2022-04-14
Dai ministri niente sul caro bollette. La Camera si muove per le trivelle
Al via il dl Pnrr per agevolare le attività. Ci sono anche regole sui social per la Pa.Il governo ha un problema con il gas, ce l’ha soprattutto per questioni di approvvigionamento, ma anche perché, oggi, si vede costretto a rivedere decisioni del recente passato che si stanno dimostrate decisamente sbagliate. Dipendere dal gas russo, infatti, e nel frattempo rinunciare alle estrazioni di gas nazionale, è stato un errore che oggi rischiamo di pagare molto caro. Il Consiglio dei ministri di ieri era atteso, anche e soprattutto, per il tema del caro bollette. Invece, nel decreto emesso dal governo dopo due ore e mezza viene partorito il decreto Pnrr contenente norme per agevolare le attività e altre chicche come regole stringenti per l’uso dei social da parte dei dipendenti pubblici. C’è delusione, quindi, ma forse neanche troppa, considerato che secondo alcune indiscrezioni il governo starebbe preparando a fare a meno del gas russo già dal primo maggio. Iniziativa che, probabilmente, non vede il favore di tutta la coalizione che forma la maggioranza ed è forse per questo che il tema è stato rimandato a data da destinarsi. Rinunciare al gas russo a maggio, infatti, per l’Italia, potrebbe rappresentare il suicidio energetico. Spegnere i condizionatori sarà l’ultimo dei problemi considerato che molte aziende saranno costrette a fermarsi. L’esecutivo, in queste settimane, si è attivato per sostituire le forniture di gas che oggi ci vedono dipendenti dal gas russo per circa il 40% del fabbisogno. Ventinove miliardi di metri cubi da sostituire, di cui quasi un terzo arriverà da Sud attraverso i gasdotti che ci collegano con il Nord Africa. Proprio su questo, è stato siglato un accordo con l’Algeria, da dove dovrebbero arrivare circa 9 miliardi di metri cubi annui in più che, però, non arriveranno subito, perché i volumi aggiuntivi vedranno un aumento progressivo che partirà dai circa 3 miliardi di metri cubi del prossimo autunno-inverno, per poi salire a 6 miliardi l’anno prossimo mentre i 9 miliardi si vedranno solo nel 2024. Toppe, quindi, non sufficienti a coprire i consumi degli italiani, privati e aziende, e difficile che si possa fare qualcosa di meglio nell’immediato. Come spiegato da Assorisorse, una nota associazione di riferimento per le aziende del settore minerario, geotermico, idrocarburi e gas naturale, dal punto di vista delle esplorazioni di idrocarburi, il Pitesai ha revocato 42 titoli su 45 (tra istanze e permessi di ricerca), comportando quindi l’azzeramento delle attività future, sia a terra che a mare. Oltre il 70% delle 123 concessioni minerarie attualmente in essere (di cui 108 relative al gas) ricade in aree definite come «non idonee» e in questo modo «si limitano fortemente le prospettive di produzione per effetto delle incertezze sulla possibilità di effettuare nuovi investimenti». Un bel problema, visto che nel 2021 l’Italia ha consumato 76 miliardi di metri cubi di gas quasi interamente importati dall’estero, mentre gli industriali del settore dichiarano che riattivando le nostre piattaforme e captando il nuovo gas individuato nell’Adriatico potremmo ricavare tra i 112 e i 162 miliardi di metri cubi. Per questo, la Camera si è vista costretta ad approvare l’ordine del giorno presentato dal vicepresidente della Camera Fabio Rampelli, di Fratelli d’Italia, che chiedeva di apportare i necessari correttivi al «Piano della transizione energetica sostenibile delle aree idonee» (Pitesai), al fine di salvaguardare e potenziare le attività di estrazione del gas domestico. «Governo costretto ad ammettere di aver sbagliato tutto. Il via libera al mio ordine del giorno da parte della Camera, con il parere positivo dell’esecutivo, ha corretto gli errori di Giuseppe Conte, Mario Draghi e Roberto Cingolani che hanno reso praticamente impossibile l’attività estrattiva e quella esplorativa sul gas domestico a causa del folle Piano della transizione energetica sostenibile delle aree idonee (Pitesai) che doveva dare un quadro di regole per estrarre risorse dal sottosuolo e ha invece bloccato tutto».