- Nel Paese sempre più vittima delle infiltrazioni islamiste in quasi tutti gli strati della società, anche questo Natale è vietato esporre esporre il Bambinello e la Sacra Famiglia.
- I vandali a Lorient hanno distrutto statue di santi e la Natività, a Rouen hanno abbattuto un pinnacolo di una facciata. Insulti con la vernice sui muri di una parrocchia di Parigi.
- Riduttivo attribuire tutte le colpe della progressiva secolarizzazione della Francia alle sole leggi transalpine sulla laicità. Anche i cattolici d’Oltralpe, e una parte delle loro gerarchie, hanno qualche responsabilità.
- Secondo l’Institut Pèlerin du Patrimoine tra il 2000 e il 2019 in Francia sono state demolite 45 chiese. Per l’Osservatorio del Patrimonio Religioso tra 2.500 e 5.000 edifici rischiano di essere abbandonati, venduti o distrutti entro il 2030.
Nel Paese sempre più vittima delle infiltrazioni islamiste in quasi tutti gli strati della società, anche questo Natale è vietato esporre esporre il Bambinello e la Sacra Famiglia.I vandali a Lorient hanno distrutto statue di santi e la Natività, a Rouen hanno abbattuto un pinnacolo di una facciata. Insulti con la vernice sui muri di una parrocchia di Parigi.Riduttivo attribuire tutte le colpe della progressiva secolarizzazione della Francia alle sole leggi transalpine sulla laicità. Anche i cattolici d’Oltralpe, e una parte delle loro gerarchie, hanno qualche responsabilità.Secondo l’Institut Pèlerin du Patrimoine tra il 2000 e il 2019 in Francia sono state demolite 45 chiese. Per l’Osservatorio del Patrimonio Religioso tra 2.500 e 5.000 edifici rischiano di essere abbandonati, venduti o distrutti entro il 2030.Lo speciale contiene quattro articoli.Secondo un’interpretazione molto restrittiva della legge del 1905 sulla «separazione tra le Chiese e lo Stato», vari giudici hanno condannato gli enti locali che avevano «osato» esporre il Bambinello e la Sacra Famiglia. Quest’anno è toccato a Perpignan e Beziers, due comuni amministrati da maggioranze rette dal Rassemblement National (Rn) di Marine Le Pen o dai suoi alleati.Anche nel 2022, le sentenze sono arrivate dopo i ricorsi presentati da associazioni di sinistra. Tra queste figura la Ldh, la Lega dei diritti umani che, con una procedura d’urgenza avviata davanti al Tar di Montpellier, ha fatto condannare il comune di Perpignan, reo di aver allestito un presepe nel municipio. A nulla è servito a ricordare ai giudici che l’iniziativa rientrava nel patrimonio culturale catalano, proprio della cittadina francese. Come riportato dal quotidiano cattolico La Croix, l’avvocato difensore del comune mediterraneo, Delphine Joubes, ha fatto notare questa specificità. Ma, la legale della Ldh, l’avvocato Sophie Mazas, è riuscita a far respingere questo elemento con una giustificazione ai confini della realtà. Secondo l’avvocato della Lega dei diritti umani, «effettivamente in Catalogna c’è la tradizione di pessèbre (termine catalano che significa presepe, ndr), ma in questo caso abbiamo tutte le caratteristiche religiose con Maria, Giuseppe e i re magi, contrari alla legge del 1905». Quindi, per ricapitolare, in Francia è intollerabile porre in un luogo pubblico dei semplici pupazzetti che ricordino anche lontanamente l’esistenza di Gesù Cristo, la sua nascita da una donna. Tuttavia (quasi) nessuno trova niente da ridire quando, praticamente ogni anno Anne Hidalgo, il sindaco socialista di Parigi, augura ai cittadini di confessione musulmana «una buona festa dell’Aïd el-Fitr», che segna la fine del mese del Ramadan. Praticamente nessuno ha fiatato anche l’8 settembre 2020 quando il sindaco ecologista di Lione, Grégory Doucet, ha rifiutato di partecipare alla cerimonia del Voeux des echevins. L’evento ricorda ogni anno un voto alla Madonna fatto nel 1643 dall’allora capo della città, perché Lione venisse risparmiata dall’epidemia di peste che stava mietendo vittime in tutta Europa. È interessante notare che giusto 24 ore dopo aver boicottato la cerimonia cristiana, Doucet ha preso parte alla posa della prima pietra di una nuova moschea in un quartiere sensibile di Lione. Evidentemente per il primo cittadino dell’antica capitale della Gallia, la sua scelta era normale. Tanto è vero che il sindaco è arrivato anche a scrivere su Twitter che «le autorità pubbliche hanno il dovere di proteggere coloro che