Ben 11 milioni di cittadini usano i servizi digitali. Fra quelli più apprezzati, la gestione dei sinistri e la segnalazione delle scadenze. Intesa Sanpaolo punta sempre più sulla banca assicurazione con prodotti come Xme protezione, dedicata a casa, famiglia e salute.
Ben 11 milioni di cittadini usano i servizi digitali. Fra quelli più apprezzati, la gestione dei sinistri e la segnalazione delle scadenze. Intesa Sanpaolo punta sempre più sulla banca assicurazione con prodotti come Xme protezione, dedicata a casa, famiglia e salute.Il rapporto tra gli italiani e il mondo assicurativo sta cambiando. Storicamente il popolo del Belpaese non è mai stato tra i più attivi quando si parla di polizze assicurative. Ora, però, l'innovazione digitale sta rivoluzionando il sistema e in Italia, secondo l'osservatorio Fintech & insurtech (nato da una collaborazione tra la School of management del Politecnico di Milano e Nielsen Italia), nel nostro Paese sono almeno 11 milioni le persone - il 25% della popolazione italiana fra i 18 e i 74 anni - che hanno provato servizi digitali che interessano il mondo bancario e assicurativo. Un numero in forte crescita, +54%, rispetto anche solo a 12 mesi fa, quando la percentuale si attestava intorno al 16%.Tutti i servizi fintech & insurtech sono molto apprezzati, ad esempio la possibilità di gestire i sinistri da smartphone, l'attivazione di assicurazione istantanee e l'accesso a un finanziamento da smartphone o pc. Per l'offerta assicurativa via Internet, le funzioni più importanti indicate dagli utenti sono la segnalazione della scadenza della polizza, la possibilità di controllare le informazioni relative alle coperture e la gestione degli eventuali sinistri. Per i prodotti assicurativi la preferenza degli italiani è netta: ben il 78% si affiderebbe a società assicurative per il ramo salute. Ma tra i giovani, il 14% sceglierebbe le banche, il 13% le associazioni di categoria, il 9% i servizi postali o le big tech o le startup, il 5% gli operatori di telefonia, il 4% i siti di ecommerce e l'1% i produttori di smartphone o le catene di supermercati.Lanciando il progetto di espansione nel ramo danni, Nicola Fioravanti, responsabile della divisone insurance di Intesa Sanpaolo, aveva sottolineato come l'obiettivo fosse quello di «rispondere alle sfide contemporanee, trasformando l'offerta e il modello di business, per proseguire nel nostro ruolo a supporto delle famiglie italiane, dato che, in Italia, la propensione alla copertura assicurativa sta crescendo, ma resta comunque un gap rilevante rispetto ad altri Paesi europei: oltre il 75% degli italiani, ad esempio, possiede un'abitazione di proprietà, ma soltanto una minoranza la assicura adeguatamente».Gli assicuratori, in sostanza, puntano a essere veri partner nella gestione del rischio delle famiglie e delle imprese e, per affrontare questa sfida, il gruppo Intesa Sanpaolo ha deciso di sviluppare ulteriormente il proprio canale distributivo nella prospettiva della banca assicurazione, per seguire il cliente dal credito alla protezione del patrimonio, dal risparmio e dall'investimento alla salute e alla previdenza.Proprio in quest'ottica Intesa Sanpaolo assicura, società guidata dall'ad e dg Alessandro Scarfò, ha ideato Xme protezione (si legge «Per me»), quello che viene definito un «prodotto ombrello» che racchiude in sé diversi settori che stanno a cuore a chi sceglie una polizza: casa, famiglia e salute.Si tratta di un unico contratto assicurativo che consente al cliente di acquistare, togliere, aggiungere e modificare diverse garanzie e servizi a seconda dell'esigenza e del momento e per il quale è previsto un meccanismo di scontistica (che consente di ottenere una riduzione dei premi al crescere delle protezioni acquistate). Gli sconti possono variare da un minimo del 5% (per chi compra due moduli), fino al 30% (per chi ne compra almeno sette).In poche parole, si tratta di una sorta di prodotto «componibile» formato da elementi (in totale quelli disponibili sono 20) che rappresentano le possibili esigenze dell'assicurato.Il modulo salute comprende: malattie gravi, interventi chirurgici, infortuni, danni estetici, indennizzo fratture, perdita dell'anno scolastico a causa di un infortunio, prevenzione, diagnostica e consulenza medica.Quello legato alla casa intende proteggere l'immobile e il suo contenuto da eventi come incendio, allagamento derivante da rottura di tubi, fenomeni elettrici e furto. C'è poi la parte legata alla famiglia: danni a terzi nella vita quotidiana, tutela in caso di scippo o rapina, supporto legale in caso di controversie.Del resto da tempo il gruppo Intesa Sanpaolo ha deciso di premere l'acceleratore sul mondo assicurativo e sul concetto di banca assicurazione. Tanto che alla fine del 2018 ha deciso di introdurlo anche su tutte le vetrine delle filiali del gruppo.La stretta collaborazione tra la divisione insurance e quella della banca dei territori, con oltre 4.000 filiali e più di 30.000 gestori, voluta all'interno del piano industriale 2018-2021, consentirà quindi a Intesa di introdurre un nuovo modello di consulenza assicurativa su cui il gruppo punta molto.Per questo Ca' de Sass dopo aver inserito circa 220 specialisti della protezione assicurativa ha avviato un programma di formazione dedicato ai propri oltre 30.000 gestori, con l'introduzione anche di sistemi incentivanti. Per fare tutto ciò, la banca investirà 300 milioni di euro nel prossimo triennio in tecnologia e iniziative di comunicazione.Nel futuro di diverse altre banche sta emergendo attenzione anche verso il settore assicurativo. È di certo un vantaggio per gli istituti di credito, che possono così ampliare il loro raggio d'azione, ma anche per i correntisti, che in questo modo riescono a proteggersi con più facilità in caso di imprevisti.
