2021-04-21
Dati vecchi e parola solo alla sinistra. Così «Report» infanga la Lombardia
Attilio Fontana (Pier Marco Tacca/Getty Images)
Fabrizio Cecchetti (Lega): «Trasmissione megafono del Pd». Presentato esposto all'Agcom.L'ultimo servizio di Report contro la Lombardia non poteva che intitolarsi «Aria fritta». L'intenzione del vicedirettore Sigfrido Ranucci e dei suoi collaboratori era di giocare sul nome del sistema di prenotazioni Aria, andato in tilt due mesi fa e sostituito dal portale informatico delle Poste, ma il titolo era comunque perfetto anche senza la battuta di spirito. Rappresentava infatti al meglio i contenuti del programma di Raitre, con l'effetto di dipingere a tinte fosche la sanità della Regione più grande d'Italia, dove anche durante la pandemia (annus horribilis 2020) quasi 200.000 italiani sono andati a farsi curare dalle altre città della penisola.Questa volta nel centro del mirino c'era la campagna vaccinale, che ha sofferto una partenza lenta e un buon numero di disguidi come nel resto d'Italia. Ma che, una volta corretti gli errori, sta dando risultati in linea con le aspettative. Non per Report, fermo ai dati di marzo e accusato di essere «indegno del servizio pubblico». Lo dichiarano i deputati della Lega Fabrizio Cecchetti, segretario della Lega Lombarda, Massimiliano Capitanio, capogruppo in Vigilanza Rai, e la senatrice Simona Perfreffi, i quali hanno presentato un esposto all'Agcom e un'interrogazione in Vigilanza per sottolineare l'accanimento. «In primo luogo si è parlato solo di alcuni singoli problemi organizzativi avvenuti a marzo, senza minimamente accennare ai 2,5 milioni di vaccinati, al fatto che è la prima regione per inoculazioni, avendo tra l'altro esaurito tutte le prenotazioni degli over 80 è iniziato quelle degli over 65, con un picco di 51.000 iniezioni giornaliere e strutture pronte per 100.000 somministrazioni», spiega Cecchetti. Poi sottolinea una seconda anomalia di comunicazione del programma televisivo: «L'altro sfregio al servizio pubblico è il suo confezionamento mascherato. Sembra l'ufficio stampa del Pd. In ordine sfilano, senza contraddittorio, consiglieri regionali dem Simone Astuti e Piero Bussolati, i sindaci piddini Gianluca Galimberti (Cremona) ed Emilio Del Bono (Brescia), l'assessore di Crema Attilio Galmozzi presentato in veste di medico ma in realtà esponente dem, il membro del cda di Aria Mario Mazzoleni in quota opposizione». Nel servizio che dovrebbe essere equilibrato per antonomasia fa passerella anche l'europarlamentare di Rifondazione comunista Vittorio Agnoletto, oggi speaker di Radio Popolare. «Queste appartenenze politiche sono state volutamente nascoste ai telespettatori», conclude Cecchetti «tradendo la fiducia di chi paga il canone. Report non fa un torto alla Lombardia ma al giornalismo e alla verità. L'accanimento mediatico spaventa le persone». La linea politica del Pd, tornato dominante in Rai, è quella di ingaggiare il virus per scopi elettorali. Lo sta facendo senza pudore da più di un anno e conta sui molti sodali nelle stanze del potere dei media. La narrazione di Report, per Cecchetti, «manca di rispetto per il personale sanitario che lavora nelle strutture ed è al limite della denuncia per procurato allarme». Poiché il piano vaccinale regionale funziona e i numeri sono i migliori d'Italia (in rapporto a dieci milioni di cittadini), il quadro a tinte fosche potrebbe essere un boomerang per chi lo dipinge. «I lombardi toccano con mano ogni giorno qual è la realtà». Lo confermano le migliaia di italiani che, al di là delle narrazioni più o meno impressioniste e alle strategie postmarxiste del ministro Roberto Speranza descritte nel suo libro fantasma, sanno da soli dove trovare le cure migliori per guarire. Il resto è davvero aria fritta.
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