
Ciò che mangiamo al mattino influenza tutto il nostro metabolismo. Per questo scegliere gli alimenti adatti può aiutarci a dimagrire. È giusto ridurre gli zuccheri: vi basta qualche «correttivo» proteico.Sappiamo bene che la colazione è il primo pasto della giornata, però ci sono tante altre curiosità assai interessanti che riguardano la salute e il benessere o, per esempio, l'antropologia e l'etimologia. Partiamo con quest'ultima. Abitualmente chiamiamo i tre pasti della giornata colazione, pranzo e cena, utilizzando la parola «spuntino» per l'eventuale piccola merenda tra la colazione e il pranzo e tra il pranzo e la cena. Non è sempre stato così. Le consuetudini linguistiche, come qualunque altro tipo di consuetudine, si creano con il tempo e attraverso di esso possono anche mutare. Nel passato, la colazione si chiamava «prima colazione» e il pranzo «seconda colazione». La parola colazione deriva dal francese antico collatiòn, dal latino collàtus, participio passato di cònfero, con il significato di «contribuire», nel senso del pasto che si svolgeva tutti insieme mangiando le cibarie che ciascuno aveva portato. Per altri, deriva invece dall'accezione di cònfero come riunirsi, intrattenersi, etimo di colazione che sarebbe stato codificato dalla regola benedettina di leggere in refettorio, subito dopo il frugale pasto del mattino, le Collazioni, cioè i commenti alle Sacre Scritture, e poi emigrato dall'abbazia alla società secolare (anche in filologia, collazionare vuol dire confrontare manoscritti o edizioni di un testo antico per rilevare varianti e corrispondenze). In precedenza, nell'Europa antica, il pasto del mattino veniva chiamato dis-jejuniis, latino per «rompere il digiuno» (sottinteso «il digiuno della notte»), da cui derivarono, passando per il francese antico disner, i francesi déjeuner e dîner (cena). Ancora oggi, in francese colazione si dice petit déjeuner (piccolo pranzo) e pranzo déjeuner, con una differenziazione numerica dei termini pari a quella italiana della prima colazione e della seconda: nel primo caso relativa al volume del pasto, in questo attinente alla tempistica del consumo. un po' di linguisticaIl francese dîner ci ricorda l'inglese dinner, che nei Paesi anglosassoni indica sempre il pasto serale, mentre quello di metà giornata si chiama lunch e la colazione breakfast (e a questo punto annotiamo anche il neologismo brunch, crasi tra breakfast e lunch che indica una colazione in ora tarda e abbondante come il pranzo che, dunque, si salterà). E noi italiani perché diciamo cena? Gli antichi Romani a tardo pomeriggio mangiavano appunto la coena, il pasto più abbondante del giorno, il pasto di metà giornata era il prantium e quello del primo mattino era lo jentaculum, di norma tra la terza e la quarta ora, cioè le otto e le nove del mattino. Si trattava di un pasto leggero e veloce, con pane, magari intinto nel latte o addirittura nel vino, proprio come i Greci nella loro prima colazione detta akratismos («senza forza», «senza direzione», probabilmente riferito ai tozzi di pane a mollo nella zuppa, detta akratos), oppure uova, olive, pezzi di formaggio e, in generale, qualunque cosa fosse avanzata dal pasto serale precedente. Il latte era la norma assoluta nella prima colazione dei bambini, più ovino e caprino che vaccino, insieme a un dolcino magari preso dal pistur dulciarius, una sorta di pasticciere, andando verso la scuola, il ludus romano. Insomma, è evidente che non abbiamo inventato niente: molti, oggi, continuano a far colazione con la zuppa di fette di pane spezzettato nel latte. Sempre meno, però, di quelli che optano per la colazione ultradolce con biscotti e brioche al posto del pane, che si è imposta dal boom economico in poi. La colazione dolce o ultradolce, rispetto a quella di pane, ha la caratteristica di aumentare la quota di carboidrati semplici (zuccheri) a discapito di quella di rappresentata dai carboidrati complessi (farinacei non dolci). La colazione dolce, che da noi è una sorta di legge, non è la regola in tutto il mondo; anzi, nel resto delle tavole delle case e dei banconi e tavolini dei bar, è molto diffusa la colazione salata. Salata e, spesso, esclusivamente proteica o anche proteica. Ciò che fa la differenza: essendo la colazione il primo pasto dopo molte ore di digiuno, ciò che mangiamo influenza direttamente il metabolismo. Non solo per quel pasto, ma per tutto il giorno. Sono tante, poi, anche le persone che fanno colazione con un semplice caffè, magari tentando di dimagrire in questo modo. Invece fare