I dati recenti parlano di un calo del trattamento dei rifiuti elettronici a causa del mercato parallelo dei pezzi di ricambio. E sui mezzi corazzati russi catturati si scoprono componenti occidentali prese di contrabbando.
I dati recenti parlano di un calo del trattamento dei rifiuti elettronici a causa del mercato parallelo dei pezzi di ricambio. E sui mezzi corazzati russi catturati si scoprono componenti occidentali prese di contrabbando.La guerra dei chip e la crisi degli approvvigionamenti non colpiranno solo lo sviluppo della tecnologia futura ma stanno già avendo un impatto sull’arsenale dei russi impiegato sul campo di battaglia e rischiano pure di staccare la spina anche ai nostri elettrodomestici. Vediamo perché partendo dal primo fronte, quello della guerra. Quando le forze di Kiev hanno iniziato a smontare diversi pezzi di equipaggiamento militare russo catturato o parzialmente distrutto, hanno trovato una forte dipendenza da microchip stranieri - in particolare quelli prodotti negli Stati Uniti da colossi come Intel, AMD, Micron Technology e Texas Instruments - secondo gli elenchi dell’intelligence ucraina condivisa con il sito thedrive.com. Si tratta di informazioni preziose anche per capire l’effettiva capacità della Russia di produrre le componenti tecnologiche su cui si basa la sua macchina da guerra.Gli specialisti ucraini hanno ad esempio trovato cinque chip fabbricati negli Stati Uniti nel cercatore di direzione di un sistema di difesa aerea Pantsir. C’erano almeno 35 chip di fabbricazione statunitense trovati nel missile da crociera aviolanciato Kh-101. Quando hanno aperto il sistema elettro-ottico con torretta dell’elicottero d’attacco Ka-52 Alligator, gli ucraini hanno trovato 22 chip di fabbricazione statunitense e un chip di fabbricazione coreana. Dopo l’invasione del 24 febbraio le sanzioni hanno impedito all’America di vendere ai russi le loro apparecchiature ma l’origine dei microchip trovati in queste armi russe non è chiara. Questi chip non avrebbero dovuto necessariamente essere acquistati direttamente dai produttori. Inoltre, esiste un mercato enorme e in gran parte non regolamentato per i chip riciclati, in gran parte provenienti dalla Cina, e molti di essi sembrano essere piuttosto vecchi (il progetto del sistema di guida del Kh-101 sembra risalire a 40 anni fa).Lo scorso 11 maggio, la segretaria al Commercio dell’amministrazione Biden, Gina Raimondo, aveva già riferito in un’audizione al Senato che quando gli ucraini trovano un equipaggiamento militare russo a terra, «è pieno di semiconduttori che hanno tolto da lavastoviglie e frigoriferi». Mentre è più difficile evitare che i componenti che si trovano negli elettrodomestici cadano nelle mani sbagliate, i funzionari statunitensi hanno l’autorità per impedire la spedizione di quei chip a duplice utilizzo se ritengono che l’applicazione abbia usi militari. Ci sono già molte prove che le sanzioni esistenti stanno danneggiando l’industria della difesa russa. I componenti più vecchi utilizzati dalla Russia, in particolare nel Kh-101, li rendono meno efficaci. Senza considerare che i chip trovati non sono «military grade» ma componenti commerciali, il che potrebbe spiegare l’alta percentuale di malfunzionamenti dei sistemi russi. Alcuni, per altro, non sono più nemmeno in produzione quindi, finite le scorte, alcuni sistemi devono essere interamente riprogettati. Ecco perché una guerra di lunga durata rischia di diventare un problema anche per la Russia. Che impatto sta avendo, invece, la carenza di componenti elettroniche e di metalli a casa nostra? Ieri un allarme è stato lanciato da Erion, uno dei sistemi multi-consortile no profit di responsabilità estesa del produttore operante in Italia per la gestione dei rifiuti associati ai prodotti elettronici e la valorizzazione delle materie prime che li compongono. Dal suo bilancio di sostenibilità emerge che il «caro -materie prime», che ha segnato il record storico degli ultimi 5 anni, ha provocato nel 2021 un rallentamento dell’aumento delle quantità di Raee domestici conferiti al sistema Raee italiano - del quale Erion fa parte - determinando al tempo stesso una maggiore sottrazione di tali rifiuti da parte del cosiddetto «mercato parallelo», sempre «clandestino» (perché non rendiconta in alcun modo le quantità trattate) e spesso illecito. Un trend controbilanciato solo in parte dall’effetto «bonus rottamazione TV». Secondo Dario Bisogni, presidente di Erion Weee, questi dati «mettono in luce le conseguenze del fenomeno dei flussi paralleli che, se non contrastato da adeguati controlli, contribuisce ad allontanare l’Italia dal target di raccolta fissato dalla Ue (più di 10 kg pro-capite all’anno) e impedisce di rimettere in circolo materie prime importanti per superare la carenza e la dipendenza da altri Paesi». Va comunque ricordato che il sistema Raee riguarda la gestione dei rifiuti elettronici ed elettrici e che Erion è un consorzio che ritira gli apparecchi, li smonta per poi vendere una parte dei componenti (i metalli in primo luogo, subito), mentre quella più elettronica è venduta principalmente all’estero dove viene poi trattata con processi pirometallurgici per estrarne oro, argento, stagno, cobalto. In un elettrodomestico come la lavatrice o un frigorifero, ci sono invece materie prime come il ferro, il rame e altri metalli che possono essere venduti direttamente attraverso altri canali spuntando prezzi migliori, e incassi immediati, senza conferire quel tipo di rifiuto al Raee.
Nadia Battocletti (Ansa)
I campionati d’atletica a Tokyo si aprono col secondo posto dell’azzurra nei 10.000. Jacobs va in semifinale nei 100 metri, bronzo nel lancio del peso per Fabbri.
Ansa
Partita assurda allo Stadium: nerazzurri sotto per due volte, poi in vantaggio 2-3 a un quarto d’ora dalla fine. Ma la squadra di Chivu non riesce a gestire e all’ultimo minuto una botta da lontano di Adzic ribalta tutto: 4-3 Juve.
Maria Sole Ronzoni
Il ceo di Tosca Blu Maria Sole Ronzoni racconta la genesi del marchio (familiare) di borse e calzature che punta a conquistare i mercati esteri: «Fu un’idea di papà per celebrare l’avvento di mia sorella. E-commerce necessario, ma i negozi esprimono la nostra identità».
Prima puntata del viaggio alla scoperta di quel talento naturale e poliedrico di Elena Fabrizi. Mamma Angela da piccola la portava al mercato: qui nacque l’amore per la cucina popolare. Affinata in tutti i suoi ristoranti.