2021-08-02
Draghi blinda il testo con il voto di fiducia
Dopo l' ostruzionismo di Fdi, l'Aula boccia le due pregiudiziali di costituzionalità sulla riforma penale. Riunione tra Conte e 5 stelle. L'ex premier: «Compromesso al ribasso? Falso, la legge Bonafede rimane per buona parte». Votazioni finali tra oggi e domaniProprio mentre da Tokyo giungeva la doppia scarica di adrenalina degli ori conquistati da Gianmarco Tamberi e Marcell Jacobs, negli stessi minuti, a Roma, nel catino rovente di Montecitorio, i deputati iniziavano una stanca sessione di schermaglie procedurali sulla riforma della giustizia penale proposta dal ministro Marta Cartabia. Il finale è già scritto, e prevede un doppio larghissimo sì (prima sulla fiducia e poi sul testo del provvedimento), voti che realisticamente avverranno tra stasera e domani. Ieri, dopo un mini ostruzionismo iniziale di Fdi, l'ordine del giorno prevedeva il voto sulle pregiudiziali di costituzionalità, cioè le votazioni preliminari che avvengono quando alcuni parlamentari - prim'ancora che il testo sia votato - ne eccepiscono una ipotetica contrarietà alle norme costituzionali. I due documenti erano stati presentati dagli ex grillini di L'Alternativa c'è, polemicissimi con il M5S, e da Fratelli d'Italia. Le contestazioni contro la riforma erano cinque: presunta violazione del principio dell'obbligatorietà dell'azione penale (art. 112 della Costituzione), del principio di uguaglianza (articolo 3), della presunzione di non colpevolezza (articolo 27), della parità delle parti (articolo 111), e del diritto di agire in giudizio (articolo 24)Il dibattito in Aula sul tema è stato piuttosto modesto. L'esponente di Fdi Ciro Maschio si è paragonato a qualcuno che debba spiegare a Roberto Baggio che non ha rispettato le regole del calcio, alludendo alla Cartabia come ex presidente della Corte Costituzionale. L'ex grillino Andrea Colletti ha spiegato che «nemmeno la P2 era arrivata a tanto» e che «le peggiori leggi vengono fatte d'estate». Contro le pregiudiziali si sono espressi il renziano Catello Vitiello («Sono della scuola di Montesquieu», ha fatto sapere), Alessia Morani (Pd), Pietro Pittalis (Fi), Maura Tomasi (Lega), Gianfranco Di Sarno (M5S), Fabio Berardini (Coraggio Italia). È a onor del vero risultata efficace la polemica del capogruppo di Fdi Francesco Lollobrigida che ha chiesto la presenza in Aula dell'assente ministro Cartabia. Dopo di che, come previsto, le due pregiudiziali sono state respinte: 48 favorevoli e 357 contrari. E allora è iniziato il dibattito generale, cioè la parte in cui i deputati illustrano le loro opinioni sul testo in esame. In chiusura, il governo ha posto la questione di fiducia: realisticamente, a meno di sorprese procedurali, stasera ci sarà la chiama dei deputati sulla fiducia, e domani il voto finale sul provvedimento. Mentre il Senato darà la sua approvazione a settembre. Nel merito, vanno segnalate almeno tre cose. Primo: i contrari al testo (e ciò è comprensibile per gli ex grillini, meno per Fdi) sembrano sottovalutare quanto il provvedimento, pur pieno di limiti, sia comunque migliorativo rispetto al vecchio testo di Alfonso Bonafede. Secondo: i difensori del feticcio dell'obbligatorietà dell'azione penale fingono di non vedere ciò che accade oggi in concreto: le procure scelgono su quali notizie di reato procedere, e lo fanno in totale discrezionalità. Altro che obbligatorietà. Terzo: purtroppo non sorprende che, nel dibattito, nessuno (né i favorevoli né i contrari) abbia posto un tema garantista di fondo, e cioè il fatto che il cittadino che va a processo sia da considerare, Costituzione alla mano, un presunto innocente. Dunque, dovrebbe destare preoccupazione il fatto che, se il processo riguarda alcune ipotesi di reato, quel cittadino sia sottoposto a un regime più punitivo rispetto all'iter processuale (per un reato - giova ripeterlo - di cui non è ancora considerato colpevole). Non solo: come ha opportunamente fatto notare il presidente dell'Unione delle Camere Penali Giandomenico Caiazza, già oggi i processi di mafia sono quelli che procedono più speditamente, perché nessun magistrato vuole assumersi la responsabilità di far scadere i termini di custodia cautelare. Quindi, in queste settimane, si è più che altro discusso di bandierine propagandistiche. Su un altro versante, l'eurodeputato Nicola Procaccini, responsabile ambiente e energia di Fdi, ha accusato la riforma di mettere a rischio di improcedibilità i processi relativi ai reati in materia di ambiente. Intanto, sempre ieri pomeriggio, Giuseppe Conte (che ha difeso la sua trattativa con il governo: «Falso che sia un compromesso al ribasso», ha detto, aggiungendo che «la riforma rimane per buona parte nostra: Bonafede ha ricevuto molti attacchi ingiustamente, probabilmente perché aveva toccato interessi che si oppongono alle riforme vere») ha fatto il punto nell'aula bunker virtuale di Zoom con i parlamentari pentastellati. Solo il voto - tra oggi e domani - dirà se e quanti saranno i dissidenti M5S a Montecitorio rispetto alla mediazione negoziata con il governo. C'è chi parla di una quarantina di malpancisti, ma tra dissentire e votare contro c'è di mezzo il mare (e la ricandidatura). Sono molte - da fuori - le voci che chiedono ai grillini di ribellarsi. Ma c'è da dubitare che ciò avvenga, se non per un pugno di deputati.
(Ansa)
L'ad di Cassa Depositi e Prestiti: «Intesa con Confindustria per far crescere le imprese italiane, anche le più piccole e anche all'estero». Presentato il roadshow per illustrare le opportunità di sostegno.
Carlo Nordio, Matteo Piantedosi, Alfredo Mantovano (Ansa)