colazione è importante e, sembra un paradosso ma non lo è, se è saziante ed equilibrata, permette di dimagrire più che bevendo uno striminzito caffè e basta. favorire la sazietàA parità di consumo calorico quotidiano, chi assume parte di quelle calorie anche attraverso la colazione perde più peso di chi assume tutte le calorie solo a pranzo e cena. Perché? Perché il metabolismo, di fronte a una certa abbondanza, viene stimolato; se, al contrario, gli diamo una bevanda a zero calorie, esso si attiva, ma in modalità «carestia», ossia lenta, quindi cercando di preservare le riserve di grasso e non di consumarle. In più, imponendosi il digiuno al mattino possono poi comparire importanti attacchi di fame, nelle ore fino alla sera, nutrendosi bene anche al mattino no. Un altro aspetto importante riguarda quanto accennavamo prima, le proteine a colazione. Secondo lo studio Farshchi del 2005, la colazione con alta percentuale proteica potenzia l'effetto che già effettuare la prima colazione comporta sulla sazietà giornaliera e sulla perdita di grasso, rispetto alla colazione di soli carboidrati magari zuccherini. Questo accade perché la colazione con alta percentuale proteica o esclusivamente proteica fa diminuire la ghrelina postprandiale di più, nel tempo, di quanto avvenga con colazione iperglucidica. Un altro studio di Vander Wal ha esaminato le differenze tra una colazione con due uova oppure con pari calorie, ma di bagel. La colazione con le uova generava calo di peso rispetto a quella di carboidrati. È quindi chiaro che, seppure siamo molto affezionati alla colazione dolce (come i francesi, per altro), faremmo bene, volendola proprio mantenere, ad aumentarne la quota proteica. frutta e formaggioNon è difficile, con qualche piccolo intervento. Esempio: bevete il caffè al bar e mangiate il cornetto? Bevete anche un latte macchiato (o uno yogurt) oppure un cappuccino eliminando il caffè, prendendo magari la brioche vuota oppure una ripiena ma piccola. Fate colazione a casa con frutta e caffè? Aggiungeteci un formaggio magro, come per esempio una piccola ricotta, oppure un bel bicchiere di kefir o di yogurt. Mangiate pane (o fette biscottate) e marmellata? Aggiungete al pane una fettina di burro: oltre che grassi, sono proteine. Se invece volete valutare direttamente la colazione salata, le possibilità, anche prendendo ispirazione dai menù internazionali, come avviene per esempio già negli alberghi, dove la colazione «continental» identifica la colazione dolce europea, mentre la «international» raggruppa cibarie salate innanzitutto europee come extraeuropee, le possibilità sono infinite. Il maggiore apporto alla colazione international è dato dalla «English breakfast», anche detta «Full breakfast», perché costituisce a tutti gli effetti un pasto quasi completo e in più presenta il vantaggio di non contemplare affatto torte o paste dolci. Prevede affettati (in perfetto stile angloamericano è il bacon), uova all'occhio di bue (o strapazzate o sode o in omelette), salsiccia, fagioli, formaggi e anche verdure come pomodori e funghi. Il salato tedesco prevede invece salsiccia, uova e formaggio. La colazione salata greca e turca contempla pomodori, olive e formaggio feta, in Catalogna si usa mangiare pane abbrustolito con pomodori, in Islanda aringhe affumicate e del pane nero. Secondo un'indagine condotta dall'Osservatorio Doxa-Aidepi e citata anche dal Corriere della Sera, gli italiani a dieta sono 23 milioni, il 14% pensa che sia meglio evitare la prima colazione per dimagrire e il 2 per cento la salta. Abbiamo visto che questo comportamento alimentare non è affatto salutare e aggiungiamo che, seppure sia importante evitare di nutrirsi di soli carboidrati (semplici come complessi), non è comunque il caso di passare a una colazione solo proteica. Il 52% degli italiani pensa - a ragione - che questo aiuti a dimagrire, ma la colazione bilanciata e mediterranea deve contenere un po' di tutto: carboidrati, proteine, grassi, vitamine e sali minerali. Inglesizzarsi o germanizzarsi e mettersi a mangiare soltanto salsicce non è un'ottima idea. Abbassare gli zuccheri, invece, sì e per farlo basta anche un semplice toast al formaggio o al prosciutto al posto della brioche. Anche semplicemente a giorni alterni. Provate.
Nadia e Aimo Moroni
Prima puntata sulla vita di un gigante della cucina italiana, morto un mese fa a 91 anni. È da mamma Nunzia che apprende l’arte di riconoscere a occhio una gallina di qualità. Poi il lavoro a Milano, all’inizio come ambulante e successivamente come lavapiatti.
