2025-06-17
Addio Renault, de Meo si dà al lusso. Vuol dire che l’auto Ue non ha futuro
L’ex Fiat e Volkswagen a maggio aveva lanciato l’allarme sul settore («Il 2025 sarà l’anno decisivo») e combatteva contro le vetture a batteria e gli input tedeschi. Ora ha accettato l’offerta per risollevare Gucci.«L’Europa deve scegliere se vuole ancora essere una terra dell’industria automobilistica. Nel Vecchio continente il settore è in calo da cinque anni, parliamo dell’unico dei grandi mercati mondiali che non ha ritrovato il suo livello pre-Covid. Nel 2030, a questo ritmo di declino, sarà troppo tardi. Le sorti dell’automotive europea si giocano nel 2025...». In questi virgolettati c’è l’estratto di un’intervista congiunta che meno di un mese e mezzo fa, John Elkann (gran capo di Stellantis) e Luca de Meo (gran capo di Renault ed ex guida dell’associazione continentale Acea) avevano rilasciato al quotidiano francese Le Figaro. Intervista che ebbe una grande eco sia per la portata dei manager scesi in campo, sia per i contenuti. Un chiaro allarme sullo stato di salute delle quattro ruote zavorrate dall’improbabile processo europeo di passaggio (una parte fondamentale del Green deal) verso l’elettrico. Intervista che enfatizzava sopratutto l’aspetto temporale. Il messaggio era: «Fate presto». Concetto che assume ancor di più contorni nefasti se lo si legge alla luce di quanto successo domenica. A tarda sera sono iniziate a circolare le prime indiscrezioni sull’addio di de Meo alla Renault. Proprio il manager che poche settimane prima aveva messo tutti sul «chi va là» sulla crisi del settore e che più di ogni altro rappresenta passato (è stato in Fiat al fianco di Marchionne, quindi in Volkswagene e poi ha fatto le fortune di Renault), presente e si sperava futuro dell’industria dell’automotive, abbandona la barca. Segnale evidente che la barca sta affondando e che de Meo non ha nessuna voglia di farsi trascinare a fondo. In quella stessa intervista, il manager milanese aveva evidenziato un altro passaggio decisivo per i marchi europei, passaggio rispetto al quale andava fatta chiarezza, manco a dirlo, il prima possibile. «Tra i costruttori europei ci sono due scuole di pensiero», rincarava la dose, «quella di Stellantis e Renault Group, che insieme pesano il 30% del mercato, e che vogliono produrre e vendere auto popolari in Europa e per l’Europa; e quella dei marchi premium, per i quali l’Europa conta certamente, ma la cui priorità è l’esportazione. Da vent’anni, è la loro logica che ha dettato la regolamentazione del mercato». Insomma, Stellantis e Renault contro le grandi case tedesche e l’impressione è che anche su questo versante della storia, oltre che su quello delle vetture a batteria, l’ex delfino di Marchionne si sia sentito impotente. A prescindere dalle motivazioni basta dare una scorsa all’andamento in Borsa dei titoli direttamente interessati dal cambio di management per capire come il mercato l’abbia presa. Da una parte Renault che ha chiuso una giornata in costante rosso perdendo quasi l’8%. Dall’altra Kering, il colosso della moda che dopo un lungo corteggiamento è riuscito a conquistare il manager dell’automotive portandolo sulle passerelle. Bene, Kering (che vuol dire Gucci, Saint Laurent, Bottega Veneta, Balenciaga, Alexander McQueen, Brioni ecc) ieri è salita del 13,5%. Un’enormità se pensiamo che si tratta dello stesso gruppo che nell’ultimo anno ha perso circa il 36%. Effetto De Meo, sicuramente. Del resto, il manager che lascerà il ruolo di amministratore delegato di Renault il 15 luglio e inizierà la nuova avventura il 15 settembre durante il suo mandato quinquennale ha portato il gruppo dell’automotive a raddoppiare il valore delle azioni passando da perdite molto consistenti a un utile di quasi un miliardo. E questo mentre quasi tutti i diretti concorrenti moltiplicavano il calo di immatricolazioni e ricavi. Nessuna sorpresa quindi se François-Henri Pinault, il figlio del fondatore di uno dei colossi della moda mondiale, messo alle strette, dalla crisi di vendita, fatturato e per certi versi anche reputazionale degli ultimi anni, abbia puntato proprio su di lui per fare un passo di lato. «Come sapete», ha spiegato dopo l’annuncio, «sono alla guida del gruppo da oltre 20 anni. Durante questo periodo, sono orgoglioso di aver gestito la completa trasformazione di Ppr in Kering, che è diventata un attore puro nel settore del lusso. Ora il gruppo è pronto per una nuova fase del suo sviluppo. Già nel 2023 ho avviato una riflessione sull’evoluzione della governance», ha dichiarato l’imprenditore francese. «È in questo contesto che ho incontrato Luca de Meo. La sua esperienza alla guida di un gruppo internazionale quotato in borsa, la sua profonda comprensione dei marchi e il suo senso di una cultura aziendale forte e rispettosa mi hanno convinto che fosse il leader che cercavo per infondere una nuova visione e guidare questo capitolo della storia del nostro gruppo». Quello di Pinault è un auspicio. Nessuno conosce il futuro. Ma la certezza è che da oggi Gucci & C. hanno una possibilità in più di rimettersi in carreggiata, mentre l’industria dell’auto sembra finita definitivamente fuori strada.
Avete aperto la prima casella del calendario dell’avvento? Speriamo di sì! Si percepisce aria di festa ed ecco una ricettina sfiziosa per anticipare con queste ghirlande ghiotte le celebrazioni gastronomiche. Voi non lo sapete ma con questa preparazione abbiamo “inventato” una nuova sostanza: la “melatomina”. Il come lo scoprirete leggendo gli ingredienti. Anche la nostra particella come quelle seria la melatonina che aiuta il riposo, dà armonia se non altro al gusto.
Il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa (Ansa)
Rame, filiere e prezzi in altalena. Congo, il cobalto resta limitato e la pace non si vede. In India arriva la prima gigafactory cinese. I ricambi auto cinesi invadono la Germania.