2021-10-30
La polizia al municipio di Salerno. Per De Luca iniziano i sudori freddi
Vincenzo De Luca (Getty Images)
La squadra mobile ha acquisito atti e determine dirigenziali nell'ambito dell'inchiesta sulle coop rosse per cui rimane ai domiciliari Savastano, fedelissimo dello «Sceriffo» campano ed ex sindaco della città.Le due auto con i lampeggianti sul lato destro del tettuccio parcheggiate davanti al municipio hanno attirato subito l'attenzione dei curiosi. Il via vai di agenti con le pettorine blu è durato pochi minuti: «Il tempo di acquisire atti e determine dirigenziali, come disposto dall'autorità giudiziaria», dice alla Verità il capo della squadra mobile di Salerno Marcello Castello. L'inchiesta è quella che ha smantellato gli affidamenti delle potenti coop rosse salernitane e che sta facendo tremare i dem inseriti nei Palazzi del potere, non solo municipale. Ci sono tre canali al momento inesplorati che potrebbero portare dritti verso il palazzo della Regione Campania e il suo governatore Vincenzo De Luca, non indagato, citato 30 volte nell'ordinanza che ha privato della libertà uno dei suoi sherpa locali: Nino Savastano, consigliere regionale ed ex assessore alle Politiche sociali a Salerno, eletto in Regione con 16.569 preferenze, accusato di associazione a delinquere finalizzata alla turbata libertà degli incanti e corruzione elettorale, lasciato ai domiciliari ieri dal Tribunale del riesame, che ha rigettato il ricorso del suo avvocato. Quello che i salernitani chiamano «il cerchio magico» di De Luca, infatti, nelle carte dell'inchiesta coordinata dal procuratore Giuseppe Borrelli sembra seguire tre direttrici precise, legate ad altrettanti personaggi (anche se con ruoli diversi), tutti d'area piddina: Francesco Picarone, salernitano classe 1959, consigliere regionale eletto nel 2015 con 17.125 preferenze e riconfermato nel 2020 con 21.180 voti, che nell'ordinanza firmata dal gip Gerardina Romaniello è citato 35 volte; Dario Loffredo, ex assessore al Commercio del Comune di Salerno, di cui è stato consigliere dal 2011 al 2016; e Angelo Caramanno, anche lui assessore (all'Ambiente) durante la consiliatura 2016-2020: il suo nome ricorre 29 volte nell'ordinanza.I primi due compaiono nei pochi spazi non omissati dei lunghi verbali di Fiorenzo Vittorio Zoccola, ras delle coop sociali che, si ipotizza, in cambio di appalti, assorbivano i desiderata della politica e distribuivano voti, manu militari. Quanto a Caramanno, quando a citarlo sono gli indagati o i loro interlocutori, questo avviene in termini tutt'altro che di stima e complicità. La carriera politica di Picarone ha seguito molto da vicino quella del governatore sceriffo. Nel 1997 approda al Consiglio comunale della città campana, con De Luca rieletto per il secondo mandato. Nel 2001, mentre il sindaco trasloca, temporaneamente, in Parlamento, Picarone diventa assessore al Bilancio, carica che ricopre fino al 2011, quando diventa assessore all'Annona, durante il terzo mandato di De Luca. Entrambi, nel 2015, lasciano Salerno per la Regione Campania. Il sindaco come presidente e il suo assessore come consigliere regionale. Il rapporto politico con la corrente del governatore viene fotografato anche da alcune intercettazioni. In particolare, il 7 luglio 2020, in una conversazione, Zoccola e Adolfo Salsano ricordano la richiesta di aiuto per il tesseramento ricevuta da Picarone. E Salsano dice: «Arriva Piero De Luca (figlio del presidente della Regione Campania, ndr), chiama a Franco Picarone. Dice così: Stammi a sentire Franco mi devi dare una mano perché c'è uno che vuole prendere... vogliono occupare il partito […] Franco Picarone prende e che fa? Chiama a Vittorio Zoccola (nel frattempo si ascolta la risata di Zoccola, ndr), dice: “Scusa, mi puoi dare una mano vorrei fare due tre tessere…"». E in una telefonata del 14 febbraio 2020, intercettata sul telefono di Picarone, salta fuori il suo interessamento diretto per le cooperative. Il consigliere regionale chiama Zoccola e dopo i convenevoli chiede: «Senti Vittorio so che avete questa cena con De Luca la sera... domenica [...] siete soltanto voi