2025-07-14
«Nella guerra dei dazi abbiamo armi spuntate. Colpa del modello Ue»
Armando Siri (Getty Images)
Il leghista: «L’Europa agevoli la riduzione delle tasse. Molti gay votano a destra e non si sentono rappresentati dai Pride».Armando Siri, responsabile Dipartimenti della Lega, siamo arrivati a metà legislatura, siete soddisfatti? «Siamo concentrati a fare di più e meglio. C’è ancora tanto da fare: diminuire le imposte per aumentare stipendi e redditi. Occorre rafforzare l’investimento, non solo economico ma di visione sulla scuola, dove il ministro Valditara sta facendo un ottimo lavoro con misure come la reintroduzione del latino, il divieto di cellulari in classe, sanzioni per le aggressioni agli insegnanti e progetti internazionali. È stato inaugurato un Its ad Addis Abeba per la formazione di professionalità che possono poi essere inserite nel contesto produttivo e sociale in modo adeguato. Questo è ciò che si deve intendere quando si parla di immigrazione: programmi e collaborazione, non sfruttamento e illegalità». Sulla pace fiscale, a che punto siamo?«In dirittura d’arrivo: avremo a breve il provvedimento per milioni di cittadini onesti, in regola con la dichiarazione dei redditi, che hanno accumulato sanzioni, aggi e interessi e non riescono a regolarizzare la posizione. Pagheranno quello che devono, con 120 rate tutte uguali. Lo Stato incassa, loro tornano a lavorare sereni e a pagare le imposte». Avevate promesso anche l’estensione a 100.000 euro della Flat Tax… «Ci stiamo lavorando. È un obiettivo di legislatura, e come Lega manterremo la parola». Ma gli alleati non sembrano così propensi. Forza Italia parla di cuneo fiscale… «La Flat Tax è nel programma comune di governo: la faremo. Dobbiamo mantenere gli impegni con gli elettori, l’astensione è al 50% e non è un buon segno per nessuno». Mentre voi promettete meno imposte in Italia, Trump ottiene la cancellazione della Global Minimum Tax. Voi invece eravate tra quelli che volevano che le multinazionali pagassero le tasse come tutti, avete cambiato idea? «Assolutamente no, ma cambia lo scenario. Trump difende gli interessi Usa e l’Ue ha le armi spuntate avendo preferito, alla crescita, l’austerity e il Green deal, con l’Italia che paga ancora una volta il prezzo degli interessi franco-tedeschi. Quello Ue è un modello economico che adesso mostra tutti i suoi errori. Errori che noi avevamo già previsto. Dunque adesso se con gli Usa non abbiamo margini, almeno troviamoli all’interno. L’Ue agevoli la riduzione delle imposte, degli oneri e della burocrazia a carico delle imprese locali, soprattutto le piccole e medie». La guerra e Gaza. Trump vorrebbe farci la Las Vegas del Medioriente e chi lo critica viene definito antisemita. « Non scherziamo e non strumentalizziamo. Le immagini da Gaza sono terribili, le armi devono tacere. Il massacro di Hamas del 7 ottobre non va dimenticato, ma la legge del taglione è fallimentare. Nessun innocente, per di più bambino, deve pagare il prezzo politico del terrorismo. La questione dei rapporti israelo-palestinese è molto complessa e l’antisemitismo non c’entra nulla, perché un ebreo e un palestinese sono entrambi semiti. Questo è un ciclo di odio e violenza alimentato da ragioni politiche. L’unica via è la costituzione di due Stati autonomi e sovrani che si riconoscano e si rispettino entro confini definiti. Per arrivare a questo, Israele risolva la questione dei coloni, i palestinesi quella di Hamas. Serve una conferenza di pace promossa dai Paesi arabi confinanti che, al netto di qualche slogan per tenere buone le proprie popolazioni, in realtà fanno poco o nulla. Il mondo, tutto, non può pensare di poter gettare il bambino con l’acqua sporca. Quel bambino, in particolare per noi cristiani, ha il volto di Gesù, nato in quelle terre, e oggi più che mai, duemila anni dopo, dovremmo essere capaci di dimostrare che qualcosa del suo insegnamento l’abbiamo capito. O vogliamo lavarcene le mani un’altra volta?». Qualcuno, anche dalle vostre parti, crede che Israele sia un baluardo contro l’islam che sta invadendo l’Occidente. «Ci sono due piani: uno religioso e uno economico e geopolitico. In alcuni casi si intersecano, in certi altri no. Molti Paesi arabi fanno affari con Israele, quando ci sono i soldi di mezzo la religione non conta. È come col Covid, se stavi seduto al tavolino del bar fino alle 18 non ti contagiavi, ma se passeggiavi alle 20 il virus ti avrebbe stecchito. Sono quei paradossi che solo la stupidità consente di non vedere. L’islam di per sé non vuol dire niente. Quando qualche emiro