2022-11-25
È arrivato anche il green pass ecologico: la banca ti controlla
La carta di credito Vancity calcola per ogni utilizzo il consumo di CO2 di cui «si è responsabili». Con punti per i più virtuosi.Nella fusione tra tracciabilità digitale, transazioni finanziarie e transizione ecologica il Canada si dimostra all’avanguardia. Non certo in una accezione positiva. Durante il periodo del lockdown e il duro braccio di ferro tra governo e sindacati dei camionisti che protestavano contro l’uso invasivo del green pass, Justin Trudeau ottenne da parte della piattaforma di donazioni Gofundme di bloccare la bellezza di 4,5 milioni di dollari destinati ai convogli di camion. Un evento grave per la democrazia come la intendiamo noi. Un primo passo invece nella direzione di democrazia a scaglioni per come la intende chi apprezza la tecnocrazia. Senza cadere nel complottismo, è però chiaro che non si sbaglia troppo a sostenere che la relazione tra Covid e limitazioni alla libertà in futuro sarà sostituita dal binomio transizione ecologica-limitazioni finanziarie. Anche in questo caso, come scritto sopra, il Canada è un esempio da studiare.A Vancouver, Vancity, una banca di medie dimensioni, ha messo in commercio una carta di credito che calcola per ogni spesa effettuata il consumo di CO2 di cui «si è responsabili». Alla transazioni si abbina, dunque, una voce grazie a una seconda app fondata a Berlino che si chiama Ecolitiq. Quest’ultima a sua volta ha stretto un accordo con Visa per un programma dal nome Eco benefit. Lo schema è abbastanza semplice. Maggiore il numero di pieni di benzina, di aerei presi, di carne consumata o di altre spese tracciate lungo alcune filiera di ecommerce più aumenta il saldo negativo. Più si compra verdura a chilometro zero o si spende per il bike sharing o cose del genere più si ottengono punti. Il valore mensile viene confrontato con una sorta di parametro che negli Usa e in Canada si chiama Pca, personal carbon allowance. Un valore prettamente teorico che si prefigge di stabilire la soglia massima di anidride che un cittadino può emettere. Tirata questa linea se il possessore della carta si trova in terreno negativo può sempre fare donazioni a enti benefici che secondo il circuito Visa sono in grado di fare del bene all’ambiente. Se invece si è in terreno positivo si accumulano punti che possono essere usati come benefit per spese su marketplace, siti di ecommerce, considerati sempre dal medesimo circuito come virtuosi.Premessa, l’esperimento è avviato anche in Australia, in Nuova Zelanda e a breve anche in Germania e Svezia e si pone come scelta volontaria. Tradotto, chi possiede la carta non ha penalizzazioni, ma al massimo benefici quando va a fare spese. L’esperimento è però molto delicato perché le app mentre tracciano le spese, suggeriscono anche la tipologia di acquisto successivo e indirizzano l’utente con la finalità dichiarata di educarlo a come spendere soldi. Al di là che tale concetto rientra appieno nella definizione di Stato etico e in quanto tale può solo che far rabbrividire, la novità sta nel fatto che in futuro la stessa tracciabilità potrà essere regolata anche da una entità pubblica. Nulla vieta che il Pca possa diventare una sorta di criterio finanziario. Nel momento in cui le banche centrali dovessero introdurre la valuta digitale potrebbero anche decidere sempre con la scusa dell’ambiente che il costo del denaro e la difficoltà di accesso ai finanziamenti possano essere incrociati con le abitudini dei cittadini. Il vantaggio delle banche centrali sarebbe quello di controllare l’intera filiera della valuta, mentre quello dei governi sarebbe quello di indirizzare «spintaneamente» i cittadini diventati nel frattempo «identità digitali» a imboccare una strada gradita. Nel complesso non è difficile immaginare quali possano essere le funzioni future. Se all’app di monitoraggio venisse collegata una qualche blockchain modello green pass potrebbero essere inibiti singoli pagamenti o l’utilizzo delle vetture elettriche condivise. Il Parlamento tedesco già studia queste applicazioni per bypassare le dichiarazioni dei redditi. Il 16 del mese i soldi spariranno dal conto digitale e sarà lo stesso gestore a fare il prelievo incrociando le altre banche dati. Incassi, fatture, spese sostenute e così via. Una società olandese finanziata da Bruxelles sta studiando la possibilità di prelevare l’Iva dovuta al momento stesso della transazione. Futuro? Chissà. Nel frattempo scorrendo le schermate dell’app green e del circuito Visa si scopre che il mondo del marketing festeggia. Non solo chi ha la bandierina verde può accedere ai marketplace, ma anche i clienti sono spinti a comprare titoli ecologici o fondi Esg la cui certificazione resta sempre un tema delicato.