2019-10-23
E il Bullo è contro le manette a chi non paga le tasse
Ieri la Procura di Firenze ha chiuso le indagini a carico dei genitori di Matteo Renzi. I due erano finiti agli arresti nei mesi scorsi, con accuse che andavano dalla bancarotta fraudolenta all'emissione di false fatture. Secondo i pm c'era la loro mano nel fallimento di alcune cooperative che ruotavano attorno all'azienda di famiglia. E da quel che si capisce, ora i magistrati sono convinti di avere trovato le prove per sostenere l'accusa e chiedere il processo per papà e mamma Renzi. (...)(...) Non ci fossero di mezzo i genitori dell'ex presidente del Consiglio e attuale capo di Italia viva, ovviamente la faccenda potrebbe essere registrata in cronaca, fra le molte che quotidianamente ci tocca riportare. Di imprenditori accusati a torto o a ragione di aver fatto i furbi, emettendo fatture false e contribuendo in maniera truffaldina al dissesto aziendale sono piene le aule di tribunale. La vicenda però non può essere liquidata come un fatto di cronaca perché si innesta con una questione politica. In particolare con una misura che dovrebbe far parte della manovra del nuovo governo, ovvero con le manette agli evasori. Di mettere ai ceppi chi non paga le tasse, condannando i responsabili a pene esemplari, si discute da anni e tuttavia da anni quasi nessuno è mai finito dietro le sbarre, mentre al contrario l'evasione fiscale continua a crescere. Il governo guidato da Giuseppe Conte, allo scopo di far digerire agli italiani le prossime tasse sugli affitti, quelle sulle bibite e i tagli alle detrazioni fiscali, ha deciso perciò di rispolverare la questione. L'obiettivo è chiaro: il premier e i grillini che lo appoggiano vogliono poter dire ai contribuenti che li stangano con nuove imposte, tuttavia stangheranno di più chi le imposte non le paga. Tradotto: un colpo al cerchio e un altro alla botte, così da poter procedere indisturbati nella navigazione parlamentare.E però, quando le manette erano date per scontate e ai pentastellati prudevano già le mani, pronti a sventolare gli schiavettoni per potersi far perdonare le nuove tasse, ecco spuntare all'interno della maggioranza un coro di no agli arresti degli evasori. In particolare, l'altolà è partito da Italia viva, ossia da Renzi e compagni. Secondo i pretoriani dell'ex presidente del Consiglio, infatti, non ci sarebbe bisogno di fare un decreto per mettere in carcere chi non paga le tasse, perché esisterebbe già una norma che consente di condannare i furbi a una pena detentiva. Peccato che la legge sia fatta così bene che, come dicevamo, non risulta che praticamente nessuno sia mai finito al gabbio con l'accusa di evasione fiscale. Un po' perché ai tempi del governo Renzi le soglie di punibilità dei reati furono alzate e un po' perché con i tempi della giustizia la maggior parte dei processi finisce con la prescrizione. Ma esigenze o meno di riscrivere una legge che esiste e che non funziona, da quel che si capisce a Italia viva proprio non piace l'approccio manettaro alla lotta all'evasione. Evidentemente loro la caccia ai furbi la vorrebbero soft.Fin qui la faccenda potrebbe sembrare una delle classiche dispute politiche fra partiti che fanno parte della stessa coalizione. Uno vuole fare una cosa, l'altro invece ha in testa l'esatto contrario. Ma il dibattito parlamentare, guarda caso, si interseca con una vicenda giudiziaria che riguarda i genitori del leader di Italia viva, i quali in questo momento sono accusati proprio di fatture false per centinaia di migliaia di euro e la soglia di punibilità per gli evasori di cui si discute a Palazzo Chigi e tra Camera e Senato è proprio di 100.000 euro. Naturalmente noi non vogliamo pensare male, anche perché, come diceva Giulio Andreotti, a pensare male si fa peccato (però il leader democristiano aggiungeva anche che quasi sempre ci si azzecca). Tuttavia non possiamo non notare la coincidenza. A Firenze i genitori di Matteo Renzi sono appena stati condannati a 1 anno e 9 mesi per false fatture, che però non avrebbero provocato danni al fisco. E ora nel capoluogo toscano babbo e mamma dell'ex premier rischiano un altro processo per bancarotta e false fatturazioni. Guarda caso, negli stessi giorni a Roma si discute di innalzare le pene per gli evasori e Italia viva, il partito di Renzi, si oppone.Certo, i casi della vita sono strani. Così come strana fu una modifica al codice penale che, ai tempi del governo Gentiloni, rese non più procedibile d'ufficio l'appropriazione indebita, con il risultato che le indagini sul cognato di Renzi, senza querela del presunto danneggiato, rischiarono di arenarsi. Infatti, nonostante ci fossero di mezzo milioni sottratti secondo l'accusa ai bambini africani, in assenza di una querela dell'Unicef non sarebbe stato possibile il processo. In extremis, quando già si rischiava l'archiviazione, la legge fu cambiata, per far ritornare l'appropriazione indebita un reato da perseguire d'ufficio. Per farlo ci volle un governo nuovo e non quello di Gentiloni. Ovviamente, una semplice coincidenza.
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