2024-09-08
La crisi va dal tessile alla siderurgia: sono 32 i tavoli aperti al ministero
Linea di produzione di un impianto siderurgico (Imagoeconomica)
Mesi decisivi per numerosi dossier come ex Ilva, La Perla, Candy Haier e Conbipel.Chiusa la pausa estiva si apre la stagione del rinnovo dei contratti e delle vertenze. Il termometro dell’economia segna un lieve miglioramento. C’è una sostanziale stabilità come indicano lo spread mai così rassicurante e tutti gli indicatori in moderata crescita, dal Pil all’occupazione e alle esportazioni. L’industria però resta debole, come indica l’ultimo report del centro studi di Confindustria e come confermano i 32 tavoli di crisi aziendali aperti al ministero del made in Italy guidato da Adolfo Urso. La partita più spinosa è quella dell’automotive. La flessione della vendita delle auto getta un’ombra scura sul tavolo del prossimo 17 settembre, quando Stellantis dovrà esprimersi sul futuro del progetto della gigafactory di Termoli. Oltre 2.000 lavoratori sono in attesa di passare dalla produzione di motori endotermici alle batterie. Il piano si è arenato a giugno scorso quando il gruppo guidato da Carlos Tavares ha chiesto più tempo per valutare la produzione di batterie più performanti. Ma ora i dati sulle vendite delle vetture elettriche rischiano di allontanare questo traguardo. Quella sarà anche l’occasione per fare il punto sul futuro degli stabilimenti di Stellantis in Italia, tutti al momento con ammortizzatori sociali. Da Conbipel a Elecrolux Italia e a Italtel, passando per Ferrarini-Vismara e Italia green factory (ex sito Whirlpool di Napoli), da Almaviva a Natuzzi, da Candy all’ex Ilva, sono migliaia i posti di lavoro a rischio, oltre alle 32 crisi aziendali ci sono 23 dossier sui quali il ministero sta facendo il monitoraggio. In totale, i lavoratori coinvolti sono 58.000 e arrivano a 200.000 considerando le imprese dell’indotto. Le aree di crisi maggiori come numero di occupati sono quelle della ex Ilva, della Whirlpool di Emea, di Porto Torres e della ex Lukoil in Sicilia. La situazione è in divenire e nelle ultime settimane sono stati fatti passi avanti. Un esempio in questo senso sono gli accordi raggiunti recentemente per la ex Blutech e per lo stabilimento Marelli di Crevalcore. Il ramo bolognese dell’azienda è stato ceduto alla Tecnomeccanica. A fine luglio inoltre è stata trovata la quadra per il rilancio del sito campano di Bagnoli con il trasferimento della Rosandra a Msc. In tutti i casi è stata garantita la salvaguardia dell’occupazione. Al di là delle singole situazioni, ci sono settori in maggiore difficoltà come, oltre al già citato automotive, elettrodomestici, termomeccanica, siderurgia, produzione di energia e comparti elettrico, telecomunicazioni, chimico, petrolchimico e raffinazione. Per l’ex Ilva, a fine luglio il ministro delle Imprese ha firmato l’autorizzazione alla pubblicazione del bando per la manifestazione di interesse per l’acquisizione dei beni e delle attività aziendali in amministrazione straordinaria (Avs). Entro il 20 settembre i soggetti interessati dovranno trasmettere la documentazione necessaria. Riflettori accesi anche sulla moda. Il ministero punta a stringere anche per La Perla, brand bolognese dell’intimo di lusso, in crisi da anni. Dopo l’incontro a inizio agosto, è stato fissato al 10 settembre il termine dell’accordo per la cessione del marchio e dello stabilimento a un imprenditore interessato alla ripresa della produzione. A rischio circa 500 lavoratrici.Per la moda è aperto un tavolo permanente. In Toscana, soltanto per questo comparto, la Regione ha stimato che servirebbe un allungamento degli ammortizzatori sociali per 8.000 lavoratori. A questi vanno sommati altri 4.000 posti con vertenze aperte: la Gkn alla siderurgia di Piombino, la Sanac a Massa, la cooperativa di pescatori di Orbetello, la Whirpool a Siena.Un’altra area di forte presenza manifatturiera in crisi è la Brianza. La Fim Cisl indica i casi della Fimer di Vimercate, dove oltre 100 dipendenti rischiano il licenziamento per la cessazione delle attività, e la Candy Haier, con sede a Brugherio, che ha annunciato altri 110 esuberi.
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