2021-09-30
Dal quarto uomo alla droga. Le balle dei media sul caso Morisi
Matteo Salvini e Luca Morisi (Ansa)
Uno dei romeni smonta le ipotesi circolate: «Eravamo solo tre». E la Procura smentisce la notizia che ci siano altri indagati La girandola di ricostruzioni sul caso Morisi, ognuna delle quali non combacia con l'altra, sta raccontando quella che per la Procura di Verona è una banale inchiesta per un ipotizzato reato bagattellare come una indagine zeppa di indiscrezioni non confermate e di nuovi indagati smentiti dagli inquirenti. Luca Morisi, il social media manager leghista, che tramite l'avvocato Fabio Pinelli, ha fatto sapere di essere pronto a chiarire con gli inquirenti, sarebbe stato segnalato dai carabinieri per la violazione dell'articolo 73 del Testo unico sulle droghe, che punisce chi produce, detiene o cede sostanze stupefacenti. Ad accusare Morisi sarebbero stati due romeni ai quali è stata trovata in auto una fialetta che conterrebbe quella che loro stessi hanno indicato come «Ghb», che negli ambienti delle feste dello sballo viene chiamata la «droga dello stupro». Sulla quale, però, sono ancora in corso esami tossicologici per verificare la presenza di principio attivo. I due non hanno negato che era di loro proprietà. E hanno subito vuotato il sacco con i carabinieri che li hanno fermati al posto di blocco della vigilia di Ferragosto. I romeni avrebbero anche subito svelato dove si erano procurati, in modo gratuito, la sostanza liquida: a casa del signor Morisi (che nega di avergliela fornita), ovvero il luogo in cui tra il 13 e il 14 agosto ci sarebbe stato quello che viene presentato come un festino. Lì, durante una perquisizione, sarebbero saltati fuori meno di due grammi di cocaina, quantità considerata per uso personale. Con le accuse verbalizzate dai due ragazzi sono scattate una segnalazione alla Prefettura, per la contestazione amministrativa, e la denuncia alla Procura di Verona con l'ipotesi di violazione dell'articolo 73. I focus sui quali si sono concentrati i quotidiani sono svariati. C'è una tendenza, per esempio, a ipotizzare altri incontri, oltre a quello della vigilia di Ferragosto, nella seconda casa di Morisi, a Belfiore, in provincia di Verona. Il Corriere della sera scrive di «incontri a pagamento con cessione di droga». Con gli investigatori che starebbero «verificando se in realtà il giro dei ragazzi che frequentavano l'appartamento dietro compenso possa essere ben più ampio». Anche il Messaggero fa riferimento a più di un incontro, con «un'ipotesi»: la droga potrebbe «essere stata scambiata durante dei festini». Ma su Repubblica, con «i vicini» che quel giorno «sentono rumori in quell'appartamento di solito vuoto e silenzioso», la pista dei plurimi incontri di droga e sesso vacilla, visto che l'appartamento viene descritto come solitamente vuoto.Uno dei due romeni, secondo il Corriere, è addirittura indagato: «La conferma arriva dalla sua avvocata d'ufficio». Il Fatto quotidiano aggiunge che il romeno è indagato «da ieri (lunedì ndr)». E Repubblica ci piazza pure l'età: «Un ventenne». Dalla Procura, però, ieri, il capo dell'ufficio Angela Barbaglio ha detto in modo chiaro che «non c'è allo stato attuale un secondo indagato, assolutamente». Anche all'avvocato Pinelli, però, risulta che ci sia «un'ulteriore persona sottoposta a indagine».Sull'ormai famoso quarto uomo, che nella versione dei due romeni sarebbe stato presente al momento della perquisizione, invece, Pinelli è categorico: «Non esiste». Per Repubblica, infatti, di un «quarto uomo non c'è traccia nelle carte dell'inchiesta». Il Messaggero, invece, inserisce tra i punti da chiarire «il ruolo svolto da una quarta figura […] presente nell'appartamento». Per il Fatto quotidiano il «quarto uomo […] resta il vero mistero […] Sarà lui a portare i carabinieri in casa Morisi». E avrebbe anche aperto «con le chiavi». Ma la Stampa, facendo riferimento ai due romeni, scrive che «sono stati […] loro ad accompagnare i militari in quella casa». E se sul Corriere gli stranieri «sono due persone […] senza fissa dimora», per Repubblica i due «arrivano da Milano […] in Italia hanno frequentato le scuole. Non hanno precedenti, i documenti sono in regola». Di uno dei due viene anche indicata una precisa professione, quella del modello-escort (maggiorenne e consenziente, come l'altro straniero). Ieri l'escort ha raccontato che quella notte «gli ha rovinato la vita». Aggiungendo che la droga liquida l'avrebbe avuta da Morisi e che in casa erano «in tre». L'ipotesi di cessione si gioca tutta su questo passaggio. Tenendo in conto, però, che la boccetta l'hanno trovata a lui, non a Morisi. In questa nuova versione, pubblicata ieri online, dopo essersi sentito male, il romeno avrebbe chiamato i carabinieri.La coca trovata da Morisi, invece, sempre per il Fatto quotidiano viene mostrata «volontariamente ai carabinieri» dal padrone di casa. Ma per Repubblica sarebbe saltata fuori dopo un controllo nella libreria, in «una bustina di nylon gialla […] nascosta in un libro di colore verde». E anche in questo caso le due versioni sono diametralmente opposte.
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