non vogliono praticare (una religione). O che non vogliono credere (ad una divinità)». La frase era accompagnata da una foto scattata alla posa della prima pietra, che qualcuno ha interpretato come un messaggio rassicurante inviato ai lionesi di fede islamica.Tornando ai presepi vietati, va ricordato che in Francia gli scontri tra i favorevoli e i contrari al Bambinello si ripetono praticamente ogni anno, con risultati alterni. Lo scorso 16 novembre, il sindaco Rn di Beaucaire, Julien Sanchez ha inaugurato un presepe leggermente provocatorio. Per la realizzazione dell’opera sono stati impiegati circa trecento santon, come si chiamano statuine in francese. Pastorelli, artigiani, angeli, pecorelle, ma non la Sacra Famiglia. All’inaugurazione del presepe, il primo cittadino ha ricordato la vicenda dell’Ocean Viking, approdata giusto qualche giorno prima a Tolone. Sanchez ha dichiarato che in quel momento “sul Rodano era presente l’ Ocean Santons (con a bordo Maria, Giuseppe, i re magi e un bambino prossimo alla nascita) una nave in difficoltà che ha chiesto di approdare nel porto più vicino (Beaucaire appunto). Nei prossimi giorni - ha aggiunto il sindaco - il Centro Comunale di Azione Sociale dovrà pronunciarsi sull’opportunità di accogliere la nave per consentire il parto nel nostro presepe, nelle migliori condizioni”.Il presepe senza natività allestito a Beaucaire, potrà far sorridere ma è la dimostrazione dell’integralismo laicista che irriga tutte le istituzioni repubblicane francesi e che scatta solo quando c’è in ballo qualche riferimento, anche lontano, al cristianesimo. Il paragone farà senz’altro gridare allo scandalo tutti quei francesi che si riempiono la bocca con la parola laicité, ma le reazioni degli inflessibili funzionari transalpini che pretendono la rimozione di presepi dai luoghi pubblici ricorda quella della polizia dei costumi iraniana, ma al contrario. Nell’ex Persia i funzionari di questa brigata speciale della polizia, vigilano sui cittadini affinché si attengano alle regole dell’islam. In Francia invece, guai ad avere anche semplice riferimento sbiadito alla fede cristiana in un ambito pubblico, sarebbe un affronto alla “religione” repubblicana nata a Parigi ai tempi dei Lumi. E’ interessante notare che questi stessi funzionari, di solito, non fiàtano quando delle Femen o le attiviste di altre organizzazioni simili vanno ad urinare a seno nudo nelle chiese. Queste manifestazioni non costano molto e apportano visibilità. Più difficile sarebbe protestare, ad esempio, contro la pratica delle mutilazioni sessuali che, in Francia, è purtroppo in continua crescita (*) soprattutto tra le donne di origine africana. E così, al di là delle alpi la Ldh - un’associazione che dice di battersi per la difesa dei diritti dell’uomo - ritiene che la presenza di una statuetta di Gesù Cristo appena nato costituisca un pericoloso attentato ai diritti fondamentali. Le ragioni di questa ostinata cristofobia vanno al di là delle leggi della République. Forse alcuni teologi ed esorcisti potrebbero fornire delle spiegazioni su questo timore che lo Stato francese nutre nei confronti di Gesù. Ma il discorso sarebbe lungo. Noi ci limitiamo a constatare ciò che praticamente ogni anno a Natale al di là delle Alpi dove, un tempo, viveva la “figlia primogenita della Chiesa cattolica” e dove ora il Figlio di Dio non è più il benvenuto.(*) Nota. Secondo un rapporto del 2019 di Santé Publique France : “In Francia, a metà degli anni 2000 una prima misurazione indiretta stimava che circa 60.000 donne adulte avevano subito una Mgf (Mutilazione Genitale Femminile)” [...] “stimiamo che all’inizio degli anni 2010, circa 125.000 donne adulte « mutilate » vivevano in Francia. Questo aumento nell’arco di 10 anni si spiega con la femminilizzazione della popolazione migrante e con l’invecchiamento delle « seconde generazioni».