2025-05-26
Crescono i medici e gli infermieri gettonisti, lo studio dell’Anac
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Il presidente dell‘Autorità anticorruzione Giuseppe Busia: «C’è l’esigenza di una più ampia valorizzazione delle professionalità interne».Cresce il valore dei contratti e degli AQ/Convenzioni. Rispetto al 2023, è aumentato del 20%, passando da 35,2 a 42,3 milioni di euro. Gli infermieri a gettone crescono anche di più (+ 49%). Il valore dei contratti e degli AQ/Convenzioni è passato da 3,9 a 5,8 milioni di euro. Ha registrato un trend crescente anche l’importo complessivo dei contratti e delle adesioni ad AQ/Convenzioni delle stazioni appaltanti del SSN per acquisire la disponibilità di medici a gettone, aumentato nel 2024, rispetto al 2023, del 7%, con un impiego di risorse pubbliche di oltre 42 milioni di euro. Diversamente, l’importo impegnato per garantirsi la disponibilità di «infermieri a gettone» nel 2024, comparativamente all’anno precedente, è diminuito del 21%, assorbendo, comunque, risorse pubbliche pari a 8,7 milioni di euro.I dati emergono dalla Relazione annuale dell’Autorità Nazionale Anticorruzione presentata alla Camera lo scorso 20 maggio.Il fenomeno, analizzato nel Secondo Rapporto sul personale sanitario esternalizzato, pubblicato da Anac il 25 febbraio 2025, resta centrale anche dopo la fine ufficiale dell’emergenza sanitaria dichiarata dall’Oms il 5 maggio 2023. L’Autorità evidenzia come l’esternalizzazione del personale sanitario – avviata durante la pandemia – sia ormai strutturale e continui a generare effetti distorsivi sul mercato dei contratti pubblici, aumentando i costi e riducendo la qualità dei servizi.Il presidente Giuseppe Busia, intervenendo sul tema, ha ribadito “l’esigenza di una più ampia valorizzazione delle professionalità interne, da selezionare mediante concorsi meritocratici e capaci di attrarre i nostri giovani migliori». Ha inoltre segnalato il rischio di «dipendenza da fornitori unici» anche in altri ambiti, come l’acquisto di macchinari sanitari a basso costo compensati da «onerosissimi servizi di manutenzione”.Oltre alla questione dei gettonisti, nella relazione Anac ha affrontato temi trasversali relativi alla spesa pubblica e alla trasparenza degli appalti: i ritardi nell’attuazione del Pnrr, con spese inferiori al 30% in diversi settori; il ricorso massiccio agli affidamenti diretti, pari al 98% degli acquisti di servizi e forniture; e il calo del 38,9% degli appalti di lavori pubblici rispetto al 2023.Il valore complessivo degli appalti pubblici nel 2024 è stato di 271,8 miliardi di euro, con 267.000 procedure di gara e una flessione del 4,1% rispetto al 2023. In crescita invece le forniture di prodotti farmaceutici, con un aumento del 37,2% e oltre 40 miliardi di euro spesi nell’anno.Osservando la categoria più ampia dei contratti di «fornitura di personale», che secondo l’Anac potrebbe includere gran parte dei gettonisti, si scopre che il valore complessivo delle convenzioni è passato da 158 a 406,5 milioni di euro, con una crescita enorme del 157%.Il problema è che nel decreto Bollette approvato dalla Camera il 9 maggio 2023 si prevedeva che i contratti di affitto per medici e infermieri dovessero esaurirsi entro un anno. Eppure, due anni dopo, le corsie italiane sono ancora piene di gettonisti. Nessuna scadenza è stata rispettata.È anche vero purtroppo che con 10.000 medici e 30.000 infermieri mancanti, senza coop molti ospedali chiuderebbero. Difficile assumere però considerato quello che succede negli ospedali. Nel giugno 2024 la ASL di Vicenza offriva solamente 40 euro lordi all’ora per un neurochirurgo specializzato. Secondo il sindacato Cimo, 4 medici su 10 sono pronti a lasciare il posto fisso per diventare gettonisti, percentuale che sale al 50% tra gli under 35. Un primario, sotto anonimato, come riporta La Stampa, ha raccontato di colleghi che si organizzano in pullman, accumulano gettoni in tre o quattro turni di fila, lavorano fino allo stremo e poi tornano a casa con 5.000 euro in tasca.Peccato che come evidenzia Pierino Di Silverio, segretario nazionale dell’Anaao Assomed, «le cooperative non effettuano selezioni, ci finiscono anche neolaureati o medici specializzati in altre discipline». Ma la responsabilità civile è a carico dell’ASL, non della cooperativa.