2025-11-19
Più soldi per medici e infermieri con l’autonomia nel Lombardo-Veneto
Roberto Calderoli e Luca Zaia (Ansa)
Attilio Fontana e Luca Zaia siglano le pre-intese su Protezione civile, professioni, previdenza integrativa e sanità. Il Doge: «Subito 300 milioni agli ospedali». Roberto Calderoli: «Federalismo fiscale entro marzo o saltano 32 miliardi di Pnrr».Diciotto novembre. Data storica. Un anno dopo l’intervento della Corte costituzionale che ha fermato, di fatto, l’entrata in vigore della legge Calderoli sull’Autonomia differenziata, sono arrivate le prime storiche pre-intese tra i governatori di Veneto e Lombardia con il ministro degli Affari regionali su quattro materie: Protezione civile, professioni, previdenza complementare e gestione finanziaria della sanità. Nella Costituzione c’è scritto che sono 23 le materie che possono essere affidate in gestione alle Regioni, ma 15 sono «protette» dai Lep, ovvero bisogna fissare i Livelli essenziali di prestazione prima di procedere alla devoluzione. «Entro la legislatura», saranno fissati i criteri per i Lep ha annunciato Roberto Calderoli ieri mattina a Palazzo Balbi, la sede della Regione Veneto, durante la firma dell’accordo con Luca Zaia. E pure gli accordi non-Lep sulle quattro materie, che oggi saranno sottoscritti anche dai governatori di Piemonte e Liguria, non entreranno in vigore subito: prima deve emanare un provvedimento il Consiglio dei ministri, poi entro 60 giorni serve il parere della Conferenza Stato-Regioni ed entro tre mesi del Parlamento. A quel punto il testo viene licenziato dal governo e inviato al consiglio regionale, il quale dovrà approvarlo. Ne nascerà dunque un disegno di legge che finirà ancora in Parlamento e dovrà essere votato da una maggioranza qualificata. Insomma, siamo solo all’inizio di un percorso che comunque è partito.Nel dettaglio, per quanto riguarda la Protezione civile, con la riforma il presidente della Regione sarebbe autorizzato a firmare delle ordinanze emergenziali a stretto giro di posta, senza dover chiedere e attendere il via libera dal ministero a Roma «per cui a volte servono mesi». Una circostanza dettata anche dal fatto che il fondo della Protezione civile «che ha dentro dei soldi, al momento è solo quello nazionale», ha ricordato il ministro, il quale ha annunciato invece che «il fondo regionale è stato dotato di 20 milioni già in questo semestre e di altri 40 milioni nel 2026 e di altri 60 nel 2027». In tema di professioni, le Regioni saranno libere di approvarne e riconoscerne alcune. «In tutta Europa ne abbiamo contate fino a 200 diverse col record del Belgio», ha evidenziato Calderoli, «ma senza andare tanto lontano, per esempio la Puglia riconosce la figura dello “psico-oncologo” che invece non c’è in altre realtà». Quanto alla previdenza complementare e integrativa, i governatori avranno una freccia in più al loro arco, per esempio, per le politiche di welfare e per agire in campo occupazionale con le politiche attive del lavoro, già una competenza regionale. In tema salute invece, uno dei primi esempi già ipotizzati, in tandem con i maggiori margini di manovra che derivano dallo svincolo delle risorse del fondo sanitario nazionale ripartito tra regioni - circa 300 milioni per il Veneto, secondo le stime fatte da Zaia - è quello di utilizzarli come motore per rendere più attrattive le professioni sanitarie o limitare la fuga di medici e infermieri verso il privato. Stesso discorso per la Lombardia, che punta a trattenere il personale sanitario attratto dagli stipendi ben più consistenti della vicina Svizzera. Tuttavia «le risorse sono esattamente quelle che vengono assegnate nel fondo sanitario nazionale, il punto è come uno le utilizza: ci sarà responsabilizzazione e verranno fatti dei controlli», ha sottolineato Calderoli a Milano da Palazzo Lombardia, con Attilio Fontana che ha ricordato Roberto Maroni, per evidenziare che «l’autonomia non è a costo zero», ma c’è chi già attualmente i soldi li ha eppure li spende male. Una risposta diretta alla montagna di dichiarazioni di questi giorni di esponenti di Pd, M5s e Avs che hanno gridato quasi al golpe per queste pre-intesa fra governo e Regioni a pochi giorni dalle elezioni, dimenticando che in tre territori su quattro - appunto Lombardia, Piemonte e Liguria - i seggi resteranno chiusi domenica e lunedì. Infine il ministro ha lanciato un nuovo «obiettivo», cioè quello di concludere la fase del federalismo fiscale, «su cui ci stiamo confrontando e che ha come scadenza marzo 2026, una milestone del Pnrr. O la portiamo a casa o salta la rata di 32 miliardi e 600 milioni».
Francesco Saverio Garofani (Imagoeconomica)
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