà eccome. Lo spettacolo offerto dai contestatori, tuttavia, è davvero triste. Bene, mentre a Pavia succede questo, a Potenza accade un'altra cosa interessante. Martedì alle 10, «nell'aula magna del rione Francioso dell'Università degli Studi della Basilicata», il fondatore di Emergency, Gino Strada, terrà «una lectio magistralis dal titolo “Pratiche di pace e diritti umani"». Anche qui, come nel caso di Grasso a Pavia, niente proteste né barricate. Strada - che di fatto è un esponente politico - terrà una bella lezione su un tema che più politico non si può. A lui stendono il tappeto rosso, ovviamente. Del resto, non è un mica uno schifoso leghista o un orrendo fascista. A lui la libertà di parola va garantita. Benvenuti nell'università italiana.