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Covid 19-aborto, Pro Vita & Famiglia: «È la nuova cultura sanitaria: aborti sì, chemio forse»

Covid 19-aborto, Pro Vita & Famiglia: «È la nuova cultura sanitaria: aborti sì, chemio forse»

«È il paradosso della nuova cultura sanitaria: pensare di differire parte dell'attività programmata per i pazienti oncologici ed eliminare invece appena richiesto i bambini indesiderati nel grembo materno. Chiediamo al ministro della Salute, Roberto Speranza, in un momento tanto delicato e di emergenza sanitaria per il Paese, di spiegare agli italiani secondo quale terrificante logica sarebbe stato disposto che una struttura ospedaliera del territorio nazionale, al verificarsi di un caso di Covid19 nell'area di riferimento, possa rimandare tutte le operazioni chirurgiche non strettamente indispensabili e non gli aborti» hanno dichiarato Toni Brandi e Jacopo Coghe, presidente e vice presidente di Pro Vita & Famiglia. «Vogliamo denunciare la discutibile decisione presa dal ministero di far rientrare gli aborti tra le urgenze e di escludere invece altre cure - hanno poi proseguito - perché mette in luce, meglio di mille parole, la tragica opzione di morte scelta dal nostro Servizio Sanitario Nazionale». «Se da un lato, infatti, si fa di tutto con il massimo impegno e con meritorio spirito di abnegazione per salvare le vite dei malati di coronavirus, dall'altro si sente l'urgenza di non consentire lo sviluppo di embrioni e feti come se la vita non iniziasse dal concepimento. L'assurdità è che quasi tutte le operazioni chirurgiche sembrano bloccate eccetto l'interruzione di gravidanza. Ci chiediamo a questo punto se sia la cultura di morte che guida la nostra sanità oppure l'urgenza di salvare quante più vite possibile, come tanti medici, infermieri e operatori sanitari stanno facendo egregiamente in queste ore di emergenza» ha concluso Pro Vita & Famiglia.

Fs aumenta gli investimenti e la puntualità
Stefano Donnarumma, ad di Fs
L’ad Stefano Donnarumma presenta le nuove strategie: pronti 18 miliardi per il 2025 e progetti per 177 miliardi fino al 2034. La flotta verrà rinnovata e si punterà su digitalizzazione della rete e apertura ai privati. Matteo Salvini rilancia i cantieri e il Ponte di Messina.

Investimenti per 18 miliardi nel 2025, 7 di questi solo per il Pnrr. Cifre senza precedenti per il gruppo Fs come spiegato dall’amministratore delegato Stefano Donnarumma ieri in occasione della presentazione del Piano strategico 2025-2029. «Questi risultati rappresentano le fondamenta della traiettoria di lungo periodo delineata nell’aggiornamento del Piano strategico, che prevede ulteriori investimenti per 177 miliardi di euro nel periodo 2026-2034. Il prossimo anno puntiamo a superare il target dei 18 miliardi», mentre per quanto riguarda gli obiettivi al 2029, nonostante una perdita iniziale pari a 200 milioni di euro nel 2024, restano gli stessi: «20 miliardi di euro di ricavi, 3,5 miliardi di euro di Ebitda e un risultato netto pari a 500 milioni di euro, coerenti con la traiettoria di crescita prevista per i prossimi anni», ha commentato presentandosi sul palco vestito da ferroviere per «trasmettere l’orgoglio e l’emozione di essere ferrovieri e italiani».

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Lista d’attesa lunga per avere le cure: chiede l’eutanasia. E il Canada gliela dà
Iniezione letale (iStock)
Donna affetta da una patologia rara, ma non grave, si deprime per le tempistiche dell’operazione e ottiene l’ok al fine vita.

Una donna affetta da una malattia rara, ma tutt’altro che in fin di vita bensì semplicemente stanca di aspettare l’intervento chirurgico di cui avrebbe bisogno, arriva a chiedere - e ottiene - la morte assistita. Sembra assurdo che un caso simile possa esistere e, probabilmente, lo è. Peccato sia una storia vera: quella che vede suo malgrado protagonista Jolene Van Alstine, 37 anni, residente nella provincia canadese del Saskatchewan. La donna soffre da otto anni di iperparatiroidismo primario normocalcemico, una malattia paratiroidea molto rara ma curabile. Il punto è che nel Saskatchewan pare non ci siano chirurghi in grado di eseguire l’operazione di cui ha bisogno. Per questo, la trentasettenne deve essere indirizzata fuori provincia, ma non può ottenere un’indicazione senza prima essere visitata da un endocrinologo e - di quelli della sua zona, alcune decine - nessuno accetta nuovi pazienti.

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Marco Scatarzi e Lorenzo Cafarchio raccontano boicottaggi, accuse grottesche e tentativi di censura tra fiere del libro e festival. Perché il pluralismo diventa un problema solo quando non è di sinistra?

La strage silente delle miocarditi da vaccini
Vaccini (iStock)
È provato che il farmaco usato per il Covid, specie nei soggetti giovani, possa causare microlesioni rilevabili solo con esami mirati. Spesso la sintomatologia è nulla: arriva solo un’aritmia improvvisa e fatale. Eppure la «scienza» dà dei cialtroni alle tante vittime.

Il malore improvviso ha un nome. La mio/pericardite associata ai vaccini a mRna contro Sars-CoV-2, è un fenomeno epidemiologicamente ben documentato, in particolare nei maschi tra 12 e 29 anni. Studi pubblicati su The Lancet, Nature, Jama hanno confermato infatti un aumento dell’incidenza rispetto ai tassi di background pre-Covid, soprattutto nella settimana successiva alla seconda dose.

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