2022-06-19
Cuciniamo insieme: sedani in umido alla chiantigiana
Se vi capita provate quello nero di Trevi, è uno spettacolo di sapori, ricco di vitamine, falovonoidi, amico della digestione e con un certo potere saziante. Non a caso nei regimi ipocalorici è un protagonista. Ma qui la scelta antica di questo toscanissimo piatto deriva dal fatto che il sedano costa poco. Per farlo al meglio scegliete il sedano a coste verdi che è più tenace e si presta meglio alla cottura mentre per il pinzimonio, quello a coste bianche, non ha rivali.
Ingredienti - Un mazzo di sedano a coste verdi di almeno mezzo chilo, un bicchiere di vino bianco 400 grammi di passata di pomodoro, una cipolla rossa generosa nelle dimensioni, 6 cucchiai di olio extravergine di oliva, un mazzetto di prezzemolo, sale e pepe q.b.
Procedimento - Per prima cosa mondate il sedano separate i gambi dalle foglie (ma non buttatele via) raschiate le coste più fibrose e fate i gambi a tocchetti non più lunghi di 4 centimetri (ora capite perché il formato di pasta si chiama sedanini). Tritate grossolanamente la cipolla e fatela stufare in una padella ampia con l’extravergine di oliva. Una volta che la cipolla è rosolata aggiungete i pezzi di sedano, fate insaporire e sfumate col vino bianco. Alzate la fiamma e quando l’alcol è evaporato aggiungete la passata di pomodoro, aggiustate di sale e pepe, incoperchiate e lasciate cuocere almeno una mezz’oretta a fuoco moderato. Se serve aggiungete un po’ d’acqua. Nel frattempo tritate finemente il prezzemolo. A cottura regolate se serve ancora di sale e pepe, unite il trito di prezzemolo e servite. Un consiglio! Con le foglie avanzate di sedano fate il sale di sedano. Adagiatele su una placca da forno ricoperta di carta da forno e fatele tostare per una mezzora a 40 gradi; quando le foglie saranno ben secche pestatele e otterrete una polvere che è il sale di sedano. Potete insaporire di tutto, soprattutto pesce, preparazioni a base di verdura, carni in griglia. Userete molto meno sale del solito e avrete un maggior profumo.
Come far divertire i bambini - Date loro il compito di mondare il sedano.
Abbinamento - Abbiamo scelto un grande bianco (che userete anche per sfumare): la Vernaccia di San Gimignano. In alternativa un Grillo siciliano, una Verdeca pugliese, un Bianchello del Metauro.
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L’estate sta arrivando, anzi già bussa con un caldo notevole e anticipato alle porte del tempo. È bene dunque in cucina pensare a ricette semplici, leggere che ci diano anche apporti di vitamina e di sali per combattere calura e arsura. A questo soccorre ampiamente il sedano. Se vi capita provate quello nero di Trevi, è uno spettacolo di sapori, ricco di vitamine, falovonoidi, amico della digestione e con un certo potere saziante. Non a caso nei regimi ipocalorici è un protagonista. Ma qui la scelta antica di questo toscanissimo piatto deriva dal fatto che il sedano costa poco. Per farlo al meglio scegliete il sedano a coste verdi che è più tenace e si presta meglio alla cottura mentre per il pinzimonio, quello a coste bianche, non ha rivali. Ingredienti - Un mazzo di sedano a coste verdi di almeno mezzo chilo, un bicchiere di vino bianco 400 grammi di passata di pomodoro, una cipolla rossa generosa nelle dimensioni, 6 cucchiai di olio extravergine di oliva, un mazzetto di prezzemolo, sale e pepe q.b. Procedimento - Per prima cosa mondate il sedano separate i gambi dalle foglie (ma non buttatele via) raschiate le coste più fibrose e fate i gambi a tocchetti non più lunghi di 4 centimetri (ora capite perché il formato di pasta si chiama sedanini). Tritate grossolanamente la cipolla e fatela stufare in una padella ampia con l’extravergine di oliva. Una volta che la cipolla è rosolata aggiungete i pezzi di sedano, fate insaporire e sfumate col vino bianco. Alzate la fiamma e quando l’alcol è evaporato aggiungete la passata di pomodoro, aggiustate di sale e pepe, incoperchiate e lasciate cuocere almeno una mezz’oretta a fuoco moderato. Se serve aggiungete un po’ d’acqua. Nel frattempo tritate finemente il prezzemolo. A cottura regolate se serve ancora di sale e pepe, unite il trito di prezzemolo e servite. Un consiglio! Con le foglie avanzate di sedano fate il sale di sedano. Adagiatele su una placca da forno ricoperta di carta da forno e fatele tostare per una mezzora a 40 gradi; quando le foglie saranno ben secche pestatele e otterrete una polvere che è il sale di sedano. Potete insaporire di tutto, soprattutto pesce, preparazioni a base di verdura, carni in griglia. Userete molto meno sale del solito e avrete un maggior profumo. Come far divertire i bambini - Date loro il compito di mondare il sedano. Abbinamento - Abbiamo scelto un grande bianco (che userete anche per sfumare): la Vernaccia di San Gimignano. In alternativa un Grillo siciliano, una Verdeca pugliese, un Bianchello del Metauro.
