2022-03-02
Dall’isolamento al panico bancomat. La strategia delle sanzioni «mirate»
San Pietroburgo. Euro e dollaro in impennata a un ufficio cambio (Ansa)
La stretta sulla galassia finanziaria di Mosca ha come obiettivo finale scuotere i cittadini.Dopo l’esitazione iniziale e non poche contraddizioni nelle prime ore dell’invasione russa in Ucraina, gli Stati Uniti e la Ue stanno procedendo nella direzione che, se sostenuta nei prossimi giorni, rischia di erigere un argine virtuale attorno al sistema bancario e finanziario russo, condannandolo all’implosione. Centrale in questo approccio ibrido dell’Occidente è l’utilizzo strategico, e non statico, delle sanzioni che, attraverso la modulazione dinamica della loro intensità e del raggio di estensione nella loro applicazione, mira a generare aspettative destabilizzanti nei confronti di tutti coloro che operano in contropartita del sistema bancario e finanziario russo con l’obiettivo di scatenare vendite indiscriminate di titoli russi sui mercati finanziari internazionali e, idealmente, la corsa dei depositanti russi agli sportelli bancari. Dal punto di vista sostanziale, equivarrebbe a un attacco mortale inferto al cuore di questo Paese, pur senza sparare un colpo. Ma quali sono esattamente i benefici, gli strumenti e gli obiettivi di questa risposta ibrida? Procediamo con ordine. Il beneficio è quello di preservare l’approvvigionamento di risorse energetiche dalla Russia, a meno di una sua risposta contro-sanzionatoria verso l’Occidente, isolando in modo chirurgico i canali di pagamento necessari per alimentare tale fabbisogno. La strategia scelta dal G7 e alla quale anche le autorità europee stanno dando seguito in queste stesse ore prevede, in campo finanziario, l’esclusione per alcune istituzioni russe dai mercati finanziari internazionali e dal sistema di messaggistica internazionale Swift utilizzato per i bonifici bancari, il congelamento delle riserve internazionali detenute dalla banca centrale russa presso banche centrali occidentali e altri provvedimenti mirati. Trattandosi di un approccio strategico, esso per sua natura tende ad essere selettivo, si espone alla critica di essere parziale ed incompleto, e rischia di essere meno efficace di un embargo generalizzato. Il blocco di alcuni operatori russi da Swift non implica, come erroneamente sostenuto da alcuni, che le entità russe il cui accesso è stato ristretto non potranno onorare i pagamenti dovuti. Lo potranno sempre fare, ma utilizzando altre tecnologie, obsolete e con maggiori costi di transazione. Tuttavia, diventare il bersaglio di attacchi sanzionatori concentrici e mirati, come quelli su Sberbank, la banca di importanza sistemica in Russia, ha l’effetto di isolarla immediatamente dai mercati finanziari, dal momento che le entità con cui dovrebbe operare ne scontano già le potenziali difficoltà. In seguito a pesanti fuoriuscite di liquidità, la Bce ha già valutato che alcune consociate europee di Sverbank sono a rischio fallimento. Non bisogna neanche sottovalutare lo stigma reputazionale che ne consegue dal mantenere posizioni aperte con questa ed altre entità. Non è un caso che le maggiori banche internazionali sono da giorni impegnate a chiudere le posizioni aperte con intermediari finanziari russi, anticipando la probabile escalation delle sanzioni certo, ma anche nell’intento di mitigare lo stigma reputazionale che altrimenti ne deriverebbe. Le maggiori società petrolifere europee hanno già annunciato, o stanno considerando, la dismissione di tutte le loro attività in Russia. Come immediata conseguenza, importanti aziende russe in questo settore hanno visto dimezzare la loro capitalizzazione presso la borsa di Londra nel giro di poche ore. A Mosca, le autorità regolamentari hanno sospeso gli scambi su titoli quotati da lunedì. A breve, i rating delle società russe verranno aggiornati e declassati a livello di «spazzatura».Il congelamento delle riserve internazionali della banca centrale russa sta determinando la scarsezza di valuta pregiata in Russia, tradizionale bene rifugio per le élite di questo Paese. Non è sorprendente che il rublo sia collassato nel cambio contro il dollaro: le sanzioni imposte alla Banca centrale, peraltro, le riducono la capacità di intervento a sostegno della propria valuta, accentuandone le aspettative di deprezzamento. Gli operatori sui mercati che garantiscono la liquidità su un titolo quotato, i cosiddetti market maker, stanno praticando condizioni estremamente penalizzanti mentre in Russia le file ai bancomat diventano più lunghe e il contante scarseggia, anche non si registrano fenomeni di panico.L’obiettivo è di generare la fondata percezione di un sistema finanziario sotto assedio e, dunque, in difficoltà, minandone la fiducia ultima dei suoi depositanti, costringendoli auspicabilmente a un ritiro in massa dei loro depositi. È, questa, un’opzione «nucleare» cui nessun governo potrebbe sopravvivere, neanche la dittatura di Vladimir Putin. Vedremo se, nei prossimi giorni, l’Occidente avrà la forza di serrare la tenaglia, come Putin sta già facendo con i suoi militari sul campo in Ucraina.@domeniclombardi
Ecco #EdicolaVerità, la rassegna stampa podcast del 12 settembre con Flaminia Camilletti
Charlie Kirk (Getty Images)