2025-12-02
Sinagoga di Monteverde imbrattata dai pro Pal: caccia a due incappucciati
Sfregiata anche la targa dedicata a Gaj Tachè, il bambino di due anni ucciso nel 1982 da terroristi palestinesi. Solidarietà bipartisan alla comunità ebraica. Mattarella telefona al presidente Fadlun. Silenzio da Albanese.In Italia la scia di ostilità contro luoghi e simboli dell’ebraismo continua a espandersi. Nella notte tra domenica e lunedì due individui hanno imbrattato le mura della sinagoga di Monteverde, a Roma, tracciando frasi come «Palestina libera» e «Monteverde antisionista e antifascista». Le scritte sono apparse lungo via Giuseppe Pianese, a pochi passi dalla targa dedicata a Stefano Gaj Taché, il bambino assassinato nell’attacco terroristico palestinese del 9 ottobre 1982, anch’essa ricoperta di vernice nera. A denunciare l’episodio. ora al vaglio della Digos, è stato il presidente della Comunità ebraica romana, Victor Fadlun. «Dopo l’ennesimo corteo propalestinese, la lapide all’ingresso del tempio di Monteverde è stata profanata. Il tempio è intitolato a Michael Stefano Gaj Taché, un bambino di due anni ucciso nel 1982. Tutto si inserisce in un clima intimidatorio, dall’assalto alla redazione della Stampa di Torino alla strumentalizzazione dell’antisemitismo come forma di lotta politica nelle sue declinazioni più ignobili». Le scritte sono comparse intorno alle quattro del mattino. La Polizia sta analizzando le immagini delle numerose telecamere della zona, che hanno registrato due persona incappucciate mentre vandalizzavano l’edificio. «È un gesto che colpisce al cuore la nostra Comunità - prosegue Fadlun - e le infligge una ferita profonda. Qui le famiglie pregano, si incontrano, crescono insieme. Offendere una sinagoga significa negare agli ebrei la possibilità di vivere una quotidianità normale. Non è tollerabile. Confidiamo nelle forze dell’ordine e chiediamo un intervento deciso dello Stato per fermare questa spirale d’odio».Tra i primi a intervenire il sindaco di Roma Roberto Gualtieri: «Le scritte sul tempio Beth Michael sono un atto vile che insulta l’intera città. Ho già disposto la rimozione immediata. La Comunità ebraica romana sa di poter contare sul sostegno delle istituzioni: colpire un luogo di culto e la memoria di Stefano Gaj Taché è un gesto gravissimo che non spezzerà la nostra convivenza civile».Nel pomeriggio è arrivata anche la telefonata del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a Fadlun, per esprimere vicinanza e solidarietà. Messaggio netto anche dal ministro degli Esteri, Antonio Tajani: «Ho chiamato Fadlun per manifestargli il mio sostegno. Basta odio, basta antisemitismo». Ferma anche la posizione del ministro della Cultura, Alessandro Giuli: «L’attacco alla sinagoga di Monteverde è un fatto di eccezionale gravità, inserito in una crescente ondata di intolleranza. Non ferisce solo gli ebrei: mina le basi stesse della nostra convivenza». Duro anche il presidente della Camera Lorenzo Fontana: «Gli atti vandalici al tempio Beth Michael e alla targa di Gaj Taché sono oltraggi che colpiscono la memoria. La mia vicinanza ai familiari e alla Comunità ebraica. Contrastare l’odio è un dovere assoluto». Sui social la condanna del presidente del Senato Ignazio La Russa: «Le scritte e l’imbrattamento della targa sono un gravissimo atto di antisemitismo. Non possiamo accettare che simili episodi continuino a ripetersi». La presidente dell’Unione delle comunità ebraiche italiane, Noemi Di Segni, ha sottolineato la gravità dell’accaduto: «Deturpare la targa di Stefano Gaj Taché e il muro della sinagoga di Monteverde non colpisce solo gli ebrei: è un’offesa all’intero Paese. Rivela la presenza di gruppi che non esitano a violare luoghi sacri e memoria pur di diffondere odio». Le reazioni hanno coinvolto partiti e sindacati, alcuni dei quali, nonostante ambiguità pregresse, hanno condannato apertamente l’episodio. Un segnale che conferma come l’antisemitismo, tornato con forza negli ultimi anni, rappresenti ormai un banco di prova per la credibilità democratica di molte realtà italiane. La dimensione del fenomeno è documentata dai dati dell’Osservatorio antisemitismo della Fondazione ventro di documentazione ebraica contemporanea. Nel 2024 sono stati censiti 877 episodi dopo 1.384 segnalazioni: 600 online e 277 nel mondo reale. La crescita più evidente riguarda gli episodi legati alla guerra in Medio Oriente, che hanno alimentato nuove forme di ostilità antiebraica. Nel 2025, da gennaio a novembre, gli episodi sfiorano quota 900 e a fine anno supereranno il migliaio, con un aumento sia in quantità sia in violenza. Le aggressioni fisiche hanno raggiunto livelli mai registrati: 16 nei primi undici mesi del 2025, contro le 8 del 2024 e le 11 complessive tra il 2018 e il 2022. Allo stesso tempo cresce una pericolosa assuefazione sociale all’odio, visibile in scuole, università, politica, cultura e spettacolo. Il caso più emblematico è quello dell’ex deputato M5s, Alessandro Di Battista, che diffonde quotidianamente retoriche ferocemente antisioniste ottenendo consenso e platee piene. E a proposito di applausi, il Pd di Bologna difende la cittadinanza onoraria a Francesca Albanese (dalla quale non è arrivata, finora, alcuna solidarietà per l’episodio di Monteverde), pur criticando le sue frasi sui giornalisti. Respinta la richiesta di revoca della Lega; linea simile attesa anche a Firenze. Un quadro che segnala non solo un’emergenza, ma un serio rischio per la tenuta civile del Paese.
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