2020-11-29
Demonizzano la libertà di Ferragosto per insabbiare il disastro trasporti
Il governo incolpa la movida estiva per la seconda ondata, ma i positivi sono saliti vertiginosamente dai primi di ottobre, dopo l'apertura di scuole e uffici: la gente s'ammassava in treno e nei mezzi pubblici, mai potenziati.Una volta Ferragosto era sinonimo di allegria, gite fuori porta e bagni al mare. Insomma, una giornata spensierata da trascorrere all'aria aperta con amici e parenti. Complice l'avvicinarsi delle festività, il governo sta cercando di trasformare (...) la consueta pausa di mezza estate nell'origine di tutti i mali. «Il periodo natalizio richiede misure ad hoc», ha dichiarato pochi giorni fa il premier Giuseppe Conte, «si rischia altrimenti di ripetere il Ferragosto e non ce lo possiamo permettere: consentire tutte le occasioni di socialità tipiche del periodo natalizio non è possibile». A fare eco a Giuseppi, il ministro delle Attività culturali e del turismo Dario Franceschini: «Se cediamo salta tutto e rischiamo il bis di Ferragosto». Negli ultimi giorni Palazzo Chigi ha profuso enormi sforzi per demonizzare le vacanze estive. Ricordate il dito puntato contro la movida? Cambiata la stagione, lo scopo rimane il medesimo. E cioè incolpare i cittadini di tenere comportamenti irresponsabili e diffondere a macchia d'olio il contagio. Secondo la narrazione dell'esecutivo, le piste da sci equivalgono alle nuove discoteche, e i tradizionali cenoni di Natale e capodanno alla uscite estive in ristorante. In altre parole, pericolose occasioni per spargere il Covid a destra e a manca. Ragion per cui dovrà essere, sempre per usare le parole del premier, un «Natale sobrio», perché «una settimana di socialità scatenata significherebbe pagare a gennaio un brusco innalzamento della curva, in termini di decessi e stress sulle terapie intensive». Tradotto in altre parole: se i casi, i ricoveri e i morti aumentano è sempre e solo da attribuire ai comportamenti degli incauti cittadini.C'è da fare una doverosa premessa, e cioè che oggi ci troviamo in una situazione ben diversa sul piano epidemiologico rispetto a quella della scorsa estate. Oggi la circolazione del virus, seppure in vistosa diminuzione, è sostenuta in tutte le Regioni italiane. Se a luglio viaggiavamo su una media di circa 2-300 nuovi positivi al giorno, e gli attualmente positivi erano circa 15.000, oggi i nuovi casi giornalieri sono intorno alle 25-30.000 unità, con centinaia di decessi al giorno. Ma con i dovuti distinguo del caso, bisogna chiedersi quanto Ferragosto e la movida estiva abbiano contributo a portarci al punto in cui siamo oggi. Davvero le serate sulla pista da ballo e gli aperitivi in riva al mare hanno rappresentato la miccia che ha fatto esplodere il contagio? Se giudichiamo dai numeri, le cose non sembrano andate proprio in questo modo.Tutti i principali indicatori della diffusione del virus, infatti, assolvono Ferragosto. Prendiamo il numero dei casi. Da metà agosto in poi effettivamente c'è stato un incremento dei contagi. Per la prima volta da aprile, il totale degli attualmente positivi è cresciuto più di 1.000 unità al giorno, mentre i nuovi casi si sono attestati su una media di 1.000-1.500 unità al giorno. Un balzo in avanti dal punto di vista assoluto rispetto ai numeri post-lockdown. Parallelamente, tuttavia, il numero dei tamponi è aumentato vistosamente, passando dai circa 50.000 di luglio ai 100.000 di inizio settembre. È il periodo dei battibecchi tra il governatore sardo Christian Solinas e il sindaco di Milano Beppe Sala. Molti giovani di rientro dalle vacanze fanno il test, e questo fa lievitare il numero di tamponi eseguiti. Il rapporto tra positivi e tamponi, intorno allo 0,5% ai primi di agosto, rimane però intorno all'1,5% per diverse settimane. Tradotto, dopo un primo aumento non c'è stato il boom di contagi che ci si sarebbe potuto aspettare. Qualcuno potrà obiettare che nel frattempo il virus stava guadagnando terreno sottotraccia, con un forte numero di nuovi positivi sfuggiti al test. Ma il numero dei decessi, che di fatto rappresenta una fedele cartina di tornasole dell'andamento della pandemia, dicono tutt'altro. Fino a metà ottobre il numero dei decessi è rimasto infatti stabilmente sotto le 50 unità al giorno. Guardando i grafici, emerge invece un altro elemento. La curva dei positivi inizia a salire vertiginosamente dai primi di ottobre in poi, dunque un mese e mezzo dopo Ferragosto. Il 1° ottobre il numero dei casi sfonda quota 2.000, ma quindici giorni più tardi sono già 5 volte tanto. Stesso discorso per il rapporto positivi/tamponi, che nello stesso periodo passa dal 2% al 6%. Sono i giorni immediatamente successivi al rientro a scuola, e le immagini della calca sugli autobus e sui vagoni della metropolitana impazzano sui social. Le Regioni protestano per l'affollamento dei mezzi e chiedono di mettere in sicurezza il Paese, ma dal governo rispondono picche. Ma il ministro dei Trasporti Paola De Micheli, la stessa cioè che pochi giorni fa ha proposto di aprire le scuole nel fine settimana per diluire i flussi di alunni, si rifiuta di discutere della possibilità di introdurre una quota di riempimento. La catastrofe sanitaria è dietro l'angolo. Un mese dopo il contagio viaggia velocissimo e gli ospedali sono al collasso. Oggi anziché assumersi le proprie responsabilità il governo agita lo spauracchio del Ferragosto e scarica per l'ennesima volta le colpe sui cittadini. Quando invece l'unico colpevole della situazione odierna è proprio l'esecutivo.