2020-08-16
Dal tiro con l’arco al padel. Immersione nella galassia degli «sport minori»
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Con troppa superficialità vengono definite discipline inferiori o semplici passatempi solamente perché non sono ricoperte di denaro come il calcio o i motori e vivono il picco di popolarità ogni quattro anni con le Olimpiadi. Viaggio all'interno di due mondi tanto distanti quanto affascinanti: uno ha radici antichissime, l'altro è nato quasi per sbaglio.D'accordo, la dimensione di uno sport la fa la visibilità, il bacino di tifosi al seguito e i numerosi interessi economici che ruotano attorno a esso. Ma in Italia, così come in tutto il mondo del resto, esistono tantissimi appassionati di quelle discipline che spesso e volentieri vengono maldestramente definite come «sport minori». Discipline che per godere di un momento di ribalta devono aspettare inesorabilmente le olimpiadi, estive o invernali che siano. E nell'anno in cui i Giochi sono stati rimandati a causa del coronavirus, tocca aspettare 12 mesi in più per sentire parlare con più frequenza di lotta greco romana, tiro al piattello o triathlon. In questo focus ci concentriamo su due sport in particolare, uno olimpico e un altro che punta a diventarlo presto: il tiro con l'arco e il padel. Due mondi tanto distanti quanto affascinanti. Da una parte l'attrezzo curvo le cui origini per fini sportivi risalgono al 1871 in Inghilterra, dall'altra la derivazione del tennis nata nel 1969 per sbaglio da un'idea di un messicano.Il tiro con l'arcoIl tiro con l'arco è stato definito «il più antico degli sport moderni». Le sue radici, parlando di utilizzo sportivo visto che l'arco ha origini paleolitiche, sono antichissime e vanno ricercate indietro nel tempo fino al 1781, quando in Inghilterra la Royal toxopholite association organizzò le prime competizioni a livello agonistico su tre distanze: 60, 80 e 100 yards (rispettivamente 54,8, 73,1 e 91,4 metri). Nel 1931 a Bruxelles fu costituita da 8 Paesi, tra cui l'Italia, la Fita, ovvero la Federazione internazionale del tiro con l'arco. L'esordio alle Olimpiadi avvenne nel 1900 ai Giochi di Parigi ma rimase poi escluso per oltre 50 anni dal 1920 al 1972, anno in cui il tiro con l'arco fu riammesso nell'edizione a cinque cerchi di Monaco di Baviera e da allora è appuntamento fisso e le distanze fissate sono 90 metri per gli uomini e 70 metri per le donne.Per costruire gli archi si utilizza il legno d'acero e la fibra di vetro. Per la parte elastica invece si usano leghe di alluminio e di magnesio pressofuso. Uno dei requisiti maggiori per praticare con successo il tiro con l'arco è senz'altro al concentrazione. Ma anche equilibrio, rapidità, precisione e controllo. iStock Il padelLa nascita del padel è un viaggio di andata e ritorno tra America Latina ed Europa. Nel 1969 un mecenate messicano di nome Enrique Corcuera, nel tentativo di costruirsi un campo di paddle tennis nel giardino di casa sua ad Acapulco, si ritrovò a fare i conti con uno spazio troppo piccolo e il campo a ridosso delle pareti di casa. Così si vide costretto a considerare i muri parte integrante del campo di gioco. La partita giocata insieme al suo amico Alfonso Hohenloe, un imprenditore spagnolo, fece il resto: pochi anni più tardi, nel 1974, Hohenloe tornò in Spagna a Marbella, fece costruire un campo analogo nel suo circolo e organizzò delle partite ai quali parteciparono dei giocatori argentini i quali si innamorarono a tal punto di questo nuovo sport da importarlo in patria dove divenne presto uno degli sport più praticati.In Italia, invece, il padel arrivò nel 1991, anno in cui venne creata la Figp (Federazione italiana gioco paddle/padel, ma per essere riconosciuto ufficialmente dal Coni si è dovuto attendere il 2008, quando fu inserito all'interno della Fit, la Federazione italiana tennis.È uno sport estremamente popolare e accessibile a ogni fascia della popolazione in quanto non richiede, a differenza del tennis, un eccessivo livello tecnico per cominciare. Motivi per cui negli ultimi anni si è verificato un vero e proprio boom in tutta Europa. Dal 2018 sono spuntati campi di padel come funghi: 11.000 strutture ufficialmente registrate con una crescita del 400%. L'Italia, insieme a Spagna, Francia e Norvegia, è il Paese in cui il padel è più in voga ed è diventato ormai uno sport di tendenza, con numeri sempre più in crescita. A tal punto che un grande marchio come Adidas ha deciso di investire in questo sport creando una divisione dedicata solo al padel, la All for Padel, non solo attraverso il lancio di linee di abbigliamento tecnico o di attrezzature adatte come racchette e palline, ma anche con l'organizzazione di numerosi corsi per allenatori e il progetto di costruire in giro per l'Europa diversi campi. Già nel 2017 ne aveva messi su 80, mentre l'anno successivo ha quasi raddoppiato costruendone ben 153. Se nei primi anni era considerato più un passatempo praticato da una fascia ristretta della società come potevano essere calciatori che avevano appena appeso gli scarpini al chiodo (Francesco Totti, Roberto Mancini e Sinisa Mihajlovic sono grandi appassionati) o politici e ricchi imprenditori, ultimamente il padel ha attirato a sé migliaia di giocatori. In Italia si possono quantificare circa 7.000 tesserati agonisti e 50.000 amatori. Un'evoluzione che procede a passo spedito con gli Europei del 2019 disputati a Roma e trasmessi da SkySport e una tappa del World padel tour 2020 in Sardegna.Le regole del padel sono simili a quelle del tennis con alcune differenze: la più sostanziale è l'utilizzo delle pareti. Il campo da padel è composto da un rettangolo largo 10 metri e lungo 20 metri, circondato dalle pareti e diviso da una rete al centro che può essere alta al massimo 88 centimetri. Si gioca in coppia e la palla deve fare almeno un rimbalzo sulla superficie del campo del giocatore avversario e può rimbalzare solo sulla parete di vetro e non su quella metallica. Anche il conteggio dei punti è lo stesso identico a quello del tennis: 15,30, 40, game con un set conquistato al raggiungimento dei sei game. Ecco, quindi, che il padel è stato a più riprese definito come «il tennis del terzo millennio».Da tempo si parla di quando e come il padel possa diventare una disciplina olimpica. Il percorso però è tutt'altro che semplice e breve. Una disciplina per entrare nel novero dei Giochi olimpici deve rispettare 74 criteri stilati dal Cio e può essere ammesso almeno sette anni prima dell'edizione in questione. Tra le condizioni c'è quella che lo sport sia praticato dagli uomini in almeno 75 Paesi e 4 continenti diversi, dalle donne in 40 Paesi e 3 continenti diversi. Al momento il padel è presente in 78 Paesi con oltre 12 milioni di giocatori di cui 300.000 tesserati, ma le federazioni nazionali riconosciute dalla Ipf, la Federazione internazionale padel, sono appena 34.
Sehrii Kuznietsov (Getty Images)