Gli abissi del Mar dei Caraibi lo hanno cullato per più di tre secoli, da quell’8 giugno del 1708, quando il galeone spagnolo «San José» sparì tra i flutti in pochi minuti.
Il suo relitto racchiude -secondo la storia e la cronaca- il più prezioso dei tesori in fondo al mare, tanto che negli anni il galeone si è meritato l’appellativo di «Sacro Graal dei relitti». Nel 2015, dopo decenni di ipotesi, leggende e tentativi di localizzazione partiti nel 1981, è stato individuato a circa 16 miglia nautiche (circa 30 km.) dalle coste colombiane di Cartagena ad una profondità di circa 600 metri. Nella sua stiva, oro argento e smeraldi che tre secoli fa il veliero da guerra e da trasporto avrebbe dovuto portare in Patria. Il tesoro, che ha generato una contesa tra Colombia e Spagna, ammonterebbe a svariati miliardi di dollari.
La fine del «San José» si inquadra storicamente durante la guerra di Successione spagnola, che vide fronteggiarsi Francia e Spagna da una parte e Inghilterra, Olanda e Austria dall’altra. Un conflitto per il predominio sul mondo, compreso il Nuovo continente da cui proveniva la ricchezza che aveva fatto della Spagna la più grande delle potenze. Il «San José» faceva parte di quell’Invencible Armada che dominò i mari per secoli, armato con 64 bocche da fuoco per una lunghezza dello scafo di circa 50 metri. Varato nel 1696, nel giugno del 1708 si trovava inquadrato nella «Flotta spagnola del tesoro» a Portobelo, odierna Panama. Dopo il carico di beni preziosi, avrebbe dovuto raggiungere Cuba dove una scorta francese l’attendeva per il viaggio di ritorno in Spagna, passando per Cartagena. Nello stesso periodo la flotta britannica preparò un’incursione nei Caraibi, con 4 navi da guerra al comando dell’ammiraglio Charles Wager. Si appostò alle isole Rosario, un piccolo arcipelago poco distanti dalle coste di Cartagena, coperte dalla penisola di Barù. Gli spagnoli durante le ricognizioni si accorsero della presenza del nemico, tuttavia avevano necessità di salpare dal porto di Cartagena per raggiungere rapidamente L’Avana a causa dell’avvicinarsi della stagione degli uragani. Così il comandante del «San José» José Fernandez de Santillàn decise di levare le ancore la mattina dell’8 giugno. Poco dopo la partenza le navi spagnole furono intercettate dai galeoni della Royal Navy a poca distanza da Barù, dove iniziò l’inseguimento. Il «San José» fu raggiunto dalla «Expedition», la nave ammiraglia dove si trovava il comandante della spedizione Wager. Seguì un cannoneggiamento ravvicinato dove gli inglesi ebbero la meglio sul galeone colmo di merce preziosa. Una cannonata colpì in pieno la santabarbara, la polveriera del galeone spagnolo che si incendiò venendo inghiottito dai flutti in pochi minuti. Solo una dozzina di marinai si salvarono, su un equipaggio di 600 uomini. L’ammiraglio britannico, la cui azione sarà ricordata come l’«Azione di Wager» non fu tuttavia in grado di recuperare il tesoro della nave nemica, che per tre secoli dormirà sul fondo del Mare dei Caraibi .
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