viene a Roma e si compra mezza Italia, non è forse l’islam che invade l’Occidente? Il punto è: perché da noi arrivano clandestinamente migliaia di disperati e in parte delinquenti? La risposta è sempre la stessa: perché qualcuno ci guadagna. Segui i soldi e avrai sempre la risposta giusta. Il problema è più profondo e riguarda semmai la debolezza endemica della nostra cultura e del nostro modello valoriale. Non facciamo più figli, e non certo solo per problemi economici ma perché siamo più egoisti, abbiamo più pretese e meno disponibilità al sacrificio e questo nel contesto globale ci indebolisce. Perché se vuoi gli stessi servizi, ma non vuoi che i tuoi figli facciano i camerieri, i baristi, gli idraulici o i facchini ma vadano a studiare a Londra, qualcun altro dovrà farlo al posto loro. Ma tra un po’ finirà anche questo modello perché le terze e quarte generazioni di immigrati cominciano anche loro ad assomigliare agli occidentali. E quindi abbiamo pronta la soluzione: le macchine, i robot, gli algoritmi e la realtà virtuale. Anche Trump qualche giorno fa ha ammesso che questo mondo è orribile». Si può cambiare? «Il mondo è un nostro riflesso: se cambi tu, cambia il mondo. Ma nessuno è disposto a cambiare davvero sé stesso. Così, per giustificarsi, ciascuno guarda il mondo che non gli piace, pieno di ingiustizie e aberrazioni, e come davanti allo specchio nel quale si vede spettinato, pettina lo specchio». Un po’ troppo filosofo, non crede? « Meglio che cinico: la politica senza filosofia si ridurrebbe alla mera gestione condominiale. Senza visione, subiamo quella altrui. I veri filosofi oggi sono a Cupertino, in Corea del Sud o in Cina a progettare un futuro dell’umanità davvero discutibile» Intanto la Cassazione ha criticato aspramente il decreto Sicurezza, si rischia davvero l’incostituzionalità? «Il Parlamento fa le leggi, la magistratura le applica. I commenti sono tecnici, non decisivi. Dobbiamo disinnescare i contrasti: la magistratura tuteli la legalità anziché mettere in discussione le sanzioni per chi commette reati, anche se si tratta di una donna incinta sorpresa a rubare in metropolitana o di un senzatetto che occupa abusivamente una casa. Le casistiche di contesto, sociale o personale non possono essere affrontante contraendo lo Stato di diritto, semmai con la prevenzione e il welfare. Il problema è che in Italia sembra tutto più facile per chi non ha nulla da perdere piuttosto che qualcosa da difendere». La riforma della giustizia è la soluzione? « È un passo avanti, se in collaborazione con la magistratura. Serve indipendenza reciproca. Lo stravolgimento dell’art. 68 ha squilibrato i poteri. Ripristinare l’equilibrio porterebbe serenità nella preziosa impalcatura costituzionale». Parliamo di diritti civili. Due settimane fa a Budapest ha sfilato il Pride che Orbán, vostro amico e alleato aveva vietato. L’amore si può vietare per legge come ha detto la sinistra?«Ognuno ama chi vuole e come vuole nel rispetto della dignità dell’essere umano e nel libero consenso reciproco. Questo è un diritto che nessuno nega. Altra cosa è il Pride che, se all’inizio aveva una missione extra politica, a cui va riconosciuto il merito di sensibilizzare sulla condizione degli omosessuali, oggi è diventato solo l’espressione di una parte politica contro un’altra. Molti omosessuali votano a destra, e oggi non si sentono rappresentati dal Pride. Non è la sinistra con la sua cultura woke la depositaria dell’amore omosessuale. In Iran gli omosessuali vengono uccisi. Il Pride allora dovrebbe focalizzarsi in quei Paesi, non strumentalizzare e sfilare con sui carri le bandiere di uno Stato che li perseguita». E sul fine vita voi siete favorevoli? « La situazione è complessa e richiederebbe una riflessione più ampia. La maggior parte degli italiani sono favorevoli a sottrarre alla sofferenza malati che non hanno più alcuna speranza, ma sdoganando la facoltà di disporre della vita si rischiano anche degli abusi. Di sicuro nessuno dovrebbe essere felice di porre fine alla vita di un altro essere umano, ma forse alle sue inevitabili sofferenze sì. Su questo si apre tutto il tema delle cure palliative che già esistono. La decisione deve essere equa, considerando malati e familiari. Ciascuno è giusto che si esprima secondo coscienza».
«The Iris Affair» (Sky Atlantic)
La nuova serie The Iris Affair, in onda su Sky Atlantic, intreccia azione e riflessione sul potere dell’Intelligenza Artificiale. Niamh Algar interpreta Iris Nixon, una programmatrice in fuga dopo aver scoperto i pericoli nascosti del suo stesso lavoro.