2024-09-21
Crescono i dubbi sull’auto elettrica. A rischio gli obiettivi del Green deal
Indagine PwC: a frenare sono prezzi elevati, poche ricariche e fine dei sussidi.I prezzi elevati delle auto, la scarsa diffusione di colonnine e la fine degli incentivi nei principali mercati Ue, pesano sulla diffusione delle vetture elettriche che in Europa è inferiore del 35% e in Italia del 50% rispetto alle stime fatte solo tre anni fa. Nei primi otto mesi la quota di mercato nell'Ue è passata dal 21,4% al 19,2%, mentre nel solo mese di agosto le vendite di elettriche sono crollate del 44% con la quota di mercato che si è ridotta di un terzo al 14%. Sono i dati che emergono dall’ultima edizione dello studio eReadiness, un’indagine sulle intenzioni e i comportamenti di acquisto di 17.000 consumatori in 27 paesi, fra cui l'Italia presentato ieri a Milano da PwC Italia. Il calo di vendite di vetture elettriche ha evidenziato le diverse velocità con cui l'Europa sta affrontando la transizione. l paesi del Nord tra cui Norvegia, Svezia e Olanda si confermano leader nella cosiddetta e-mobility con una quota di immatricolato elettrico tra il 45% ed il 90%. Seguono a distanza i principali Paesi dell’Europa centrale come Francia e Germania, che si attestano tra il 18% e 25% di penetrazione dell’elettrico ma con un andamento in contrazione rispetto all’anno precedente. Soprattutto in Germania che nei primi otto mesi, anche a causa della fine degli incentivi, ha registrato un calo delle vendite di veicoli elettrici del 32%, compensata solo in parte dalla crescita dei veicoli ibridi plug in (+9,1%). Resta indietro il sud Europa, con l’Italia che si conferma fanalino di coda con una quota del 7,2% di vetture elettriche ad agosto in calo rispetto all’8,6% dello stesso periodo dell'anno precedente.«L’adozione delle vetture elettriche in Europa è inferiore del 50% rispetto alle stime fatte solo tre anni fa e questo oggi rende irraggiungibili gli obiettivi di riduzione delle emissioni fissati dall’Ue», ha sottolineato Francesco Papi di PwC Italia che ha curato la quinta edizione dello studio. «La Ue è in ritardo di almeno 8 anni rispetto alla Norvegia, dove siamo sopra all’80%. Serve un cambio di velocità», spiega Papi. «Se tutti i paesi europei adottassero la stessa velocità della Norvegia gli obiettivi slitterebbero di un paio di anni, mentre alla velocità di oggi le zero emissioni non sarebbero ipotizzabili prima del 2040», aggiunge. Guardando alla domanda, lo studio ha diviso i potenziali clienti in tre gruppi: i proprietari (owners), quelli interessati all’acquisto nei prossimi 5 anni (prospects) e gli scettici (sceptics). Ebbene, calano per la prima volta gli interessati all'acquisto, i «prospects», dal 69% al 61% (30% sull’orizzonte di due anni) a vantaggio di una crescita significativa del numero degli scettici dal 28% al 35%, segno di maggiore incertezza dei consumatori e di un rallentamento dell'interesse verso l’elettrico. I principali ostacoli? L'autonomia ancora limitata nonostante un aumento medio del 20% negli ultimi modelli, i lunghi tempi di ricarica e il costo dei veicoli. Oltre la metà degli intervistati considera accettabile un'autonomia di 300-400 km e tempi di ricarica sotto i 20 minuti.Fra i segmenti di auto risultano particolarmente penalizzati sul fronte del prezzo i modelli più compatti in fascia A-B, che in Italia valgono un terzo del mercato. «Il segmento D, quello dei veicoli di grandi dimensioni, è l’unico in cui l'elettrico costa meno del termico, complice il taglio dei prezzi avviato da Tesla che domina il segmento. I segmenti A-B invece rischiano di essere dominati dai marchi cinesi. I dazi non servono, penalizzano i consumatori. La battaglia con la Cina si combatte sull’innovazione», aggiunge Papi «Ci vogliono uno sforzo delle case auto europee per chiudere il gap competitivo e un sostegno alla domanda»
(Ansa)
L'ad di Cassa Depositi e Prestiti: «Intesa con Confindustria per far crescere le imprese italiane, anche le più piccole e anche all'estero». Presentato il roadshow per illustrare le opportunità di sostegno.
Carlo Nordio, Matteo Piantedosi, Alfredo Mantovano (Ansa)