
La Corte dei conti boccia il bilancio dell’Agenas presentato da Enrico Coscioni, fedelissimo del presidente campano. Si tratta dell’agenzia che sorveglia i fondi da cui dipendono i trasferimenti alle Regioni per garantire i servizi essenziali.All’Agenas non tornano i conti. E non è certo una notizia incoraggiante considerato che si tratta dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, ovvero del «cane da guardia» della salute degli italiani che dovrebbe giocare un ruolo cruciale anche e soprattutto nella valutazione dei Lep (Livelli essenziali delle prestazioni) in vista dell’Autonomia differenziata. La relazione sulla gestione 2022, della Corte dei conti, è impietosa. All’epoca dell’esame contabile il presidente in carica era ancora Enrico Coscioni, fedelissimo del governatore dem della Campania, Vincenzo De Luca, sospeso dal Consiglio dei ministri nel giugno scorso dopo una inchiesta della Procura di Salerno che lo ha coinvolto insieme ad altri sei medici dell’ospedale Ruggi di Aragona. Coscioni, che aveva assunto l’incarico nel 2020 dopo essere stato per cinque anni consigliere per la sanità dello Sceriffo, è indagato per la morte, risalente al dicembre 2021, di un paziente operato al cuore. Nell’arteria della vittima fu ritrovato un lembo di garza dimenticato durante l’operazione, che era stata eseguita dal cardiochirurgo e dalla sua équipe. Il dossier della magistratura contabile analizza aspetti tecnici e formali di gestione dell’Agenas riscontrando diverse anomalie che sorprendono per la superficialità. A cominciare dalla nota integrativa al bilancio le cui informazioni, «appaiono ancora lacunose quanto ai giustificativi degli importi connessi agli utilizzi e agli accantonamenti a carico del Fondo rischi che ha subito un decremento a fine esercizio (-15%)». Le toghe si sono imbattute in analisi incoerenti «anche per quanto attiene alla corretta imputazione contabile al conto economico» oltre che in «alcuni errori materiali nell’ambito delle procedure di elaborazione dei prospetti della contabilità» e «refusi» presenti nella stessa nota. È stata poi registrata una «discordanza» tra l’avanzo del conto economico (pari a 34.147.462,50 euro) e l’«incremento della relativa voce di patrimonio netto» riscontrabile nello stato patrimoniale (34.952.150,89 euro); una differenza che, in prima battuta, sembrava incomprensibile ma che poi l’Agenzia ha spiegato come «mero errore materiale». Ovvero ammettendo l’inserimento, tra i documenti di bilancio, di una «stampa non definitiva del conto economico» che avrebbe fatto saltare i conti. Un foglietto provvisorio sul quale erano annotati oltre 804.000 euro di imposte di esercizio che «nella stampa di conto economico erroneamente allegata al rendiconto generale 2022 […] risultano doppiamente conteggiate, sia nella voce oneri diversi di gestione sia nella voce imposte dell’esercizio». Insomma, un pasticcio contabile che lascia perplessi soprattutto se si riflette sui volumi in gioco dell’Agenzia: 57 milioni di euro di valore della produzione con un avanzo economico di oltre 34 milioni. Un avanzo che non è certo segno di buona salute, considerato che si tratta di un ente pubblico che si occupa di un tema delicato come quello della sanità regionale. L’eccessiva liquidità, rilevano i magistrati, rappresenta una criticità in un’ottica di buona gestione. «Continua a registrarsi», spiegano le toghe, «la discordanza tra i valori della consistenza finale di cassa della situazione amministrativa al 31 dicembre e della disponibilità liquida alla stessa data riportata nell’attivo circolante dello stato patrimoniale»; una «sfasatura temporale tra acquisizione e spendita delle risorse assegnate» che l’Agenzia è stata ripetutamente chiamata a correggere per rendere omogenei i dati e soprattutto corretti dal punto di vista della successione degli esercizi contabili. Così come per le «riconciliazioni» tra le «movimentazioni del bilancio finanziario, soprattutto pregresse, e le relative registrazioni nella contabilità economico-patrimoniale» che di fatto generano una difformità a livello contabile che lascia perplessi. La relazione della Corte dei conti si sofferma ancora sulle operazioni di «riaccertamento» dei residui attivi e passivi provenienti dai bilanci anteriori al 2022. Nel conto economico sotto esame, l’Agenas presenta infatti un «saldo positivo delle partite straordinarie» completamente diverso (i magistrati parlano di «valori non […] coerenti») con quelli riscontrati nel passato che segnano, invece, performance peggiori per centinaia di migliaia di euro per residui attivi e passivi.Non va meglio se si confrontano i dati del bilancio con gli allegati da cui emergono «disallineamenti» che rischiano di compromettere la trasparenza e la corretta lettura dei dati economici. Concludono i giudici rilevando una «presenza di profili di criticità in ordine all’utile ed efficace impiego delle risorse in dotazione, che meritano di essere segnalati anche al Ministero vigilante per sollecitarne un approfondimento sulle relative cause, finalizzato anche ad una corretta definizione del fabbisogno finanziario annuo dell’Ente che grava sui trasferimenti statali».
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