È mancato serenamente a 91 anni il mese scorso. Aimo Moroni si era ritirato oramai da un po’ di tempo dalla prima linea dei fornelli del locale da lui fondato nel 1962 con la sua Nadia, ovvero «Il luogo di Aimo e Nadia», ora affidato nelle salde mani della figlia Stefania e dei due bravi eredi Fabio Pisani e Alessandro Negrini, ma l’eredità che ha lasciato e la storia, per certi versi unica, del suo impegno e della passione dedicata a valorizzare la cucina italiana, i suoi prodotti e quel mondo di artigiani che, silenziosi, hanno sempre operato dietro le quinte, merita adeguato onore.
Franz Botrè (nel riquadro) e Francesco Florio
Il direttore di «Arbiter» Franz Botrè: «Il trofeo “Su misura” celebra la maestria artigiana e la bellezza del “fatto bene”. Il tema di quest’anno, Winter elegance, grazie alla partnership di Loro Piana porterà lo stile alle Olimpiadi».
C’è un’Italia che continua a credere nella bellezza del tempo speso bene, nel valore dei gesti sapienti e nella perfezione di un punto cucito a mano. È l’Italia della sartoria, un’eccellenza che Arbiter celebra da sempre come forma d’arte, cultura e stile di vita. In questo spirito nasce il «Su misura - Trofeo Arbiter», il premio ideato da Franz Botrè, direttore della storica rivista, giunto alla quinta edizione, vinta quest’anno da Francesco Florio della Sartoria Florio di Parigi mentre Hanna Bond, dell’atelier Norton & Sons di Londra, si è aggiudicata lo Spillo d’Oro, assegnato dagli studenti del Master in fashion & luxury management dell’università Bocconi. Un appuntamento, quello del trofeo, che riunisce i migliori maestri sarti italiani e internazionali, protagonisti di una competizione che è prima di tutto un omaggio al mestiere, alla passione e alla capacità di trasformare il tessuto in emozione. Il tema scelto per questa edizione, «Winter elegance», richiama l’eleganza invernale e rende tributo ai prossimi Giochi olimpici di Milano-Cortina 2026, unendo sport, stile e territorio in un’unica narrazione di eccellenza. A firmare la partnership, un nome che è sinonimo di qualità assoluta: Loro Piana, simbolo di lusso discreto e artigianalità senza tempo. Con Franz Botrè abbiamo parlato delle origini del premio, del significato profondo della sartoria su misura e di come, in un mondo dominato dalla velocità, l’abito del sarto resti l’emblema di un’eleganza autentica e duratura.
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A rischiare di cadere nella trappola dei «nuovi» vizi anche i bambini di dieci anni.
Dopo quattro anni dalla precedente edizione, che si era tenuta in forma ridotta a causa della pandemia Covid, si è svolta a Roma la VII Conferenza nazionale sulle dipendenze, che ha visto la numerosa partecipazione dei soggetti, pubblici e privati del terzo settore, che operano nel campo non solo delle tossicodipendenze da stupefacenti, ma anche nel campo di quelle che potremmo definire le «nuove dipendenze»: da condotte e comportamenti, legate all’abuso di internet, con giochi online (gaming), gioco d’azzardo patologico (gambling), che richiedono un’attenzione speciale per i comportamenti a rischio dei giovani e giovanissimi (10/13 anni!). In ordine alla tossicodipendenza, il messaggio unanime degli operatori sul campo è stato molto chiaro e forte: non esistono droghe leggere!
Messi in campo dell’esecutivo 165 milioni nella lotta agli stupefacenti. Meloni: «È una sfida prioritaria e un lavoro di squadra». Tra le misure varate, pure la possibilità di destinare l’8 per mille alle attività di prevenzione e recupero dei tossicodipendenti.
Il governo raddoppia sforzi e risorse nella lotta contro le dipendenze. «Dal 2024 al 2025 l’investimento economico è raddoppiato, toccando quota 165 milioni di euro» ha spiegato il premier Giorgia Meloni in occasione dell’apertura dei lavori del VII Conferenza nazionale sulle dipendenze organizzata dal Dipartimento delle politiche contro la droga e le altre dipendenze. Alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, a cui Meloni ha rivolto i suoi sentiti ringraziamenti, il premier ha spiegato che quella contro le dipendenze è una sfida che lo Stato italiano considera prioritaria». Lo dimostra il fatto che «in questi tre anni non ci siamo limitati a stanziare più risorse, ci siamo preoccupati di costruire un nuovo metodo di lavoro fondato sul confronto e sulla condivisione delle responsabilità. Lo abbiamo fatto perché siamo consapevoli che il lavoro riesce solo se è di squadra».





