
Restano tutti gli emendamenti ai danni del prodotto riscaldato. Dopo il caso Philip Morris, a cavalcare la scelta sono stati soprattutto i renziani. Salve bionde ed ecig.Mentre l'inchiesta sui presunti 2,4 milioni di euro della Philip Morris alla Casaleggio Associati ha preso la sua strada in Procura di Milano, l'eco mediatico sulla vicenda sembra finito. Eppure la battaglia fiscale che coinvolge soprattutto il tabacco riscaldato è entrata nel vivo in Parlamento. Dopo la notizia data dal Riformista a fine novembre sui finanziamenti del colosso americano al guru dei grillini, pur senza alcun nesso diretto la maggioranza con Pd, Leu, 5 stelle e Italia viva, sembra più che mai allineata nel proporre l'aumento delle tasse sulle sigarette Iqos sin dal prossimo decreto Bilancio. In sostanza, con un esecutivo alla ricerca più che mai di nuovo gettito fiscale, i giallorossi hanno deciso di colpire le sigarette che in teoria vengono usate per smettere di fumare e che hanno goduto in questi anni dell'aliquota agevolata al 25% rispetto alle sigarette tradizionali. Mentre proprio per queste ultime la situazione dovrebbe restare invariata. Sul tavolo sono pronti per finire in cottura quasi tutti gli emendamenti anti tabacco riscaldato e la decisione della maggioranza sembra presa. Certo le ultime ore sono fondamentali e non è detto che alla fine vengano ritirati o che persino il governo (il ministero dell'Economia) decida di dare parere contrario. Del resto da mesi gli emendamenti sul tabacco riscaldato rimbalzano da una commissione all'altra, basta fare un passo indietro e vedere quanto accaduto ad agosto quando non entrarono nel decreto rilancio. Adesso però lo schema è andato semplificandosi. Il primo emendamento è firmato da Elisabetta Muroni di Leu, insieme con Lia Quartapelle del Pd e molti altri, anche 5 Stelle. Punta a portare l'aliquota al 60%. Muroni lo aveva già presentato in agosto, spiegando che il provvedimento aveva il parere favorevole del ministero della Salute di Roberto Speranza. «Le nuove risorse deriveranno da una rimodulazione dell'accisa sui prodotti da tabacco riscaldato, che verrà portata dall'attuale 25 al 75% di quella applicata sulle sigarette tradizionali» sosteneva l'esponente di Leu. «Non una nuova tassa, ma una riduzione di uno sconto fiscale a vantaggio della nostra salute e del Sistema sanitario nazionale». Altro emendamento è quello firmato invece da Ettore Rosato e Mauro Del Barba di Italia viva di Matteo Renzi, l'area politica a cui è vicino proprio Il Riformista che ha dato la notizia su Casaleggio e Philip Morris. Su questo provvedimento c'è già stato uno scontro interno alla maggioranza, perché la norma punta a stanziare un milione di euro per gli Irccs, istituti di ricovero e cura a carattere scientifico. I soldi arriverebbero proprio dal raddoppio della tassazione sul tabacco riscaldato, da 25 al 50%. Ma c'è chi tra i grillini ha fatto muro. E infatti è proprio dei 5 stelle l'emendamento che forse potrebbe mettere tutti d'accordo. È firmato da Vita Martinciglio insieme con altri 70 parlamentari. Prevede una tassazione graduale del tabacco da riscaldare partendo dall'attuale sconto del 75% sino ad arrivare al 50% nel 2023. Sta di fatto che il prezzo delle sigarette che non bruciano potrebbe aumentare di un euro e così invertire il trend di abbandono del tabacco tradizionale. Ma bisognerà vedere alla fine cosa decideranno di fare gli sherpa del ministro dell'Economia Roberto Gualtieri. Il Mef fino adesso non si è mai espresso.
Stadio di San Siro (Imagoeconomica)
Ieri il Meazza è diventato, per 197 milioni, ufficialmente di proprietà di Milan e Inter. Una compravendita sulla quale i pm ipotizzano una turbativa d’asta: nel mirino c’è il bando, contestato da un potenziale acquirente per le tempistiche troppo strette.
Azione-reazione, come il martelletto sul ginocchio. Il riflesso rotuleo della Procura di Milano indica un’ottima salute del sistema nervoso, sembra quello di Jannik Sinner. Erano trascorsi pochi minuti dalla firma del rogito con il quale lo stadio di San Siro è passato dal Comune ai club Inter e Milan che dal quarto piano del tribunale è ufficialmente partita un’inchiesta per turbativa d’asta. Se le Montblanc di Paolo Scaroni e Beppe Marotta fossero state scariche, il siluro giudiziario sarebbe arrivato anche prima delle firme, quindi prima dell’ipotetica fattispecie di reato. Il rito ambrosiano funziona così.
Lo ha detto il vicepresidente esecutivo della Commissione europea per la Coesione e le Riforme Raffaele Fitto, a margine della conferenza stampa sul Transport Package, riguardo al piano di rinnovamento dei collegamenti ad alta velocità nell'Unione Europea.
Mario Venditti (Ansa)
Dopo lo scoop di «Panorama», per l’ex procuratore di Pavia è normale annunciare al gip la stesura di «misure coercitive», poi sparite con l’istanza di archiviazione. Giovanni Bombardieri, Raffaele Cantone, Nicola Gratteri e Antonio Rinaudo lo sconfessano.
L’ex procuratore aggiunto di Pavia, Mario Venditti, è inciampato nei ricordi. Infatti, non corrisponde al vero quanto da lui affermato a proposito di quella che appare come un’inversione a «u» sulla posizione di Andrea Sempio, per cui aveva prima annunciato «misure coercitive» e, subito dopo, aveva chiesto l’archiviazione. Ieri, l’ex magistrato ha definito una prassi scrivere in un’istanza di ritardato deposito delle intercettazioni (in questo caso, quelle che riguardavano Andrea Sempio e famiglia) che la motivazione alla base della richiesta sia il fatto che «devono essere ancora completate le richieste di misura coercitiva». Ma non è così. Anche perché, nel caso di specie, ci troviamo di fronte a un annuncio al giudice per le indagini preliminari di arresti imminenti che non arriveranno mai.
Alessia Pifferi (Ansa)
Cancellata l’aggravante dei futili motivi e concesse le attenuanti generiche ad Alessia Pifferi: condanna ridotta a soli 24 anni.
L’ergastolo? È passato di moda. Anche se una madre lascia morire di stenti la sua bambina di un anno e mezzo per andare a divertirsi. Lo ha gridato alla lettura della sentenza d’appello Viviana Pifferi, la prima accusatrice della sorella, Alessia Pifferi, che ieri ha schivato il carcere a vita. Di certo l’afflizione più grave, e che non l’abbandonerà finché campa, per Alessia Pifferi è se si è resa conto di quello che ha fatto: ha abbandonato la figlia di 18 mesi - a vederla nelle foto pare una bambola e il pensiero di ciò che le ha fatto la madre diventa insostenibile - lasciandola morire di fame e di sete straziata dalle piaghe del pannolino. Nel corso dei due processi - in quello di primo grado che si è svolto un anno fa la donna era stata condannata al carcere a vita - si è appurato che la bambina ha cercato di mangiare il pannolino prima di spirare.






