2025-04-08
Crosetto vede Erdogan ad Ankara. Summit su Difesa e deterrenza Nato
Recep Tayyip Erdogan e Guido Crosetto ad Ankara (Getty Images)
Il ministro italiano incontra anche il suo omologo turco: hanno discusso delle crisi in Medio Oriente, Balcani e Nord Africa (soprattutto Libia). Sul tavolo c’è pure il dossier sui droni della joint venture Leonardo-Baykar.Ieri il ministro della Difesa, Guido Crosetto, è atterrato ad Ankara per «una serie di incontri istituzionali» incentrati sulla situazione mediorientale, oltre che sulla cooperazione tra il nostro Paese e la Turchia. Durante la missione, come comunicato dalla stessa presidenza turca, il ministro italiano ha incontrato anche Recep Tayyip Erdogan. «Con il presidente abbiamo parlato di Difesa e deterrenza della Nato, del continente europeo e delle possibili cooperazioni tra le nostre forze armate»: così il ministro Crosetto al termine del summit.Si tratta di una visita ufficiale che è coerente con le ultime dichiarazioni di Crosetto. Solamente una settimana fa, il 4 aprile, aveva avvertito: «Non mi preoccupa la situazione in Ucraina, ma il Medio Oriente». Il monito era arrivato in occasione dell’insediamento del consigliere Fabio Mattei come segretario generale della Difesa, con il ministro che aveva anche condiviso i suoi timori inerenti alla situazione regionale poco incoraggiante: «Sono drammaticamente preoccupato dei tempi in cui viviamo e mi preoccupa che non ci sia una percezione diffusa di questi tempi difficili».Prima di Erdogan, Crosetto ha avuto un bilaterale con l’omologo turco, Yasar Guler: sul tavolo c’erano le questioni internazionali più urgenti, come confermato dal ministero della Difesa italiano. Si legge, infatti, su X: «Preziosa occasione di approfondimento su temi di interesse comune con il collega turco Yasar Guler. Condivisa la preoccupazione sulla crisi in atto, in particolare in Medio Oriente. Focus anche sulla situazione in Siria e Africa». Ma il colloquio si è anche soffermato sul contesto fragile che avvolge i vicini della Turchia nell’Europa Sudorientale, visto che, sempre sullo stesso canale social, si è fatto riferimento alla «comune volontà di promuovere il dialogo e stabilità dai Balcani al Medio Oriente». Sul tavolo, oltre ai dossier su sicurezza e Difesa, dovrebbero essere stati affrontati nel dettaglio gli ultimi sviluppi del conflitto israelo-palestinese, così come la questione libica, senza tralasciare la crescente tensione in Libano e nel Mar Rosso. Ma centrale nei colloqui è stata anche la collaborazione tra Italia e Turchia sotto l’ombrello della Nato, in direzione di progetti volti a disinnescare un’escalation.Ma il dialogo, che conferma le relazioni cordiali tra i due Paesi, potrebbe avere coinvolto anche gli ultimi aggiornamenti sulla cooperazione industriale nel settore della difesa. Al 6 marzo risale infatti il memorandum d’intesa tra Leonardo e Baykar, in cui si è stabilita la nascita di una joint venture italo turca che mira a creare droni avanzati, tra cui l’Akinci e il TB2, con un inizio previsto nel 2026 e con le attività collocate tra Italia e Turchia. Un accordo di grande rilevanza strategica con Roma e Ankara deputate a svolgere un ruolo fondamentale nei sistemi unmanned, vale a dire privi di pilota, a livello europeo nonché internazionale. Crosetto, aveva celebrato l’intesa dichiarando: «La firma dell’accordo con Baykar rappresenta un passo significativo verso una cooperazione innovativa e solida tra due eccellenze dell’industria della Difesa». E aveva anche ribadito: «In un mondo in rapido mutamento, il rapporto tra Italia e Turchia è destinato a divenire sempre più centrale».Alle visioni comuni, però, si sovrappongono anche elementi di contrasto che potrebbero incrinare i rapporti, come il supporto turco ad Hamas.Tornando alla giornata di ieri, la missione dovrebbe precedere il vertice intergovernativo Italia-Turchia fissato per la prossima settimana, il 17 aprile, nella Capitale italiana, dove