2022-03-24
Dalla Campania alla Puglia si scatena la fronda anti Letta dei governatori dem
Guerra aperta tra ras locali e segretario. C’è anche Stefano Bonaccini che vuole il suo posto. Ma i media vedono solo le liti leghiste.Uno indossa felpe, l’altro è felpato. Matteo Salvini e Enrico Letta, leader di due grandi partiti italiani, hanno entrambi problemi interni, ma mentre quelli che riguardano la Lega vengono spiattellati ogni giorno sui giornali e in tv, le difficoltà del leader dei dem passano sotto silenzio, sia per la benevolenza dei mass media sia perché nel Pd si fa meno rumore, storicamente, rispetto a quanto accade a bordo del Carroccio. Un esempio clamoroso di questa differenza di trattamento è il modo in cui vengono raccontati i rapporti tra la leadership nazionale e i presidenti delle principali Regioni, protagonisti politici di grandissimo rilievo. Salvini ha un punto di vista diverso, ad esempio, rispetto a Luca Zaia o Attilio Fontana? Pioggia di titoloni a tutta pagina su «Salvini accerchiato». Bene, anzi molto male: nel Pd i rapporti tra il quartier generale romano e i principali governatori sono ai minimi termini, ma di queste tensioni c’è traccia solo su quotidiani locali o sui social. Prendiamo l’esempio più clamoroso, in tutti i sensi: il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca ha dedicato molte delle sue battute sferzanti al Pd nazionale. Memorabile l’affondo dello scorso luglio, quando dal palco della Festa dell’unità sentenziò: «Il Pd balbetta, ha una identità evanescente, non è in grado di intercettare un voto in più. C’è la necessità», disse De Luca, «di un congresso dopo le elezioni amministrative». Un mese fa il governatore nel corso di una diretta Facebook attaccò Annalisa Cipollone, capo dell’ufficio megislativo del ministero della Cultura: «Abbiamo approvato misure di semplificazione per ridurre i tempi su alcune varianti urbanistiche», disse De Luca, «ma la responsabile dell’ufficio legislativo, dottoressa Cipollone, ci informa che la convenzione europea del paesaggio stabilisce che il termine paesaggio designa una determinata parte del territorio come percepita dalle popolazioni. Voi pensate che con le centinaia di dottoresse Cipollone che ci sono nei ministeri saremo in grado di realizzare il Pnrr? Al massimo potremmo farci un brodino vegetale». Apriti cielo: il ministro Dario Franceschini attaccò De Luca, che replicò a modo suo. Tre giorni fa, l’ultimo avvenimento stavolta tutto politico: Leo Annunziata, segretario regionale campano del Pd, vicinissimo a De Luca, si è dimesso su pressione di Letta. Per individuare un successore che stia bene sia a Letta che a De Luca ed evitare il commissariamento dei dem della Campania si punta su Stefano Graziano, vicinissimo a Letta, di cui è stato consulente a Palazzo Chigi, ma in ottimi rapporti anche con De Luca, col quale ha collaborato durante la pandemia in qualità di presidente della Commissione sanità del Consiglio regionale. Infine, l’appello di alcuni intellettuali napoletani contro De Luca, ai quali Letta ha risposto: «Me ne occuperò». Una guerra politica totale, di cui però non trovate traccia sui quotidiani nazionali.Passiamo alla Puglia: Michele Emiliano, presidente della Regione, ha, se possibile, rapporti ancora peggiori di quelli di De Luca con la segreteria nazionale. Emiliano non è più iscritto formalmente al Pd in seguito alla sentenza della Corte costituzionale che stabilisce che i magistrati non possano avere tessere di partito, ma ha già annunciato che si iscriverà di nuovo non appena sarà approvata la riforma della giustizia targata Marta Cartabia. In queste ore, la tensione tra Letta e Emiliano è ai massimi livelli, dopo che il Pd locale, in accordo con il governatore, ha candidato a sindaco di Barletta la ex dirigente del Comune Santa Scommegna. Una scelta non condivisa con il Pd nazionale: Letta, imbufalito, sta per commissariare i dem pugliesi, dopo che ieri il segretario regionale Marco Lacarra ha dato la disponibilità alle sue dimissioni. Il commissario potrebbe essere Francesco Boccia, il quale dovrà sudare per ricomporre la frattura tra il partito nazionale e Emiliano, che con alcune liste civiche di sua espressione si appresta a sostenere candidati alle comunali avversari del Pd in diversi centri della Puglia. Se fosse accaduto in Veneto, leggereste titoloni sullo scontro Salvini-Zaia: trattandosi del Pd, passa tutto sotto silenzio.Simile ma con sfumature diverse la situazione che riguarda Stefano Bonaccini: il presidente dell’Emilia Romagna, infatti, coltiva esplicitamente l’ambizione di sostituire Enrico Letta alla guida del Pd nazionale. Un progetto, quello di Bonaccini, ben noto a tutta la gerarchia dem, ma al quale la stragrande maggioranza dei media ha messo la sordina.