2021-01-10
De Luca bluffa sulla card vaccini. Ma l’idea della tessera fa proseliti
Il governatore Pd della Campania annuncia la patente di immunità per «andare al ristorante o al cinema»: l'iniziativa però è incostituzionale. Anche se in Italia e in Europa aumentano i sostenitori della schedatura.A Napoli da sempre ci si ingegna, anche contro il Covid. E non solo procurando falsi certificati di negatività a chi deve viaggiare, come denunciato un mese fa dal programma Le Iene. Venerdì è stato il governatore Vincenzo De Luca a far sfoggio di creatività partenopea esibendo la carta di immunità che si è inventato per il popolo campano. L'ha esibita per primo, bruciando sul tempo analoghe iniziative vagheggiate dal ministro della Salute, Roberto Speranza, o dal commissario straordinario, Domenico Arcuri. Lo «sceriffo» del Pd ha approfittato della consueta diretta su Facebook per mostrare il patentino made in Campania, con il quale vuole imporre la sua legge «tutti vaccinati», altrimenti si ha finito di vivere. «Ai cittadini che si faranno il vaccino, dopo il richiamo daremo una tessera di avvenuta vaccinazione come questa», ha spiegato De Luca, mostrando la card «che sul retro ha un chip. Ogni cittadino avrà la sua registrazione e tra un mese la potrà esibire al ristorante, al cinema, in una condizione di maggiore sicurezza». Ha poi aggiunto: «Ci auguriamo che sia un bel incentivo a farsi vaccinare». Più che uno stimolo, la mossa del governatore risulta una bella violazione della Carta costituzionale perché, nemmeno se un determinato trattamento sanitario diventasse obbligatorio per disposizione di legge, non lo si potrebbe imporre violando i limiti imposti dal rispetto della persona umana. De Luca si è mosso in gran fretta, dando una bella spallata ai diritti dei suoi concittadini. A tutto il Paese ha voluto dimostrare che nell'emergenza sanitaria le maniere forti sono giustificate. Contro l'iniziativa del governatore si è mosso «L'Osservatorio permanente sulla legalità costituzionale» di Generazionifuture.org che ieri in un documento ha dichiarato: «Nessun atto normativo, o ancor meno amministrativo, con cui la Regione Campania dovesse introdurre la carta, individuando delle discriminazioni tra vaccinati e non vaccinati, sarebbe legittimo». Gli avvocati e i giuristi che compongono il Comitato Rodotà fanno notare che il presidente campano «non ha precisato come intenderà superare, con la tessera di avvenuta vaccinazione, l'ostacolo del necessario consenso del cittadino alla rivelazione dei propri dati sanitari. Né quali conseguenze deriveranno a coloro che, invece, la tessera non l'avranno e neppure che cosa intenda per “andare al cinema in condizione di maggiore sicurezza"». A loro avviso, Vincenzo De Luca è rimasto nel vago perché «l'ordinamento giuridico non gli attribuisce tali poteri». Ricordando che l'articolo 32 della Costituzione tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo, e che i trattamenti sanitari obbligatori diventano legittimi solo se disposti espressamente da una legge statale, l'Osservatorio fa presente che «come ben chiarisce la stessa Aifa nel proprio sito ufficiale, “è plausibile" la capacità immunizzante del vaccino, ma ad oggi non v'è certezza scientifica». E se il vaccino immunizzasse solo il vaccinato «senza escluderne la contagiosità», farsi somministrare il farmaco sarebbe «una scelta legata a convinzioni intime» ma «non vi sarebbe alcuna base per imporre un obbligo». La conclusione è chiara, non si può obbligare qualcuno a vaccinarsi. Inoltre, rilasciare un eventuale patentino di immunità non implica che il cittadino sia poi disponibile a esibire la carta. Fino a qui, le ingiustificate quanto pericolose forzature del presidente De Luca, calpestando diritti costituzionali e libertà fondamentali. Purtroppo, però, da più parti si sta insistendo sull'opportunità di una tessera dell'avvenuta vaccinazione. Un lasciapassare che nulla ha a che fare con la registrazione effettuata dall'operatore sanitario, dopo che è stato inoculato il siero anti Covid. La «verifica della somministrazione per sapere come si chiamano le persone che hanno fatto il vaccino e dove lo hanno fatto», annunciata da Arcuri quando lo scorso novembre parlava della piattaforma informatica che sta progettando con il ministero della Salute, si preannuncia come un certificato di vaccinazione che potrebbe assomigliare al CommonPass per i viaggiatori, sul quale stanno puntando le compagnie aeree. Sul sito del ministero, nell'elenco delle domande più frequenti con le relative risposte si dichiara: «Al momento non è intenzione del governo disporre l'obbligatorietà della vaccinazione. Nel corso della campagna sarà valutato il tasso di adesione dei cittadini». Qualche riga più in basso, però, si legge: «Sicuramente sarà rilasciata una normale certificazione di avvenuta vaccinazione. Istituzioni internazionali quali la Commissione europea e l'Oms stanno valutando una proposta di certificato internazionale digitale». Non sarà il «distintivo» voluto dal governatore della Campania, da appendere al bavero dei cittadini diventati virtuosi dopo una puntura nel braccio, ma l'idea che prende piede è di identificare i soggetti immuni al Covid con una tessera di riconoscimento. Profondamente anticostituzionale e discriminante, perché chi sceglie di immunizzarsi avrà «una maggiore mobilità», come dichiarava il premier Giuseppe Conte nella conferenza di fine anno. «Ci sono proposte», spiegava, decisioni non sono ancora state prese ma per il presidente del Consiglio l'idea di un patentino digitale dell'immunizzazione non è affatto male. Contrario, invece, «fino a quando non sapremo quanto dura il vantaggio della vaccinazione. Ci sono ancora troppe cose che non sappiamo» si è dichiarato Silvio Garattini, farmacologo e presidente dell'Istituto Mario Negri, qualche giorno fa sul Fatto Quotidiano. Ieri, intanto, alle 15 i vaccinati nel nostro Paese erano 512.824, le dosi somministrate hanno rappresentato il 55,8% delle dosi consegnate.
Giorgia Meloni al Forum della Guardia Costiera (Ansa)
«Il lavoro della Guardia Costiera consiste anche nel combattere le molteplici forme di illegalità in campo marittimo, a partire da quelle che si ramificano su base internazionale e si stanno caratterizzando come fenomeni globali. Uno di questi è il traffico di migranti, attività criminale tra le più redditizie al mondo che rapporti Onu certificano aver eguagliato per volume di affari il traffico di droga dopo aver superato il traffico di armi. Una intollerabile forma moderna di schiavitù che nel 2024 ha condotto alla morte oltre 9000 persone sulle rotte migratorie e il governo intende combattere. Di fronte a questo fenomeno possiamo rassegnarci o agire, e noi abbiamo scelto di agire e serve il coraggio di trovare insieme soluzioni innovative». Ha dichiarato la Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni durante l'intervento al Forum della Guardia Costiera 2025 al centro congresso la Nuvola a Roma.
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