«Dietro le foibe nazionalismo e non vendetta»

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«Dietro le foibe nazionalismo e non vendetta»
Getty Images
  • Intervista a Marco Petrelli, autore del libro I partigiani di Tito nella Resistenza Italiana, che analizza la figura di Josip Broz e il suo progetto politico durante e dopo la Seconda guerra mondiale. «Il comunismo può essere stato movente iniziale di Tito, ma non principale né unico della guerra all'Asse e dei massacri delle foibe».
  • La storia dei 22 marò della X Mas e dei sei militi italiani del battaglione Tramontana di Cherso che hanno combattuto senza speranze contro l'avanzata dei partigiani di Tito nelle isole del Quarnero.
  • La Verità rilancia la raccolta fondi della Comunità italiana degli esuli di Lussino. Per contribuire al riconoscimento dei loro nomi si può versare una somma a Comunità di Lussinpiccolo - Trieste Fondo Ossero IT45P0103002230000003586982. Monte dei Paschi di Siena. Causale: "Per l'identificazione dei marò di Ossero"
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Intervista con Barbara Agosti, chef di Eggs, la regina delle uova che prepara in ogni modo con immensa creatività

L’uomo di Mattarella conferma tutto
però non vuole mollare la poltrona
Francesco Saverio Garofani (Imagoeconomica)

Il Quirinale aveva definito «ridicola» la rivelazione sul piano anti-Meloni del dirigente. Peccato che egli stesso abbia confessato che era vera, sminuendo: «Solo chiacchiere tra amici...». Lui è libero di tifare chi vuole: non a fianco del presidente della Repubblica.

Qualche scafato cronista, indispettito per aver preso quello che in gergo giornalistico chiamiamo «buco», ieri ha provato a metterci una pezza e a screditare lo scoop della Verità sul consigliere chiacchierone e maneggione di Sergio Mattarella. Purtroppo per lui, dietro le nostre rivelazioni non c’è nessun anonimo: se abbiamo rivelato che Francesco Saverio Garofani vagheggiava un «provvidenziale scossone» per far cadere Giorgia Meloni, e la costituzione di una grande lista civica che la possa battere alle prossime elezioni, è perché delle sue parole abbiamo certezza.

Giornali e opposizione in coro contro «La Verità» rea di aver dato una notizia
Annalisa Cuzzocrea (Ansa)
Sulle prime pagine di ieri teneva banco la tesi della bufala. Smentita dall’interessato. E c’è chi, come il «Giornale», si vanta di aver avuto l’informazione e averla cestinata.

Il premio Furbitzer per il giornalista più sagace del Paese va senza dubbio a Massimiliano Scafi del Giornale. Da vecchio cronista qual è, infatti, lui ci ha tenuto subito a far sapere che quella «storia», cioè la notizia delle esternazioni del consigliere del Quirinale Francesco Saverio Garofani, lui ce l’aveva. Eccome. Gli era arrivata in redazione il giorno prima, nientemeno, e con un testo firmato Mario Rossi, nota formula usata dai più sagaci 007 del mondo quando vogliono nascondersi. C’era tutto. Proprio tutto.

Il suo zampino nel «no» a Starlink
Elon Musk e Francesco Saverio Garofani (in foto piccola) Ansa
Da responsabile dei temi per la Difesa, l’ex parlamentare dem avrebbe avuto un peso determinante nel far sfumare l’accordo tra il governo e l’azienda di Elon Musk.

Inizio 2025. Elon Musk - i suoi rapporti con Trump erano ancora in fase idillio - veniva considerato una sorta di alieno che si aggirava minaccioso nel cielo della politica italiana. C’era in ballo un accordo da 1,5 miliardi per dotare il governo di servizi di telecomunicazione iper-sicuri. Contratto quinquennale che avrebbe assicurato attraverso SpaceX e quindi Starlink un sistema criptato di massimo livello per le reti telefoniche e internet dell’esecutivo, ma l’intesa riguardava anche le comunicazioni militari e i collegamenti satellitari per le emergenze.

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