2020-09-27
Dopo gli insulti alla «Verità»
il presidente dell’Inps si è raddoppiato lo stipendio
Mentre gli italiani tiravano la cinghia, Pasquale Tridico, presidente dell'Inps, tirava su il proprio stipendio. Sì, avete letto bene: sebbene in decine di migliaia stiano ancora aspettando di incassare i soldi della cassa integrazione garantiti dal governo nei primi giorni dell'emergenza, il numero uno dell'ente previdenziale, per quanto lo riguarda, è già passato all'incasso, guadagnandosi una promozione retributiva di quasi 90.000 euro. Non solo: dato che l'istituto è spesso in ritardo nei pagamenti degli assegni, per sé Tridico ha fatto in modo che l'incremento di stipendio fosse retroattivo, così potrà pure percepire gli arretrati. Non c'è che dire: un raro esempio di efficienza dopo le molte dimostrazioni contrarie a cui abbiamo assistito nei mesi scorsi. E dire che Tridico, quando La Verità si era presa la briga di raccontare dell'aumento, aveva pure fatto l'offeso, annunciando querele. Conservo ancora i suoi sms velati di minacce. «Oggi La Verità ha fatto un giornale intero su di me, con cose assolutamente false». «Io prendo 103 k divisi per due, perché divido con il vicepresidente: 40 per cento al vice e 60 a me». «Cioè da 9 mesi prendo 60.000 euro circa». «Mia mamma mi diceva di stare alla larga di ospedali (sic, ndr) e di avvocati (doppio sic, ndr). Non voglio cominciare a querelare». Era la fine di dicembre e i nostri Giacomo Amadori e Claudio Antonelli si erano permessi di raccontare che all'Inps si preparavano ad alzarsi gli stipendi, in particolare quello del presidente, e Tridico l'aveva presa male. Lui che era stato nominato dai 5 stelle, e prima di diventare professore raccontava di aver fatto l'emigrante, il lavapiatti e pure il cameriere, all'Inps non era lì per lucrare sulla pelle dei lavoratori. Essendo uno di loro, figlio dello stato sociale, padre guardiano di mucche e madre casalinga, tutti e due analfabeti, Tridico voleva promuovere il riscatto delle classi subalterne. Per questo aveva deciso pure di rimetterci, perché con lo stipendio da docente guadagnava di più, e se avesse voluto avrebbe fatto come il suo predecessore, l'odiato professor Tito Boeri, sinistra radical chic, che si faceva pagare pure la trasferta da Milano a Roma. Lui invece era tutto d'un pezzo e tutto compreso, perché essendo domiciliato nella Capitale, neppure il rimborso spese percepiva. Insomma, ci siamo capiti: un presidente tutto impegno e abnegazione, una specie di missione la sua.Ma poi è arrivato il maledetto coronavirus, portando con sé una valanga di problemi e così il professore votato alla causa previdenziale, difensore numero uno del reddito di cittadinanza, di cui è stato uno dei padri, è caduto sull'emergenza, lasciando a secco proprio quelli che avrebbe dovuto aiutare. Per la distribuzione dei bonus di chi era rimasto senza stipendio, Palazzo Chigi si affidò a lui. Sembrava un sistema perfetto, oliato grazie a 25.000 dipendenti che ogni mese pagano 17 milioni di pensioni. E invece, pronti via è stato il caos. In poche ore il sito andò in tilt e addirittura mise in rete i dati degli utenti, redditi compresi. Tridico, per difendersi, inventò di sana pianta un attacco hacker, ma sia i magistrati che i servizi segreti, dopo aver indagato, scartarono l'ipotesi di reato come una fake news: semplicemente l'ente non era pronto ed era andato in palla. Non contento della figura rimediata, il presidente-lavapiatti (chissà perché i 5 stelle, a cominciare da ministri come Azzolina per finire a uno come Spadafora, tengono molto a sottolineare le loro umili origini, quasi che negli altri partiti non ci sia chi ha fatto la gavetta) assicurò a Palazzo Chigi che avrebbe erogato in fretta la cassa integrazione. Come sia andata lo si può capire consultando il sito dello stesso Inps o, meno impegnativo, guardando una puntata di Dritto e rovescio condotta da Paolo Del Debbio. Sono settimane che un inviato di Rete 4 insegue Tridico tra conferenze e riunioni chiedendogli conto dei lavoratori lasciati senza soldi. Ogni volta il presidente-cameriere risponde che non è vero ciò che gli viene chiesto per poi aggiungere di non avere tempo. Per quanto riguarda la prima parte, non abbiamo capito come possa non essere vero il fatto che in tanti aspettino ancora la cassa integrazione visto che, oltre a dirlo lo stesso sito dell'Inps, lo testimoniano decine di lavoratori intervistati dai cronisti Mediaset. Per quanto riguarda il tempo, invece, non facciamo fatica a credere a Tridico: probabilmente è troppo impegnato ad alzarsi lo stipendio. Già che c'è però gli do un consiglio: dopo il suo compenso, alzi i tacchi e se ne vada. Non dico a fare il guardiano delle mucche, ci basta che torni a fare quello che faceva prima, ossia a studiare bislacche teorie sul reddito di cittadinanza: quelle che ha elaborato finora a quanto pare non sono servite, se non a lui.