La Rossoneri Sport, anche dopo la cessione della squadra, avrebbe saldato diversi «conti» relativi alla società Dai 16 milioni al manager fino all’acconto da 12 milioni alla banca e ai 600.000 euro per l’avvocato del cda.
La Rossoneri Sport, anche dopo la cessione della squadra, avrebbe saldato diversi «conti» relativi alla società Dai 16 milioni al manager fino all’acconto da 12 milioni alla banca e ai 600.000 euro per l’avvocato del cda.Ci sono i 602.830 euro versati allo studio legale Fivelex, in cui esercita l’avvocato Alfredo Craca, che oltre ad essere l’attuale segretario del consiglio di amministrazione del Milan ha anche assistito il club rossonero nel passaggio di proprietà da Elliott a RedBird. I 16 milioni e qualche spicciolo dati il 12 gennaio del 2023 ad Elliott Associates Lp ed Elliott International Lp come «Repayment Efthimios Gazidis», il manager che ha ricoperto la carica di amministratore delegato dei rossoneri fino al 5 dicembre del 2022. I 12 milioni e passa per Jp Morgan securities e i 5 per Bank of America, gli istituti che hanno svolto il ruolo di advisor finanziari delle stessa operazione di vendita, e i 231.121 euro per Ey (Ernst & Young advisory) datati settembre 2022, senza alcuna specifica e senza che sia dato sapere che ruolo abbia avuto la multinazionale britannica nel passaggio di proprietà. Tutti questi pagamenti, insieme a una serie di altre spese che potremmo definire minori, sono partiti negli scorsi mesi dalle casse della Rossoneri Sport, la società lussemburghese che aveva in pancia il Milan fino a fine agosto del 2022, la data della cessione del club a Redbird. Tutti versamenti successivi a quella data, e che fanno riferimento a conti correnti sottoposti a pegno. Si tratta di servizi per il Milan e quindi è normale chiedersi se non dovessero essere contabilizzati nel bilancio del società di calcio piuttosto che essere accollati alla «scatola» con sede in Lussemburgo. Sono questi alcuni dei particolari che emergono dalla richiesta di Blue Skye, l’ex socio di minoranza di Elliott quando era proprietario del Milan, di dichiarare l’insolvenza delle due società lussemburghesi, la stessa Rossoneri Sport e Project Redblack, attraverso le quali il fondo di Paul e Gordon Singer controllava club. Da quella richiesta emerge anche l’evidenza del trasferimento di un miliardo in due paradisi fiscali, come riportava ieri il Corriere della Sera. Il 27 gennaio, il giorno dopo l’inizio delle perquisizioni della Finanza nelle sedi di alcuni studi legali coinvolti nella cessione a RedBird, infatti, Elliott ha trasferito contanti e crediti per oltre un miliardo dalle due società (Rossoneri Sport e Project Redblack appunto) alle isole Cayman e in Delaware. Di fatto svuotandole.L’ex socio lamenta l’opacità di Elliott nell’affare che ha portato alla cessione del Milan a RedBird (non sarebbe stato coinvolto in nessun modo) e un mancato incasso di 117 milioni di euro per la sua quota del 4,3% posseduta in Project Redblack e per la sottoscrizione dei cosiddetti Tpec (tracking preferred equity certificates) strumenti finanziari che attribuiscono ai loro titolari diritti patrimoniale collegati all’investimento nel club. L’obiettivo di Blue Skye è quello di ottenere nell’udienza fissata per il 24 maggio a Milano lo stato di insolvenza e la messa in liquidazione delle due società per poi insinuarsi al passivo. La Verità ha provato a contattare Arena Investors, finanziatore di Blue Skye nell’operazione che però poi ha appoggiato Elliott, per chiedere se avesse tratto qualche vantaggio dalla cessione del Milan, ma non ha avuto risposta. In attesa di maggio, il fondo che fa riferimento a Salvatore Cerchione e Gianluca D’Avanzo, porta avanti altre cause. Blue Skye aveva chiesto a più riprese e senza successo di avere i documenti relativi alla cessione del club. Così