2025-06-08
Contro i nuovi reati occorrono nuove leggi
Secondo i critici, il decreto Sicurezza introduce troppi provvedimenti penali. Ma è la realtà a essere cambiata: intervenire su ladri di case, madri scippatrici e attacchi alla polizia era urgente. La nostra tradizione giuridica impone che le norme vadano dietro ai fatti.La discussione sul decreto Sicurezza, approvato mercoledì scorso al Senato in via definitiva e recante nuove disposizioni urgenti di sicurezza pubblica, tralascia il punto fondamentale. Si dice che è repressivo perché impedirebbe l’esercizio di alcune libertà, in particolare nelle proteste e nelle manifestazioni nonché in carcere. Si discute sul fatto che questo decreto, aumentando i reati, appesantirà la giustizia che già non ce la fa a smaltire i processi che deve ancora celebrare. Per carità, tutto opinabile, e verificheremo alla prova dei fatti gli effetti reali che produrranno queste nuove fattispecie di reato. Del resto, l’efficacia e la bontà delle leggi si può verificare solo dopo la loro applicazione. La discussione trascura la ratio del provvedimento stesso, che affonda le sue radici nella nostra tradizione giuridica. Un broccardo latino (una regola generale di diritto espressa con concisione e precisione) dice così: «Ex facto oritur ius», che si traduce: «Il diritto nasce dal fatto». Cosa vuol dire? Si riferisce a una dinamica della società umana per la quale il diritto si evolve - e con esso le leggi e le regole - per regolare le situazioni nuove che emergono di volta in volta nella realtà fattuale. Nel 1800 nessuno si sognava di introdurre i diritti dell’ambiente perché non eravamo di fronte ai problemi che sono sorti col trascorrere del secolo scorso. Quando la sinistra ha proposto la legge Zan, che riguardava la trans-omofobia, l’ha proposta, a sua opinione, perché intravedeva nella società il nascere di un problema nuovo che meritava nuove regole nella nostra legislazione. Chi vuole capire, al di là delle opinioni diverse sui singoli articoli e sui singoli temi del decreto Sicurezza, non può non tenere conto di come, appunto, si stia evolvendo la società rispetto ad alcune problematiche che, peraltro, non sono neanche recentissime ma che sono relative almeno all’ultimo decennio e che altri governi hanno ritenuto di dover prendere in considerazione con una loro specifica regolamentazione legislativa. Basta guardare i principali contenuti per giudicare se questi temi non siano ormai divenuti tali, non da suggerire, ma da imporre, per la loro rilevanza, un intervento legislativo. Qualcuno ha dubbi che occorrano più strumenti contro il terrorismo e la criminalità organizzata? Qualcuno ha dubbi che occorra un sostegno rafforzato alle vittime di usura, con la creazione di un esperto incaricato di assistere le persone cadute in questa trappola mortale e aiutarle a percorrere una strada per il loro rilancio economico e il reinserimento nel circuito legale? Qualcuno dubita che, soprattutto dopo l’avvento dei social, sia il caso di controllare questi mutui fantasma erogati da soggetti altrettanto fantasma che fanno presa sulla buona fede (qualche volta purtroppo sulla dabbenaggine), usati anche dai giovani, per acquistare oggetti e servizi totalmente superflui, per poi trovarsi stritolati dentro un debito che cresce di volta in volta? Qualcuno pensa che il fenomeno delle occupazioni abusive di immobili e della difficoltà di sgombero non sia una questione rilevante, che è andata crescendo fino a costituire un fatto criminoso che si ripete una quantità di volte mai viste nel passato? Qualcun altro non ritiene che sia giunto il momento che le forze dell’ordine e il personale di sicurezza vengano tutelate da quelle che si chiamano lesioni, resistenza e violenza a pubblico ufficiale? E che per gli agenti coinvolti in procedimenti giudiziari relativi al servizio non sia necessario un sostegno economico per le spese legali? Qualcuno può negare che l’aggressività nei confronti delle forze dell’ordine sia aumentata soprattutto nell’ultimo biennio in modo incompatibile con uno Stato di diritto? A qualcuno non va bene che si inaspriscano le pene per chi impiega minori nell’accattonaggio e per le truffe commesse in aree pubbliche e sui mezzi di trasporto? Non è forse auspicabile che in questi casi ci sia un arresto in flagranza? È molto triste a dirsi ma, purtroppo, è realtà che ho verificato e divulgato in tv che alcune mamme, per non andare in carcere e continuare a borseggiare nelle stazioni o in altri luoghi, facciano figli per evitare di finire in prigione. Da ora in poi, le madri con figli tra uno e tre anni potranno accedere agli Icam (istituti a custodia attenuata, dove comunque sono carcerate ma in un ambiente adeguato alla convivenza con i loro figli); per non parlare della costruzione di nuove strutture per migranti che regolano anche le rivolte nei centri dove vengono trattenuti. Concludendo, si può discutere sul contenuto di questi singoli articoli del provvedimento, sui singoli temi, ma a me pare che sia difficile negare che questi provvedimenti stessi siano stati una conseguenza ex facto, cioè, come dicevo poco sopra, del sorgere di problematiche nuove, se non altro nella loro estensione e nel loro potenziale incremento quantitativo, che prima non presentavano queste nuove caratteristiche qualitative e quantitative. Lo ripeto: l’efficacia di una legge, pur in presenza di fatti che la suggeriscono, la si può verificare solo dopo la sua applicazione. Ha ricordato giustamente il ministro Carlo Nordio che, dopo l’intervento legislativo sui rave party, di questo tipo di manifestazioni non ce ne sono più state. Non c’è dubbio che a fenomeno specifico talvolta non corrisponda una legge che lo comprenda in sé stessa e che quindi renda più difficile la punibilità del reato. In questo senso va il decreto Sicurezza, questa è la sua ratio; ne verificheremo l’efficacia.
Nel riquadro: Mauro Micillo, responsabile Divisione IMI Corporate & Investment Banking di Intesa Sanpaolo (Getty Images)
L'ex procuratore di Pavia Mario Venditti (Ansa)
Un robotaxi a guida autonoma Pony.ai