e lui?». Zoccola lo rassicura: «Nooo... tutte le cooperative…». Picarone, però, vuole sapere se ci sono politici: «No, voglio dire non ci stanno altri esponenti politici spero...». E il suo interlocutore chiosa: «No... no... quali esponenti politici... nessuno! A meno che lui non porta i figli...». Nell'interrogatorio del 22 ottobre scorso, davanti al procuratore Borrelli e ai sostituti Elena Cosentino e Guglielmo Valenti, Zoccola ha anche sostenuto di essere stato il tramite del governatore per comunicare al mondo delle cooperative come smistare le preferenze alle regionali: «Ad esempio, l'indicazione del presidente De Luca circa la ripartizione dei voti alle regionali tra Savastano e Picarone, nella misura del 70 e 30 per cento, fu da me veicolata alle altre cooperative [...]. L'indicazione 70-30 la ricevetti a giugno direttamente da Vincenzo De Luca che incontrai casualmente». L'altro nome che ricorre è quello di Loffredo. Di lui ai magistrati che lo interrogano Zoccola dice: «La cooperativa Lavoro vero fa capo a Loffredo, assessore al Comune di Salerno. I rapporti con Loffredo si sono instaurati successivamente alla costituzione e si sostanziano nella tutela che questi garantisce alla cooperativa per la continuità del lavoro. Il presidente della cooperativa ha avuto un incarico in una azienda pubblica anche se non ricordo quale […]. Tutelare la continuità significa che Loffredo è (qui il verbale si fa sgrammaticato, ndr) interloquire della cooperativa ogni qual volta deve sollecitarsi una delibera che possa favorirla». E, infine, c'è Caramanno: dalle intercettazioni non risulta tra i graditi ai ras delle coop e, per questo, potrebbe diventare un testimone chiave. Il 18 febbraio 2020, nel commentare al telefono con Zoccola la presenza di Caramanno a una riunione, Horace Di Carlo, consigliere comunale della lista Salerno dei giovani, dice: «C'era anche l'assessore, lo scienziato di Caramanno “fazzolettino"...». Ancora più esplicito è Zoccola, quando, il 24 settembre 2020, conversa con Savastano: «[…]... io te lo sto dicendo appena ti nominarono assessore vedi che Caramanno non è buono». Un ruolo centrale in questa storia lo ricopre Roberto Nobile, funzionario comunale. Nobile è stato responsabile unico del procedimento di una gara sulle cooperative nel 2017. In quella gara, secondo il gip, Nobile «adotta un provvedimento di esclusione di due cooperative, 3 Sss e Terza dimensione, in quanto ritenute riferibili ad un unico centro di interesse. In effetti, le due cooperative (che le indagini dimostreranno essere direttamente riconducibili a Fiorenzo Zoccola) erano rappresentate da Giorgio Lucia ed Emanuele Zoccola, rispettivamente moglie e figlio di Fiorenzo». E che Nobile ci avesse visto giusto sembra confermarlo un'intercettazione tra Zoccola e Savastano, nella quale quest'ultimo chiede: «I presidenti sono già variati quindi?». Sentendosi rispondere: «Ma i presidenti sono variati da due anni quando quel porco di Nobile ha accusato mio figlio che era il figlio di mia moglie». «Ecco», spiega alla Verità un investigatore davanti al Crescent, mega struttura voluta da De Luca, a due passi dalla Questura, «lo scambio dei presidenti è il cuore dell'indagine».Per ritorsione, Zoccola avrebbe chiesto l'estromissione del funzionario «da ogni incarico, per evitare ostacoli nella realizzazione del suo disegno criminoso». Il 15 dicembre, Luca Caselli, direttore del settore ambiente del Comune di Salerno (indagato per corruzione e turbativa, per lui il gip ha disposto gli arresti domiciliari), è al telefono con Nobile. I due discutono di una determina ed emerge che stanno trattando temi legati alle cooperative. Caselli spiega che si sta adoperando per non fargli addossare responsabilità e il discorso va a cadere anche su Caramanno: «Vedi che io ogni volta che passa qualcuno delle cooperative, […] ogni volta ti sto facendo una riabilitazione morale e coso… perché giustamente tu non ci... né tu e neanche quell'altro scemo di Caramanno, perché pure lui non c'entra niente, che c'entra pure lui...». E Nobile commenta: «E va be' quella è tutta un opera fatta da ... “sappiamo da chi"...».