2019-08-23
Di Maio vede i punti dei dem e rilancia senza chiudere la porta al Carroccio
Per rispondere alle pretese di Nicola Zingaretti e Matteo Salvini il leader grillino sforna un decalogo. Il taglio di deputati e senatori resta la priorità, ma l'autonomia è un segnale per la Lega. Contro il Cav c'è il conflitto d'interessi.Alle 17.30 di ieri Luigi Di Maio si materializza davanti ai giornalisti dopo la consultazione con il capo dello Stato, Sergio Mattarella. Insieme a lui i capigruppo M5s al Senato e alla Camera, Stefano Patuanelli e Francesco D'Uva. Il capo politico del M5s legge un testo già scritto, è evidente che nel suo movimento c'è chi non si fida di lui. È visibilmente scosso. Snocciola un elenco di dieci punti, che sono, per Di Maio, le condizioni per dare vita a un nuovo governo. «In queste ore», sottolinea Di Maio, «sono state avviate tutte le interlocuzioni necessarie per individuare una maggioranza solida al servizio dei cittadini che voglia convergere sui nostri punti. Il voto non ci intimorisce, ma non può essere la fuga dalle promesse fatte agli italiani. Abbiamo informato il capo dello Stato di quelli che secondo noi sono obiettivi prioritari che secondo noi devono essere portati a compimento». Una maggioranza solida, ma con chi? In realtà, leggendoli in controluce, qualcuno di questi punti sembra una mano tesa al Pd, qualcun altro una riapertura alla Lega, il resto una serie di buoni propositi triti e ritriti. Vediamo in estrema sintesi il decalogo di Di Maio. 1Il taglio dei parlamentari, «priorità» e «obiettivo di questa legislatura».2Una manovra finanziaria equa con lo stop all'aumento dell'Iva, il salario minimo e il taglio del cuneo fiscale.3L'attenzione per l'ambiente e per le energie rinnovabili.4Una legge sul conflitto d'interessi e la riforma della Rai.5Dimezzare i tempi della giustizia e riformare il Csm.6 Completare il percorso dell'autonomia differenziata.7Il carcere per grandi evasori e il contrasto a chi organizza l'immigrazione clandestina.8Un piano di investimenti per il Sud che contempli anche la creazione di una banca per gli investimenti.9La riforma del sistema bancario.:La tutela dei beni comuni, dalla scuola all'acqua pubblica alla sanità con la revisione delle concessioni autostradali.Dunque: il taglio dei parlamentari è una mina sul percorso dell'intesa col Pd; la legge sul conflitto d'interessi è un altolà all'eventuale «soccorso» al governo giallorosso da parte di Silvio Berlusconi; il completamento dell'autonomia è una sponda alla Lega, bilanciata dal piano straordinario per il Sud; la tutela dei beni comuni è un occhiolino alla sinistra (esterna e interna al M5s, poiché la battaglia per l'acqua come bene comune è stata la prima di Roberto Fico).Di Maio, in sostanza, dice tutto e il contrario di tutto. È un leader in grande difficoltà. Attacca Matteo Salvini, senza nominarlo: «Il M5s», dice il quasi ex vicepremier, «ha la maggioranza relativa in Parlamento, e l'ha avuta non per assecondare calcoli politici o capricci estivi. La crisi di governo ha fatto piombare nell'incertezza milioni di italiani, quota 100 e reddito di cittadinanza rischiano di saltare perché rischiamo di non avere un governo entro dicembre. Poi c'è il rischio dell'aumento dell'Iva. La fine prematura di questo governo», prosegue Di Maio, «ha bloccato riforme che stavano per essere approvate, che avrebbero migliorato la vita dei cittadini». La Caporetto politica e comunicativa del M5s, dilaniato al suo interno tra chi vorrebbe andare al voto e chi non ci pensa nemmeno, era già stata sancita da un comunicato ufficiale, diffuso alle 16.30 di ieri: «Smentiamo ogni notizia che citi fonti o riporti indiscrezioni di qualsiasi genere sul M5s. La posizione del M5s sarà espressa al termine delle consultazioni e passerà solo», prosegue la nota, «attraverso i consueti canali ufficiali del M5s e del capo politico Luigi Di Maio». Proprio loro, i pentastellati, che in questi 14 mesi di governo con la Lega hanno smodatamente utilizzato veline anonime per indirizzare i titoli dei giornali e il dibattito politico, costretti a stoppare il tam tam di indiscrezioni che fino a quel momento, per l'intera mattinata, erano state diffuse sia dalla parte dei parlamentari grillini che vorrebbe andare al voto, e che parlavano di «fallimento della trattativa col Pd»; sia da deputati e senatori che invece non vedono l'ora di varare il governo giallorosso, che rispondevano parlando di «trattativa col Pd che deve andare avanti». Deputati e senatori del M5s che al voto non vogliono tornare, men che mai in autunno, per il semplice motivo che il rischio di dire addio al Parlamento è quasi una certezza. Dunque, purché si possa restare inchiodati alla poltrona, a costoro andrebbe benissimo qualunque accordo, e pure qualsiasi presidente del Consiglio, a cominciare da Emma Bonino, nome che a quanto risulta alla Verità sta scalando le classifiche. Alle 19.40, il capogruppo del M5s al Senato, Stefano Patuanelli, si rivolge ai parlamentari grillini riuniti in assemblea: «Vi chiediamo», dice Patuanelli, «mandato di incontrare la delegazione del Pd per parlare del primo punto, il taglio dei parlamentari, sul quale chiederemo chiarezza». Un modo per iniziare un percorso, ma anche per mostrare i muscoli ai dem, che potrebbero comunque vedere le carte, magari proponendo di inserire il taglio in una riforma della legge elettorale, prendendo tempo. L'assemblea dei gruppi parlamentari, alle 20 in punto, conferisce per acclamazione il mandato di incontrare oggi la delegazione del Pd al capo politico Luigi Di Maio e ai capigruppo. Il dialogo è partito. Intanto, dall'interno della galassia pentastellata, si fanno i conti su quanti potrebbero essere i parlamentari disposti a non votare la fiducia al governo giallorosso: qualcuno dice 20, qualcuno 30 tra Camera e Senato. Sono gli «scoiattolini» sui quali punta Salvini, pronto a ricandidarli. Dal corpaccione di Fi, però, altrettanti scoiattolini sarebbero pronti a fare il percorso inverso, uscendo dal partito per andare a puntellare l'eventuale governo Pd-M5s. Come ogni crisi di governo che si rispetti, anche questa ha come protagonista principale il pallottoliere.
Lo ha dichiarato il presidente del Consiglio europeo in occasione del suo incontro con il premier greco Kyriakos Mitsotakis.
Antonella Bundu (Imagoeconomica)