2021-11-19
L’ex M5s Cunial vince il primo round: «Entri alla Camera senza la card»
Il collegio d'appello: «È uno strumento burocratico». I questori: «Siederà nelle tribune».Dopo Bruxelles, anche a Montecitorio l'obbligo del green pass vacilla sotto i colpi dei ricorsi. A trovare la falla nella complessa macchina decisionale della Camera dei deputati è stata la parlamentare ex grillina e fervente no vax Sara Cunial, che aveva fatto ricorso contro la delibera del 12 ottobre scorso con cui i questori di Montecitorio avevano imposto l'obbligo della certificazione per accedere a tutte le sedi della Camera, compresa aula e commissioni. I legali della Cunial avevano presentato il ricorso presso il Consiglio di giurisdizione di Montecitorio, il quale aveva fissato l'udienza per esaminarlo il primo dicembre. La deputata ex M5s, però, contestualmente al ricorso aveva chiesto anche una sospensiva della delibera pro obbligo di green pass, che è stata respinta. A questo punto la Cunial, attraverso i propri legali, ha avuto l'intuizione di rivolgersi al collegio di appello della Camera, che nella persona del suo presidente Andrea Colletti, ha accolto la sua richiesta, decidendo per la sospensiva, in attesa del pronunciamento di primo grado sul ricorso nel suo complesso. I fini conoscitori della cose di Montecitorio, per la verità, avevano previsto che l'esito sarebbe potuto essere tale, poiché Colletti è un esponente del gruppo L'Alternativa c'è, composto da ex grillini che hanno votato contro il governo Draghi e noti per le loro posizioni avverse all'obbligo del green pass. Di Alternativa fa parte anche Bianca Granato, la senatrice che qualche settimana fa aveva «forzato» l'ingresso di Palazzo Madama entrando senza la certificazione, prima di essere espulsa e sospesa per dieci giorni. Interpellato dai cronisti, Colletti, per cui l'obligo di pass «non ha carattere sanitario ma burocratico», ha ribadito quanto scritto nel decreto cautelare depositato mercoledì sera, e cioè che a suo avviso il divieto di partecipare ai lavoratori parlamentari confligge, tra le altre cose, con l'articolo 67 della Costituzione, relativo al mandato popolare dei parlamentari e alla rappresentanza della nazione. Provocando, per tutta la giornata di ieri, aspre polemiche con alcuni parlamentari degli altri partiti, in particolare Pd e Iv. Beatrice Lorenzin, ex ministro della Salute ora in forza ai dem, ha definito la Cunial una «potenziale untrice» mentre per il renziano Ettore Rosato quella di Colletti è una «decisione inaccettabile». Per i questori della Camera, la Cunial potrà stare solo nelle tribune, cui dovrà accedere da un pecorso predefinito. Il leghista Claudio Borghi, intanto, ha fatto sapere che non farà ricorso perché «io sono contrario al green pass per tutti e se venisse fuori che i parlamentari possono essere esentati e gli altri no, non mi piacerebbe». Trionfali, una volta appresa la notizia, i toni usati dalla diretta interessata, che ha annunciato l'intenzione di tornare in Aula da oggi «senza mostrare alcuna tessera di regime, coerente con me stessa, la nostra Costituzione e quella parte di popolo italiano che sta lottando contro insane, insensate e criminali restrizioni che umiliano la nostra democrazia e la nostra intelligenza»Un analogo ricorso presentato da alcuni europarlamentari (tra cui l'italiana Francesca Donato) è stato accolto lo scorso 7 novembre a Bruxelles, con la differenza che in quel caso, in attesa del pronunciamento definitivo degli organi preposti, i deputati promotori dell'iniziativa dovranno comunque esibire un test negativo per poter avere accesso alle sedi parlamentari. Il senatore di Italexit, Gianluigi Paragone, infine, prendendo spunto da quest'ultima decisione, ha deciso di investire della questione la Corte costituzionale, presentando ricorso per conflitto d'attribuzione.
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