<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem3" data-id="3" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/cristianesimo-sta-soccombere-francia-2659000970.html?rebelltitem=3#rebelltitem3" data-basename="chiese-e-presepi-sfregiati-in-tutto-il-paese" data-post-id="2659000970" data-published-at="1671871111" data-use-pagination="False"> Chiese e presepi sfregiati in tutto il Paese A pochi giorni da Natale, varie chiese francesi sono diventate il bersaglio di atti vandalici e profanazioni. L’ultimo, in ordine di tempo, è avvenuto giovedì nella chiesa di Sant’Anna d’Arvor nella città di Lorient, nel sud della Bretagna. Approfittando della pausa pranzo di un carpentiere che stava effettuando delle riparazioni nel luogo di culto, uno o più individui hanno distrutto diversi simboli religiosi. Come hanno mostrato le immagini diffuse da vari media, le statue della Vergine Maria, quella di Santa Teresa del Bambino Gesù e di Santa Giovanna d’Arco sono state ridotte in mille pezzi dopo essere state scaraventate a terra. Anche dei ceri sono stati spezzati e il presepe allestito nella chiesa è stato deturpato. Le statue di San Giuseppe e Sant’Anna, sono state risparmiate ma solo perché erano più pesanti per essere spostate dai vandali. Nella notte tra il 19 e il 20 dicembre scorsi, invece, alcuni individui hanno scritto con lo spray degli insulti sulle porte della chiesa di San Rocco, in pieno centro a Parigi a due passi dal museo del Louvres. Le foto delle scritte lasciano pensare che gli autori della degradazione siano vicini agli ambienti anarchici. In effetti, i vandali hanno scritto insulti e tirato in ballo «nazisti francesi» e «finti nobili». Sempre il 19 dicembre, a Rouen, il capoluogo della Normandia, due giovani ubriachi hanno scalato le pareti della chiesa di San Macuto e hanno fatto cadere dal tetto un pinnacolo che è andato in mille pezzi. I giovani, che avevano anche rubato delle bevande alcoliche in un negozio di alimentari vicino alla chiesa, sono stati fermati. Non è ancora chiaro se la distruzione del pinnacolo sia stata volontaria o solo legata all’effetto dell’alcool, ma il danno al patrimonio è importante visto che la chiesa è stata costruita tra il XV e il XVI secolo. Il 20 dicembre, nella chiesa della Trinità posta in un quartiere «caldo» di Bordeaux, sono state trovate sei biglie d’acciaio vicino a un doppio vetro interno. Inoltre, sono stati notati ben diciassette segni di impatto di oggetti (tipo sassi o biglie metalliche appunto), sempre sullo stesso vetro che comunque ha parzialmente resistito ai colpi. All’inizio di dicembre nel Puy-de-Dome - la regione attorno a Clermont-Ferrand - sono state scoperte le tracce di un principio d’incendio nella chiesa dedicata a San Giovanni, del Comune di Ambert. Qualcuno ha tentato di incendiare delle foglie utilizzando le candele votive. Le autorità comunali hanno disposto la chiusura della chiesa, quando non vi si celebrano delle funzioni, perché l’atto vandalico è il secondo dello stesso tipo, scoperto nell’edificio religioso in meno di due mesi. Ma i fatti più gravi sono avvenuti a Cannes nella notte tra il 21 e il 22 novembre. Qualcuno si è introdotto nella chiesa di San Giuseppe e ha profanato il Santissimo Sacramento presente nel tabernacolo. L’atto vandalico ha reso necessaria una messa di riparazione, celebrata lo scorso 2 dicembre dal vescovo di Nizza, monsignor Jean-Philippe Nault. Gli attacchi alle chiese francesi avvengono in un contesto estremamente teso e confermato dallo stesso ministro dell’interno, Gérald Darmanin, lo scorso 12 dicembre. Il titolare del Viminale transalpino ha parlato di minacce terroristiche a livello «molto elevato» e ha annunciato di aver «chiesto a poliziotti e gendarmi duna vigilanza particolare e una presenza a piedi rafforzata davanti ai luoghi di culto» cristiani ed ebraici, in occasione di Natale e di Hanukkah. <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/cristianesimo-sta-soccombere-francia-2659000970.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="cattolici-complici-della-secolarizzazione-oltralpe" data-post-id="2659000970" data-published-at="1671729706" data-use-pagination="False"> Cattolici «complici» della secolarizzazione Oltralpe La separazione delle Chiese e dello Stato è uno dei pilastri su cui si fonda lo Stato francese. La legge che ha introdotto questo principio è stata promulgata il 9 dicembre 1905. Poi con la nascita della Quinta Repubblica, fortemente voluta dal generale Charles De Gaulle, la laicità è diventata un principio costituzionale ripreso dal primo articolo della legge fondamentale francese.Paradossalmente, la laicità è diventata una specie di «religione laica» praticata scrupolosamente da istituzioni e funzionari pubblici francesi, soprattutto quando ci sono richiami