2021-01-26
Da Karavan a Gregotti nello speciale di «Identità e Visioni»
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Ansa
Il più grande scultore vivente israeliano Dani Karavan che racconta come si è formata la sua identità; Daniel Buren, l’artista francese noto per l’unicità delle sue installazioni realizzate in loco, interviene in situ-rivista con 4 pagine colorate; il contributo esclusivo, prima della scomparsa, di Vittorio Gregotti sull’identità dell’architettura italiana; le forme e il dialogo con l’infinito di Michelangelo Pistoletto; Paolo Portoghesi che si sofferma sull’identità dei luoghi.
Il più grande scultore vivente israeliano Dani Karavan che racconta come si è formata la sua identità; Daniel Buren, l’artista francese noto per l’unicità delle sue installazioni realizzate in loco, interviene in situ-rivista con 4 pagine colorate; il contributo esclusivo, prima della scomparsa, di Vittorio Gregotti sull’identità dell’architettura italiana; le forme e il dialogo con l’infinito di Michelangelo Pistoletto; Paolo Portoghesi che si sofferma sull’identità dei luoghi. Questo e molto altro in “Identità e Visioni”, il nuovo numero di “Abitacolo forme e linguaggi del contemporaneo”, la rivista di arte, architettura e ambiente, fondata e diretta da Fernando Miglietta. Un numero speciale doppio (2020-2021) in occasione del ventennale, per la pubblicazione edita dall’Istituto Internazionale di ricerca estetica, urbana e ambientale, che si trasforma in “luogo” d’incontro teorico e creativo della pluralità dei linguaggi e delle culture che contraddistinguono la contemporaneità e la globalità di oggi. “In un mondo sempre più segnato dall’apparenza e in un contesto di terribile spaesamento e smarrimento Abitacolo pone al centro della riflessione teorica e creativa il tema della forma identitaria, della questione dell’identità rispetto all’arte, all’architettura, alla città, al paesaggio, alla cultura del progetto, alla complessità della contemporaneità. Una ricerca a tutto campo, dalle interferenze e articolazioni multiple alle nuove connotazioni identitarie”, dichiara Miglietta, architetto, artista, saggista, critico e teorico, uno dei protagonisti della cultura e della ricerca artistica e architettonica italiana. Nell’introduzione, co-firmata dallo stesso intellettuale e dal condirettore Anna Maria Terremoto, si susseguono una serie di interrogativi: in un mondo di egemonie e di frontiere, l’identità è verità? Chi sono allora i nemici dell’identità dei luoghi, delle comunità, delle idee? Chi accelera la deriva di una civiltà sradicata? Non mancano le indicazioni di percorso: indagare i processi creativi, mettendo a confronto pensiero, opere e riflessione filosofica, sottolineando, infine, il valore del binomio identità e bellezza. E proprio sull’impegno etico-estetico si snodano i vari contributi del numero. Lo fa l’architetto americano Jon Micheal Schwarting con il suo progetto di Utopia identitaria, Achille Perilli, con la storica geometrica identità, Achille Pace sedotto dal suo “filo” identitario, Luca Maria Patella con la sua Revolution, Pablo Echaurren con Carte di identità. E ancora gli architetti Stefano Boeri, alla ricerca dell’identità di un luogo, Franco Purini, con le sue Dinamiche dell’Identità, Alberto Ferlenga tra identità e riconoscibilità, Margherita Petranzan tra identità e relazioni, Amedeo Schiattarella con i fattori identitari di una cultura, Orazio Carpenzano con creatività e identità, Cherubino Gambardella con la sua Ansia meridiana, i designers Riccardo Dalisi, con le basi morali del design, Ugo La Pietra con il suo Design territoriale. E poi, teorici, come il filosofo Sergio Givone, tra Identità e Verità, lo scrittore Roberto Cotroneo, tra egemonie e frontiere, l’urbanista Marco Romano, attratto dalla Casa radice della propria identità, l’antropologo e artista Giorgio De Finis con L’Identità dell’Io e quella del Noi, il filosofo e critico d’arte Carmelo Strano con il suo Irreale L-aboratorio di V-ita A-ssoluta dedicato all’Ilva e illustrato da Gabriele Artusio. “Identità e Visioni”, è anche una rassegna evento che diventerà un tour itinerante in varie città italiane, con un’anteprima nazionale al Museo del Presente di Rende il prossimo 17 giugno.
Il primo ministro del Pakistan Shehbaz Sharif e il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman (Getty Images)
Riyadh e Islamabad hanno firmato un patto di difesa reciproca, che include anche la deterrenza nucleare pakistana. L’intesa rafforza la cooperazione militare e ridefinisce gli equilibri regionali dopo l’attacco israeliano a Doha.
Emanuele Orsini e Dario Scannapieco