Covid 19-aborto, Pro Vita & Famiglia: «È la nuova cultura sanitaria: aborti sì, chemio forse»

Covid 19-aborto, Pro Vita & Famiglia: «È la nuova cultura sanitaria: aborti sì, chemio forse»

«È il paradosso della nuova cultura sanitaria: pensare di differire parte dell'attività programmata per i pazienti oncologici ed eliminare invece appena richiesto i bambini indesiderati nel grembo materno. Chiediamo al ministro della Salute, Roberto Speranza, in un momento tanto delicato e di emergenza sanitaria per il Paese, di spiegare agli italiani secondo quale terrificante logica sarebbe stato disposto che una struttura ospedaliera del territorio nazionale, al verificarsi di un caso di Covid19 nell'area di riferimento, possa rimandare tutte le operazioni chirurgiche non strettamente indispensabili e non gli aborti» hanno dichiarato Toni Brandi e Jacopo Coghe, presidente e vice presidente di Pro Vita & Famiglia. «Vogliamo denunciare la discutibile decisione presa dal ministero di far rientrare gli aborti tra le urgenze e di escludere invece altre cure - hanno poi proseguito - perché mette in luce, meglio di mille parole, la tragica opzione di morte scelta dal nostro Servizio Sanitario Nazionale». «Se da un lato, infatti, si fa di tutto con il massimo impegno e con meritorio spirito di abnegazione per salvare le vite dei malati di coronavirus, dall'altro si sente l'urgenza di non consentire lo sviluppo di embrioni e feti come se la vita non iniziasse dal concepimento. L'assurdità è che quasi tutte le operazioni chirurgiche sembrano bloccate eccetto l'interruzione di gravidanza. Ci chiediamo a questo punto se sia la cultura di morte che guida la nostra sanità oppure l'urgenza di salvare quante più vite possibile, come tanti medici, infermieri e operatori sanitari stanno facendo egregiamente in queste ore di emergenza» ha concluso Pro Vita & Famiglia.

  • Un’indagine guidata dall’Istituto Mario Negri conferma l’evidenza: la risposta anticorpale degli individui dipende dal loro assetto genetico. Quindi i preparati Pfizer e Astrazeneca non dovevano essere obbligatori, come invece imposto da Speranza.
  • Zhang Yongzhen è stato cacciato dal suo laboratorio: ora vi si è accampato davanti.

Lo speciale contiene due articoli.

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L’avvio dei lavori a Roma in vista del Giubileo del 2025 era partito con grandi annunci, ma adesso, come prevedibile, sono moltissimi i nodi venuti al pettine. Lo stato dell’arte a pochi mesi dalla prevista fine di questo enorme cantiere che è diventato la città di Roma, suscita più di qualche preoccupazione. Mancano poco meno di otto mesi all’apertura della Porta Santa a San Pietro, prevista la sera del 24 dicembre 2024 ma solo il 27% delle opere risulta conclusa. Gli interventi al momento in corso 57 sui 218 previsti dall’ultima rimodulazione, al netto di 13 di cui è stata chiesta la cancellazione dal programma.

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Con il Pnrr, i risultati delle prove non saranno più anonimi ma entreranno nel curriculum digitale degli alunni. Così quell’esito condizionerà per sempre le loro opportunità di carriera. Infischiandosene delle fasi di crescita.
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