Nadia e Aimo Moroni
Prima puntata sulla vita di un gigante della cucina italiana, morto un mese fa a 91 anni. È da mamma Nunzia che apprende l’arte di riconoscere a occhio una gallina di qualità. Poi il lavoro a Milano, all’inizio come ambulante e successivamente come lavapiatti.
È mancato serenamente a 91 anni il mese scorso. Aimo Moroni si era ritirato oramai da un po’ di tempo dalla prima linea dei fornelli del locale da lui fondato nel 1962 con la sua Nadia, ovvero «Il luogo di Aimo e Nadia», ora affidato nelle salde mani della figlia Stefania e dei due bravi eredi Fabio Pisani e Alessandro Negrini, ma l’eredità che ha lasciato e la storia, per certi versi unica, del suo impegno e della passione dedicata a valorizzare la cucina italiana, i suoi prodotti e quel mondo di artigiani che, silenziosi, hanno sempre operato dietro le quinte, merita adeguato onore.
Franz Botrè (nel riquadro) e Francesco Florio
Il direttore di «Arbiter» Franz Botrè: «Il trofeo “Su misura” celebra la maestria artigiana e la bellezza del “fatto bene”. Il tema di quest’anno, Winter elegance, grazie alla partnership di Loro Piana porterà lo stile alle Olimpiadi».
C’è un’Italia che continua a credere nella bellezza del tempo speso bene, nel valore dei gesti sapienti e nella perfezione di un punto cucito a mano. È l’Italia della sartoria, un’eccellenza che Arbiter celebra da sempre come forma d’arte, cultura e stile di vita. In questo spirito nasce il «Su misura - Trofeo Arbiter», il premio ideato da Franz Botrè, direttore della storica rivista, giunto alla quinta edizione, vinta quest’anno da Francesco Florio della Sartoria Florio di Parigi mentre Hanna Bond, dell’atelier Norton & Sons di Londra, si è aggiudicata lo Spillo d’Oro, assegnato dagli studenti del Master in fashion & luxury management dell’università Bocconi. Un appuntamento, quello del trofeo, che riunisce i migliori maestri sarti italiani e internazionali, protagonisti di una competizione che è prima di tutto un omaggio al mestiere, alla passione e alla capacità di trasformare il tessuto in emozione. Il tema scelto per questa edizione, «Winter elegance», richiama l’eleganza invernale e rende tributo ai prossimi Giochi olimpici di Milano-Cortina 2026, unendo sport, stile e territorio in un’unica narrazione di eccellenza. A firmare la partnership, un nome che è sinonimo di qualità assoluta: Loro Piana, simbolo di lusso discreto e artigianalità senza tempo. Con Franz Botrè abbiamo parlato delle origini del premio, del significato profondo della sartoria su misura e di come, in un mondo dominato dalla velocità, l’abito del sarto resti l’emblema di un’eleganza autentica e duratura.
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A rischiare di cadere nella trappola dei «nuovi» vizi anche i bambini di dieci anni.
Dopo quattro anni dalla precedente edizione, che si era tenuta in forma ridotta a causa della pandemia Covid, si è svolta a Roma la VII Conferenza nazionale sulle dipendenze, che ha visto la numerosa partecipazione dei soggetti, pubblici e privati del terzo settore, che operano nel campo non solo delle tossicodipendenze da stupefacenti, ma anche nel campo di quelle che potremmo definire le «nuove dipendenze»: da condotte e comportamenti, legate all’abuso di internet, con giochi online (gaming), gioco d’azzardo patologico (gambling), che richiedono un’attenzione speciale per i comportamenti a rischio dei giovani e giovanissimi (10/13 anni!). In ordine alla tossicodipendenza, il messaggio unanime degli operatori sul campo è stato molto chiaro e forte: non esistono droghe leggere!
Messi in campo dell’esecutivo 165 milioni nella lotta agli stupefacenti. Meloni: «È una sfida prioritaria e un lavoro di squadra». Tra le misure varate, pure la possibilità di destinare l’8 per mille alle attività di prevenzione e recupero dei tossicodipendenti.
Il governo raddoppia sforzi e risorse nella lotta contro le dipendenze. «Dal 2024 al 2025 l’investimento economico è raddoppiato, toccando quota 165 milioni di euro» ha spiegato il premier Giorgia Meloni in occasione dell’apertura dei lavori del VII Conferenza nazionale sulle dipendenze organizzata dal Dipartimento delle politiche contro la droga e le altre dipendenze. Alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, a cui Meloni ha rivolto i suoi sentiti ringraziamenti, il premier ha spiegato che quella contro le dipendenze è una sfida che lo Stato italiano considera prioritaria». Lo dimostra il fatto che «in questi tre anni non ci siamo limitati a stanziare più risorse, ci siamo preoccupati di costruire un nuovo metodo di lavoro fondato sul confronto e sulla condivisione delle responsabilità. Lo abbiamo fatto perché siamo consapevoli che il lavoro riesce solo se è di squadra».