è attesa anche la partecipazione del presidente turco Recep Tayyip Erdogan. Il condizionale è d’obbligo perché pare che l’evento non sia ancora del tutto confermato: secondo le fonti di Agenzia Nova, il vertice potrebbe essere posticipato.In Turchia, Crosetto era già stato sei mesi fa. A Istanbul aveva incontrato sempre il ministro della Difesa turco e anche in quell’occasione, inevitabilmente, il focus era stato sul Medio Oriente. Il ministero della Difesa italiano aveva comunicato su X: «Costruttivo incontro con omologo turco Yasar Guler. In particolare sulla crisi in Libano, comune impegno per de-esclation e immediato cessate il fuoco. La Turchia riveste un ruolo fondamentale nell’area».Dunque, a differenza del bilaterale di ieri, il meeting del 23 ottobre 2024, abbracciava un ambito più circoscritto. Ma, rispetto allo scorso anno, la visita di Crosetto si inserisce anche in una cornice di tensioni interne al Paese. Domenica, a seguito dell’arresto del rivale di Erdogan, Ekrem Imamoglu, il Partito popolare repubblicano (Chp) si è riunito in un congresso straordinario, richiedendo le elezioni anticipate a novembre e avviando anche una raccolta firme contro il presidente turco. Il caso di Imamoglu ha dato il via a proteste antigovernative nelle piazze delle città turche, con centinaia di migliaia di persone coinvolte. E il Chp ha annunciato che le manifestazioni avranno luogo ogni settimana.
Chuck Schumer (Getty Images)
Matteo Bassetti (Imagoeconomica)
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La Fondazione per la scuola italiana, ente non profit finanziato da privati, ha lanciato un bando da 600mila euro per sostenere le venti filiere più significative del modello di formazione tecnico-professionale 4+2. L’iniziativa è realizzata con il supporto scientifico dell’Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa (Indire).
Con l’ultimo Decreto legge Scuola, il percorso 4+2 — che consente di conseguire il diploma in quattro anni e proseguire con due anni di specializzazione presso gli ITS Academy — è entrato a regime, affiancando i tradizionali percorsi quinquennali. Il bando è rivolto agli istituti capofila che abbiano sottoscritto un accordo di rete con gli altri soggetti della filiera. Le candidature devono essere presentate entro il 24 ottobre e saranno valutate da una commissione di esperti nominata dalla Fondazione.
La graduatoria terrà conto di diversi criteri, tra cui il numero di ore di laboratorio nelle discipline STEM e nelle imprese, la progettazione di unità didattiche interdisciplinari, la formazione specifica dei docenti, il sistema di monitoraggio, i progetti di economia circolare e quelli di internazionalizzazione. Le venti filiere vincitrici, selezionate nel limite di cinque per indirizzo e tre per regione, potranno investire i fondi per rafforzare la didattica innovativa, avviare programmi di scambio con l’estero e potenziare l’orientamento dei diplomati.
«L’obiettivo non è solo premiare i progetti più efficaci, ma diffondere buone pratiche replicabili a livello nazionale», ha spiegato il presidente della Fondazione, Stefano Simontacchi, sottolineando anche l’attenzione alle aree svantaggiate nella ripartizione dei fondi.
Secondo Francesco Manfredi, presidente di Indire, il consolidamento del modello 4+2 passa da «un accompagnamento scientifico qualificato, monitoraggi costanti e un lavoro metodologico condiviso». L’obiettivo è costruire percorsi formativi capaci di rispondere meglio alle esigenze culturali e professionali delle nuove generazioni.
Il bando si inserisce nell’accordo tra la Fondazione e Indire per l’attuazione del Piano nazionale di accompagnamento alla sperimentazione della filiera tecnologico-professionale. Parallelamente, la Fondazione porta avanti il programma EduCare per sostenere singole scuole con progetti su laboratori didattici, efficientamento energetico e sicurezza infrastrutturale.
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