2020-07-17
È stato il Pd ad approvare l’acquisto dell’immobile finito sotto indagine
Beppe Sala (Marco Piraccini/Archivio Marco Piraccini/Mondadori Portfolio via Getty Images)
Fascicolo sui soldi della Lega: la compravendita sospetta di Cormano avallata dai dem.C'è una nuova inchiesta della Procura di Milano sui presunti milioni di euro scomparsi della Lega di Matteo Salvini. È la terza inchiesta che tocca le casse del Carroccio dall'insediamento del governo di Giuseppe Conte, dopo quella di Genova (aperta ormai da due anni e non ancora chiusa) e quella di Roma, legata invece all'imprenditore Luca Parnasi. E questo avviene nonostante l'accordo della Lega proprio con i magistrati genovesi per restituire i contributi pubblici dopo la condanna dell'ex leader Umberto Bossi e dell'ex tesoriere Francesco Belsito. Questa volta le indagini riguardano la compravendita di un immobile a Cormano da parte di Lombardia Film Commission, ente controllato da Regione e Comune di Milano del sindaco di centrosinistra, Beppe Sala, che promuove la realizzazione di film e fiction tv sul territorio. In pratica, sostengono gli inquirenti, il nuovo cineporto fu comprato prima dalla società Andromeda per 400.000 euro e poi rivenduto alla fondazione di Regione e Palazzo Marino per 800.000. Su quello scarto di soldi si concentrano le indagini della Procura di Milano che ha chiesto anche una rogatoria in Svizzera. Ma più che un affare collegato solo alla Lega, l'operazione Cormano tocca anche il Pd che approvò tramite il suo referente la decisione di acquistare proprio quello stabile. Non a caso in questi anni i bilanci sono sempre stati approvati all'unanimità, senza proteste da parte del sindaco Sala. Non solo. Il Comune di Milano lo scorso 30 giugno, tramite l'attuale consigliere Paola Dubini indicata da Sala nel cda, ha approvato una relazione proprio sul cineporto di Cormano del 27 maggio. In quella relazione firmata dall'attuale presidente, Alberto Dell'Acqua, sono stati messi in fila tutti i passaggi dell'affare che a quanto pare fu conveniente per la Regione, tanto che ora varrebbe più di quanto pagato. Ieri la Guardia di finanza ha fermato Luca Sostegni, commercialista che sarebbe collegato all'affare: stava scappando in Brasile. È accusato di estorsione e peculato, perché, sostengono i magistrati Eugenio Fusco e Stefano Civardi, avrebbe chiesto soldi in cambio del suo silenzio sulla vicenda. Il leader della Lega, Matteo Salvini, minaccia querele («gente mai vista né conosciuta». Insieme a lui finiscono sotto indagine anche Alberto Di Rubba (ex presidente della fondazione), Andrea Manzoni, commercialista del Carroccio e Michele Scilieri, dove nel suo studio è registrata la sede della nuova Lega per Salvini premier. «I fondi della fondazione non hanno nulla a che vedere con la Lega e le notizie che creano collegamenti tra le due realtà sono evidentemente capziose e fuorvianti», spiegano in una nota Manzoni e Di Rubba. Secondo i due commercialisti, «dire che lo stabile è stato acquistato a 400.000 euro e venduto subito dopo a 800.000 euro è veramente una bufala. L'immobile era in pessime condizioni ed era totalmente da ristrutturare, da qui la differenza di prezzo. Alla Lombardia Film Commission è stata poi consegnata la struttura totalmente rifinita come definita nel progetto». In questi mesi, Regione e Comune avevano battagliato sul cineporto, con da una parte l'assessore comunale Filippo Del Corno (all'epoca già in giunta) e dall'altra quello di Regione, Stefano Bruno Galli. Quest'ultimo aveva rimproverato al collega di Palazzo Marino di adottare un atteggiamento ostruzionistico fine a sé stesso. Perché, «La relazione sul cineporto di Cormano, che è stata inviata ai soci [...] sana ogni dubbio e qualsiasi perplessità in ordine all'acquisto dell'immobile».
Lo ha dichiarato il presidente del Consiglio europeo in occasione del suo incontro con il premier greco Kyriakos Mitsotakis.
Antonella Bundu (Imagoeconomica)