2020-10-15
Ci vogliono rubare il Natale
Aumentano i contagi, ma è boom di asintomatici. Nel frattempo gli esperti lanciano allarmi e preparano il colpo di grazia all'economia. Il premier tentenna e scarica: «Dipende tutto dalla comunità nazionale». Natale con i tuoi, ma neanche tutti. Specie se non facciamo i bravi. Mancano più di due mesi alla festa più amata, soprattutto da commercianti e albergatori, e siamo già all'allarmismo più sfrenato. La pattuglia dei virologi, guidata dal Cassandra capo Andrea Crisanti, ha prontamente avvertito la nazione che «un lockdown a Natale è nell'ordine delle cose». E il garante in capo dell'ordine delle cose, il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, in poche ore è passato da una ferma contrarietà a una nuova quarantena a un più levantino «io faccio il possibile per evitarla, ma molto dipende dalla comunità nazionale». Chi negli anni scorsi ha messo in guardia dall'ascesa al potere delle tecnocrazie aveva sottovalutato che il gioco del cerino, almeno nell'Italia delle classi dirigenti spesso irresponsabili, non passerà mai di moda. Il Natale agli arresti domiciliari dipende dal comportamento della «comunità nazionale». Cioè da noi, in balia dell'ultimo sapientone che parla. E di una nuova ondata di Dpcm in materia di diritti costituzionali, in modo da aspettare la famosa immunità di gregge diventando, intanto, gregge. Che i contagi siano in aumento da settimane è indubbio ed è bene chiarire subito che l'uso delle mascherine e di un maggior buon senso sarebbe utile. Si può campare qualche mese senza andare allo stadio, partecipare a feste e dedicarsi a inutili transumanze in treno o in aereo. Specie se questa prudenza e questi piccoli sacrifici possono servire a difendere il diritto a uscire di casa, spostarsi, andare a lavorare, fare la spesa, studiare, mantenere un minimo di vita sociale e affettiva, essere curati anche per patologie ben più gravi del Covid-19, come un tumore o una cardiopatia. Ma che per fare questo serva seminare il terrore è tutto da vedere. Per Crisanti, siamo di fronte a un bivio: «Così come siamo, il sistema è saturo. Via via che i casi aumentano, la capacità di contact tracing e di fare tamponi diminuisce e si entra in un circolo vizioso che fa aumentare la trasmissione del virus». E per il virologo dell'università di Padova, bisogna intervenire con divieti più pesanti di quelli appena emessi da Giuseppi e dal ministro Roberto Speranza, altrimenti «tra 15 giorni non vorrei trovarmi a discutere di 15.000 casi al giorno», come ha detto a Rainews24. Non pago di aver previsto un aumento dei morti nel giro di 20 giorni, Crisanti chiede «un'inversione di tendenza» come se fossimo tutti in spiaggia con l'anguria, altrimenti «un lockdown a Natale è nell'ordine delle cose». A suo dire, l'esempio da seguire sarebbe quello del Regno Unito, che ha annunciato una quarantena in occasione delle prossime vacanze scolastiche. Una scelta non basata sui numeri, ma meramente prudenziale. Del resto la Gran Bretagna, ben lontana dalla fobia italiana per la pandemia cinese e dalle manie di controlli polizieschi sulla salute dei suoi cittadini, è anche il Paese che chiede 14 giorni di autoisolamento se hai fatto anche un semplice scalo aereo ad Amsterdam. Salvo lasciarti liberamente infettare chiunque, su treni e metropolitane, se però lasci la nazione prima delle due settimane. Meno terrorista di Crisanti, ma pur sempre ansiogeno, l'altro televirologo Walter Ricciardi. Il consulente di Speranza la vede male: «Qualche giorno fa ho stimato che se non si fossero prese misure come quelle che stiamo prendendo adesso si sarebbe potuto arrivare a novembre a 16.000 casi» al giorno, si autocita a Tv2000. E sempre alla tv dei vescovi, profetizza che «in realtà il ritmo di crescita è talmente forte che potremmo arrivarci anche prima». Mentre Patrizio Pezzotti, epidemiologo dell'Iss, ritiene che «la curva dei decessi tra un paio di settimane è destinata a sfiorare le tre cifre».Anche Fabrizio Pregliasco agita lo spettro di un nuovo lockdown nel periodo Natale, tanto per mettere definitivamente in ginocchio quel che resta di un'economia italiana che nel 2020, parola del Fondo monetario internazionale, perderà il 10,6% (il ministro Roberto Gualtieri, che non fa il virologo, crede in un Pil a -9%). Il direttore sanitario dell'Istituto Galeazzi di Milano spiega a Rai Radio 2 che per evitare una nuova quarantena è necessario scovare più asintomatici possibile e ritornare al «galateo che abbiamo usato nel primo lockdown per scongiurare il secondo». Fuori dal coro la voce di Giorgio Palù, ex presidente delle Società italiana ed europea di virologia. Tocca rinchiudersi per Natale, se si vuole fermare il coronavirus? «Macché», dice Palù all'Adnkronos, «bisogna solo implementare il distanziamento, che è l'arma più potente, e va attuata sempre. Non solo nelle scuole, ma anche nei supermercati e sui mezzi pubblici. La ragionevolezza e il buonsenso, purtroppo, non sono contagiosi». Certo, governare con la paura è più comodo. E oltre a conteggiare come morti per Covid chiunque, come ha raccontato questo giornale, il giochino passa sul contrabbandare per «contagiati» i positivi. Positivi che, per altro, possono anche non essere contagiosi. Ma lo stesso Conte, che nei giorni scorsi ha assicurato più volte gli industriali e le imprese commerciali che non ci saranno più «lockdown generalizzati», ora si nasconde dietro formule più fumose. «Se il numero delle persone negli ospedali continuerà a salire andremo di nuovo in difficoltà», dice da Capri il premier, «e per questo dobbiamo fermare la curva. Alcuni virologi sostengono che il lockdown sia inevitabile? Io faccio il possibile per evitarlo, ma molto dipende dalla comunità nazionale». Insomma, fate i bravi. Intanto già solo l'effetto psicologico di vedere solo mascherine per strada induce a una certa depressione. Oltre al fatto che Conte ha ripreso a sformare dpcm, alla faccia del Parlamento. Il resto lo fanno i Crisanti con le loro profezie natalizie.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)
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