si è rivolto al Tar che a fine marzo ha imposto alla Figc di esibire entro trenta giorni la documentazione richiesta. Più nello specifico, si fa riferimento alle carte presentate da Acm bidco Bv, la società di diritto olandese attraverso la quale Gerry Cardinale (RedBird) ha acquisito il Milan, che attestano i requisiti di onorabilità e solidità finanziaria previsti dall’articolo 20 bis delle norme organizzative interne federali (Noif) sulle acquisizioni e cessioni di partecipazioni societarie in ambito professionistico. Mentre dalle varie cause in corso sono emersi altri particolari in riferimento a un’altra vertenza, quella che vede (o sarebbe meglio dire vedeva) protagonisti sempre il fondo americano Elliott con Yonghong Li, il misterioso uomo d’affari cinese che nel 2017 acquistò il Milan da Silvio Berlusconi proprio grazie a a un prestito da 303 milioni coordinato da Elliott e Blue Skye.Nel 2018 mister Li venne meno ad uno degli aumenti di capitale cui era obbligato e perse il club a vantaggio dei due fondi, uscendo con una minusvalenza di circa 400 milioni. A metà 2022 (mentre si stava concretizzando la nuova vendita) Li si è rifatto vivo chiedendo e ottenendo il sequestro di 364 milioni disponibili sul conto della Rossoneri Sport.Bene, dopo una serie di udienze andate a vuoto, i due «nemici» hanno trovato un accordo. Il cinese ha accettato di dissequestrare la liquidità in cambio della garanzia del pagamento del dovuto in caso di vittoria giudiziaria.
Stephen Miran (Ansa)
L’uomo di Trump alla Fed: «I dazi abbassano il deficit. Se in futuro dovessero incidere sui prezzi, la variazione sarebbe una tantum».
È l’uomo di Donald Trump alla Fed. Lo scorso agosto, il presidente americano lo ha infatti designato come membro del Board of Governors della banca centrale statunitense in sostituzione della dimissionaria Adriana Kugler: una nomina che è stata confermata dal Senato a settembre. Quello di Stephen Miran è d’altronde un nome noto. Fino all’incarico attuale, era stato presidente del Council of Economic Advisors della Casa Bianca e, in tale veste, era stato uno dei principali architetti della politica dei dazi, promossa da Trump.
Ecco #EdicolaVerità, la rassegna stampa podcast del 10 novembre con Carlo Cambi
Martin Sellner (Ansa)
Parla il saggista austriaco che l’ha teorizzata: «Prima vanno rimpatriati i clandestini, poi chi commette reati. E la cittadinanza va concessa solo a chi si assimila davvero».
Per qualcuno Martin Sellner, saggista e attivista austriaco, è un pericoloso razzista. Per molti altri, invece, è colui che ha individuato una via per la salvezza dell’Europa. Fatto sta che il suo libro (Remigrazione: una proposta, edito in Italia da Passaggio al bosco) è stato discusso un po’ ovunque in Occidente, anche laddove si è fatto di tutto per oscurarlo.
Giancarlo Giorgetti e Mario Draghi (Ansa)
Giancarlo Giorgetti difende la manovra: «Aiutiamo il ceto medio ma ci hanno massacrati». E sulle banche: «Tornino ai loro veri scopi». Elly Schlein: «Redistribuire le ricchezze».
«Bisogna capire cosa si intende per ricco. Se è ricco chi guadagna 45.000 euro lordi all’anno, cioè poco più di 2.000 euro netti al mese forse Istat, Banca d’Italia e Upb hanno un concezione della vita un po’…».
Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, dopo i rilievi alla manovra economica di Istat, Corte dei Conti e Bankitalia si è sfogato e, con i numeri, ha spiegato la ratio del taglio Irpef previsto nella legge di Bilancio il cui iter entra nel vivo in questa settimana. I conti corrispondono a quelli anticipati dal nostro direttore Maurizio Belpietro che, nell’editoriale di ieri, aveva sottolineato come la segretaria del Pd, Elly Schlein avesse lanciato la sua «lotta di classe» individuando un nuovo nemico in chi guadagna 2.500 euro al mese ovvero «un ricco facoltoso».