al cristianesimo nei luoghi pubblici. Sarebbe però riduttivo attribuire tutte le colpe della progressiva secolarizzazione della Francia alle sole leggi transalpine sulla laicità. Anche i cattolici d’Oltralpe, e una parte delle loro gerarchie, hanno qualche responsabilità. Non si tratta di voler trovare la pagliuzza nell’occhio del vicino senza vedere la trave presente nel proprio. Tuttavia non si può non constatare che, soprattutto dagli anni ‘80 in poi, molti cattolici francesi si sono un po’ intiepiditi. Così facendo si sono a poco a poco piegati alla relativizzazione della loro fede, promossa dalle istituzioni francesi, in particolare quando sono state guidate dalla sinistra. Nel 1981 François Mitterrand è diventato il primo presidente di sinistra della Quinta Repubblica. Durante il suo mandato e quello del suo successore Jacques Chirac, vari governi socialisti si sono succeduti a Palazzo Matignon (l’equivalente francese di Palazzo Chigi).Questo raffreddamento della fede di molti cattolici ha avuto delle conseguenze, di segno opposto, all’interno della stessa Chiesa francese perché, nonostante tutto, tanti fedeli cercavano risposte. Da un lato, tra i cattolici sensibili a valori di sinistra, sono cresciuti o sono stati fondati movimenti come la Joc (Gioventù Operaia Cristiana) o Emmaüs. Dall’altro, in particolare a destra, si sono sviluppate realtà come la corrente integralista di Monsignor Marcel Lefebvre, scomunicato nel 1988 dalla Santa Sede.Nonostante la ricerca di risposte di fede, negli ultimi trent’anni, una parte dei vescovi non si è sempre dimostrata sensibile alle richieste dei fedeli. Certi prelati sono sembrati più attenti a conformarsi alle esigenze repubblicane piuttosto che a ribadire le verità evangeliche. Non di rado, ad esempio, si sono visti dei vescovi intervenire in trasmissioni televisive con le insegne della Legione d’Onore, fieramente appuntate alla giacca. Tra il 2013 e il 2014, in occasione della mobilitazione di migliaia di cattolici contro la proposta di legge per il matrimonio tra persone dello stesso sesso, le gerarchie ecclesiastiche francesi sono state piuttosto discrete per non dire “pilatesche”. In effetti, nell’ottobre 2014, l’allora presidente della Conferenza Episcopale Francese (Cef), Monsignor Georges Pontier aveva dichiarato al quotidiano La Croix, che poiché La Manif Pour Tous (il movimento contro la proposta di legge, ndr) non era un movimento della Chiesa “non rientra nel mio ruolo commentare la scelta politica di manifestare in strada”. Il prelato aveva anche aggiunto che i vescovi transalpini erano “impegnati in un processo di riflessione piuttosto che nella lotta contro una legge futura” perché i capi delle diocesi non si collocavano “sul piano politico ma sul piano antropologico”. Nonostante numerose manifestazioni pacifiche - talvolta represse con i lacrimogeni dall’allora ministro dell’interno Manuel Valls che non si è fermato nemmeno davanti alla presenza nei cortei di bambini e famiglie - la proposta è diventata legge e, poco a poco, ha portato all’estensione della procreazione medicalmente assistita alle coppie di lesbiche e alle donne sole. <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem2" data-id="2" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/cristianesimo-sta-soccombere-francia-2659000970.html?rebelltitem=2#rebelltitem2" data-basename="nel-paese-transalpino-ci-sono-sempre-meno-chiese" data-post-id="2659000970" data-published-at="1671729706" data-use-pagination="False"> Nel Paese transalpino ci sono sempre meno Chiese Anche dal punto di vista della presenza fisica e visibile della Chiesa, alcune diocesi si sono arrese alle difficoltà legate alla gestione e al mantenimento degli immobili destinati al culto. Secondo l’Institut Pèlerin du Patrimoine - un blog legato al settimanale cattolico Pèlerin - tra il 2000 e il 2019, in Francia sono state demolite 45 chiese. Per l’Osservatorio del Patrimonio Religioso (Opr), al di là delle Alpi ci sono da 2.500 a 5.000 edifici che rischiano di essere abbandonati, venduti o distrutti entro il 2030. Queste cifre rappresentano un’ulteriore conseguenza della legge del 1905 che ha attribuito la proprietà delle chiese ai comuni, e delle cattedrali allo Stato. Quindi se le amministrazioni locali non hanno fondi (magari in ossequio al principio della laicità