2024-11-12
I divorzi non son più solo case e soldi. Si litiga per le foto dei figli sui social
Chiara Ferragni con i figli (Ansa)
La fine dei Ferragnez investe anche la gestione degli scatti con i piccoli. «È un settore fuori controllo», dicono gli esperti. «Ma sono le donne che postano, gli uomini sono contrari», spiega l’avvocato Bernardini de Pace.Per i piccoli Leone e Vittoria varranno le regole previste dalla giurisprudenza circa l’esposizione social dei minori, quindi li vedremo ancora su Facebook, Instagram e dintorni solo se mamma e papà la penseranno allo stesso modo. Dello strombazzato accordo di divorzio tra Chiara Ferragni e Fedez, forse è questa clausola a colpire maggiormente gli utenti delle reti sociali virtuali.Certo, si sta parlando diffusamente dell’affidamento congiunto e della rinuncia dell’influencer all’assegno di mantenimento da parte del rapper e produttore discografico. Scelta che sarebbe stata fatta «privilegiando, con spirito conciliativo e con buon senso, il rapido raggiungimento di un’intesa, anche nel superiore e preminente interesse dei minori», ha fatto sapere l’avvocato Daniela Missaglia, che segue gli interessi della Ferragni. Fedez ha deciso, comunque, di accollarsi le spese scolastiche dei due figli. Si vuole arrivare in fretta al divorzio.Il legale ha precisato, inoltre, che l’accordo non prevede «una ripartizione paritetica dei minori con entrambi i genitori, essendo questi collocati presso la madre in via prevalente». Colpisce, però, la marcia indietro sulla visibilità social o, perlomeno, che i Ferragnez ne abbiamo fatto una questione da regolare per via legale. La coppia non si è mai fatta problemi della sovraesposizione dei figli, il loro brand ha funzionato anche per la presenza di «Leo» e della secondogenita finiti nel tritacarne marketing e con un’immagine pubblica già definita.Lo stesso avvocato Missaglia aveva detto al Corriere della Sera: «Personalmente sposo la linea del Garante della privacy di non esporre i minori. Vero è che, se dal concepimento fino alla separazione, si è condiviso con il marito la scelta di pubblicare l’immagine dei figli, il cambio di impostazione mi pare tardivo e strumentale». Adesso, video e immagini dei piccoli Ferragnez saranno pubblicati solo con il consenso di entrambi i genitori, che hanno costruito la loro fortuna sui social con pargoli al seguito.Non capita solo tra famosi, quando si arriva alla separazione e al divorzio la gestione dell’esposizione dei figli sui social media diventa improvvisamente una questione seria, come sempre dovrebbe essere trattata. «Ricorre spesso nelle cause e, se mamma e papà non sono d’accordo, quella che si impone è la decisione del genitore contrario alla pubblicazione sulle piattaforme», spiega Annamaria Bernardini de Pace, avvocato specializzato nel diritto di famiglia. «Sono più gli uomini contrari, sostengono che è per proteggere i figli, le donne vogliono postare. Sono più vanitose, i bambini belli li vogliono proporre, filmare in ogni momento della giornata. Eppure, attraverso l’Intelligenza artificiale tantissime immagini di minori che circolano sui social finiscono nei video di pedofili. Lo dico subito ai miei clienti il rischio enorme che si corre, così si discute meno negli accordi di separazione».Oppure si fa come era accaduto lo scorso anno a Torino, con giudici che avevano regolato la questione posta da due coppie affermando che «i genitori danno il loro consenso espresso alla pubblicazione su social delle immagini dei figli, a patto che queste non violino gli interessi e i diritti del minore», possibilmente pixelando (rendendo irriconoscibile, ndr) il volto o ritraendoli di spalle. Purtroppo, sono sempre troppi i bambini che hanno migliaia di foto postate, anche prima della loro nascita con la mania delle future mamme di far circolare ecografie.Il fenomeno dello sharenting, di condividere online e in continuazione informazioni identificative sui figli minorenni, oltre che altamente pericoloso è lesivo dei diritti dei bambini. «Non ci sono regole, leggi sui social. Mancano linee guida e i genitori fanno un po’ quello che gli pare in base alla loro sensibilità. Possono ascoltare psicologi o pediatri, ma poi agiscono come se il bimbo fosse roba loro e possono fare quello che vogliono», osserva Alberto Pellai, medico, psicoterapeuta dell’età evolutiva, ricercatore presso il dipartimento di scienze biomediche per la salute dell’Università degli studi di Milano.«Nelle coppie di influencer che, attraverso il coinvolgimento dei minori, producono reddito, c’è anche l’aspetto degli accordi commerciali in caso di separazione conflittuale. E se nella vita reale ci sono delle tutele dei minori, in quella dei social media è del tutto fuori controllo». Aggiunge l’esperto: «La totale mancanza di regolamentazione è a 360 gradi sui social, dove ci sono milioni di bimbi di 8-9-10 anni che continuano ad essere non tutelati».Matteo Lancini, psicologo e psicoterapeuta, presidente della Fondazione Minotauro di Milano, sottolinea gli effetti sui figli di genitori che vogliono essere super performanti nelle piattaforme social. Quanto sta accadendo, dice, «è la rappresentazione massima di come la società adulta sia dissociata e spaesata. Riprendono i bambini in ogni dove, pornografizzano le emozioni alle recite. Sarebbe ora che gli adulti cominciassero a dare il buon esempio e facessero gli adulti; i bambini devono tornare al centro dell’attenzione dei genitori che si devono togliere dai social e al centro dell’attenzione dei politici, che devono fare altrettanto e chiudere i propri profili».Lo psicologo mette sotto accusa «la società “onlife” che abbiamo creato, dove si parla di sé senza alcun ritegno, si mostra quello che si possiede, si applaude ai funerali. Chi lo fa, diventa popolare e non mi riferisco solo ai Ferragnez di cui si è parlato fin troppo. In questa società cresciamo figli che si costruiscono l’identità su Internet, perché nessuno si interessa loro».
Giorgia Meloni al Forum della Guardia Costiera (Ansa)
«Il lavoro della Guardia Costiera consiste anche nel combattere le molteplici forme di illegalità in campo marittimo, a partire da quelle che si ramificano su base internazionale e si stanno caratterizzando come fenomeni globali. Uno di questi è il traffico di migranti, attività criminale tra le più redditizie al mondo che rapporti Onu certificano aver eguagliato per volume di affari il traffico di droga dopo aver superato il traffico di armi. Una intollerabile forma moderna di schiavitù che nel 2024 ha condotto alla morte oltre 9000 persone sulle rotte migratorie e il governo intende combattere. Di fronte a questo fenomeno possiamo rassegnarci o agire, e noi abbiamo scelto di agire e serve il coraggio di trovare insieme soluzioni innovative». Ha dichiarato la Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni durante l'intervento al Forum della Guardia Costiera 2025 al centro congresso la Nuvola a Roma.
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