2019-02-07
Di fronte alla giustizia il povero migrante è più uguale degli altri
In Germania profugo stupratore assolto: «Non ha capito il rifiuto della vittima». Pena sospesa al ladro d'arte. E pure lo scafista...Provate a immaginare un maschio, bianco ed europeo, che si siede sul letto vicino a una donna. A un certo punto comincia a picchiarla brutalmente. La pesta fino a che la poveretta - prostrata e in lacrime - non fa più resistenza. Poi, per concludere in bellezza, la stupra. Ecco, secondo voi il suddetto uomo potrebbe mai uscire indenne da un processo? Ovviamente no. Eppure, in Germania, un profugo siriano è stato assolto dopo aver abusato - esattamente nel modo che abbiamo appena descritto - di una assistente sociale. La notizia l'ha riportata ieri Italia Oggi, riprendendola dall'autorevole giornale tedesco Die Welt. Il 23 novembre del 2017 una signora che si occupa di assistere i migranti è stata aggredita e violentata dal migrante. Il quale, però, l'ha fatta franca. Le motivazioni della sentenza non sono ancora state rese note, ma si sospetta che la causa dell'assoluzione sia proprio la nazionalità dello stupratore. Poiché è siriano, poteva non aver compreso il rifiuto della donna. Il pubblico ministero, in tribunale, lo ha esplicitamente chiesto alla povera assistente sociale: c'è la possibilità che il suo aggressore, essendo straniero, non abbia capito che lei non era d'accordo. La signora, a quanto pare, ha risposto che «potrebbe essere possibile». Del resto, l'avvocato della donna - tale Gesa Israel - le ha consigliato di «essere molto prudente nel rilasciare dichiarazioni che potrebbero venire manipolate e sfruttate in chiave politica». Già: meglio che uno stupratore venga assolto piuttosto che passare per razzisti. Ora, può anche essere che l'assistente sociale abbia mandato qualche messaggio sbagliato. Pare che, per parlare con il profugo, si sia seduta su un letto. Ma davvero questo può bastare a giustificare uno stupro? Se una donna viene picchiata ripetutamente e violentata, come si può pensare che il suo aguzzino abbia potuto fraintendere o non capire il suo rifiuto? Se per andare a letto con una persona ha bisogno di menarla, qualcosa non torna. Eppure, il giudice tedesco si mette a riflettere sui «codici culturali», dà all'immigrato il beneficio del dubbio. Mostrando, per altro, un razzismo impressionante: come se un migrante non fosse in grado di capire che le donne non si prendono contro la loro volontà. L'aspetto più ripugnante di tutta la vicenda è proprio questo. Il migrante è per forza di cose vittima, non può mai essere carnefice, anche se ammazza, stupra, picchia o ruba. Il maschio bianco occidentale è l'incarnazione di ogni male. Il suo omologo dalla pelle più o meno scura, invece, è sempre protetto da una coltre di buonismo. Prendiamo un altro caso, una vicenda italiana. A Modena un marocchino di 34 anni, Mustapha Tahir, ha patteggiato una pena di due anni e 600 euro di multa per il furto di un'opera d'arte di valore inestimabile. Questo garbato signore, nell'estate del 2014, ha rubato dalla chiesa di San Vincenzo un capolavoro del Guercino, la Madonna coi santi Giovanni Evagelista e Gregorio Taumaturgo. Mustapha era in combutta con altri connazionali (che in patria si sono presi condanne piuttosto pesanti) e per sua stessa ammissione è l'autore materiale della ruberia. Ha smontato la tela dalla cornice, l'ha avvolta in un tappeto e l'ha spedita sul suolo maghrebino. Il dipinto è stato ritrovato proprio in Marocco nel 2017, grazie alla segnalazione di un collezionista. Come è facile immaginare, l'opera ha subito danni gravissimi, e adesso si trova a Roma per essere restaurata. Insomma, il danno è duplice: prima il furto, poi il danneggiamento. Ma il nostro Mustapha può stare tranquillo. La sua condanna (multa compresa) è sospesa con la condizionale, poiché lui era incensurato, ha collaborato con gli inquirenti e, stando a ciò che dicono i suoi legali, si è tenuto conto della sua situazione socio culturale. Uno dei suoi avvocati, fra l'altro, ha fatto presente che il marocchino era del tutto ignaro del valore della tela (secondo Vittorio Sgarbi la stima si aggira sui 6 milioni di euro). Ora, qui non siamo certo ai livelli dello stupro tedesco, però il dubbio viene. Il poveretto straniero non sapeva che cosa stesse rubando, dunque si può essere indulgenti... In fondo funziona sempre così: che si tratti di violenza sessuale, di terrorismo o di altro con lo straniero si è sempre più tolleranti. È un vizio culturale inestirpabile. A questo proposito, vale la pena di dare uno sguardo a un libro appena uscito per Einaudi e intitolato Io Khaled vendo uomini e sono innocente. Lo firma la giornalista Francesca Mannocchi, la quale racconta con dovizia di particolari la storia di un trentenne libico che di professione fa il trafficante di uomini. Lo scafista. Tuttavia, come dice il titolo del libro, Khaled ci viene descritto come innocente. Lui, carnefice, è a sua volta una vittima. Sapete, è libico, vive nell'inferno dei migranti, dunque anche se traffica in vite umane bisogna capirlo... Non è nemmeno la prima volta che, riguardo gli scafisti, si sentono riflessioni simili. Siamo sempre lì: al migrante, al discriminato per eccellenza, tutto è perdonato. Un po' come ai bambini: anche se fanno una marachella, sono pur sempre tenerissimi...