o perché è meno interessante elettoralmente ristrutturare una chiesa che costruire case popolari) e le diocesi nemmeno, gli edifici di culto rischiano di subire gli effetti del tempo. Ma non va nemmeno dimenticato che, in certe diocesi, trovare un prete è diventata un’impresa quasi impossibile. Da un lato le vocazioni sono in forte calo ma, dall’altro, è il funzionamento stesso delle parrocchie che non risponde alla missione affidata ai sacerdoti. Concretamente, ogni lunedì, in molte diocesi di Francia i preti sono indisponibili perché devono “recuperare” le energie dopo aver celebrato le messe della domenica. Durante le vacanze scolastiche (due settimane di pausa ogni sei di lezione, ndr) la frequenza delle celebrazioni è ridotta al lumicino. Come se la chiesa fosse un ufficio postale che rispetta orari ridotti. Persino in occasione delle grandi feste, come Natale o Pasqua, in molte chiese si celebra una sola messa. Questo non vale solo per le parrocchie rurali ma anche per molte di quelle urbane.dirige le Service pastoral d'études politiquesNon c’è quindi da sorprendersi se, padre Laurent Stalla-Bourdillon, direttore del Servizio Pastorale degli Studi Politici della Chiesa francese, ha scritto lo scorso 3 novembre, in una tribuna pubblicata dal settimanale cattolico La Vie, qualcosa che sembrava una marcia funebre per la Chiesa cattolica al di là delle Alpi. Il sacerdote ha parlato senza mezzi termini della «scomparsa imminente di una figura familiare: una chiesa costruita attorno ad un clero che serve le parrocchie, offrendo come cammino di santificazione, la vita dei sacramenti». Secondo il padre Stalla-Bourdillon la fede cristiana si esprimerà attraverso un non meglio precisato «sacramento dei fratelli e le sorelle, la cui umanità salvata in Cristo diventa nuovamente il cuore della testimonianza». In altre parole, persino per questo esponente della Chiesa di Francia, si potrà fare a meno dei sacramenti e, magari anche delle chiese. Non c’è da sorprendersi dunque se essere cristiani in Francia, nel 2022, non sia un’impresa facile. Fortunatamente, da qualche tempo, ci sono dei giovani che hanno iniziato a restaurare crocifissi - in francese chiamati calvaires - sparsi nelle campagne francesi. Si sono riuniti in un’associazione battezzata Sos Calvaires. Nonostante la loro giovane età questi ragazzi sembrano aver capito che anche i segni esteriori del cristianesimo possono sostenere la fede. Forse sarà anche grazie a questi ragazzi se la fede cristiana continuerà a covare sotto la brace anche nella Francia raffreddata dalla secolarizzazione.
Roberto Vannacci (Ansa)
- Il Carroccio cinque anni fa si era attestato al 22% mentre in questa tornata, pur schierando il generale, il passo indietro è stato molto evidente. Nel centrodestra serpeggiano critiche: «Qui, se ti presenti con retoriche estreme, non ti ascoltano».
- Zaia avvisa FdI: «Sono un problema? Allora vedrò di renderlo reale».
Lo speciale contiene due articoli.
Elly Schlein con Eugenio Giani (Ansa)
Povera matematica: per superare il centrodestra, la segretaria Pd, che non voleva nemmeno Giani, s’inventa le preferenze cumulative. E spara: «Se sommiamo Toscana, Marche e Calabria prendiamo più del governo».
(Ansa)
Bombole di gas e quel che resta di molotov sono state rinvenute nella casa colonica esplosa a Castel d'Azzano, nel veronese. I Vigili del fuoco hanno recuperato 5 bombole che erano state collocate in più stanze della casa e ora si trovano accatastate nel cortile.
La casa era satura di gas fatto uscire, si presume, da più bombole vista la potente deflagrazione che ha fatto crollare lo stabile. Ad innescare la miccia sarebbe stata la donna, mentre i due fratelli si sarebbero trovati in una sorta di cantina e non in una stalla come si era appreso in un primo momento. Tutti e tre si erano barricati in casa. Nell'esplosione hanno perso la vita 3 carabinieri e sono risultate ferite 15 persone tra forze dell'ordine e vigili del fuoco. (NPK) CC
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Mario Venditti. Nel riquadro, Silvio Sapone in una foto agli atti dell’inchiesta di Brescia (Ansa)
Gli ex carabinieri della Procura Spoto e Sapone si contraddicono su ordini ricevuti e attività di indagine nell’inchiesta su Sempio del 2017. I due erano alle dipendenze dell’ex magistrato indagato per corruzione.