Covid 19-aborto, Pro Vita & Famiglia: «È la nuova cultura sanitaria: aborti sì, chemio forse»

Covid 19-aborto, Pro Vita & Famiglia: «È la nuova cultura sanitaria: aborti sì, chemio forse»

«È il paradosso della nuova cultura sanitaria: pensare di differire parte dell'attività programmata per i pazienti oncologici ed eliminare invece appena richiesto i bambini indesiderati nel grembo materno. Chiediamo al ministro della Salute, Roberto Speranza, in un momento tanto delicato e di emergenza sanitaria per il Paese, di spiegare agli italiani secondo quale terrificante logica sarebbe stato disposto che una struttura ospedaliera del territorio nazionale, al verificarsi di un caso di Covid19 nell'area di riferimento, possa rimandare tutte le operazioni chirurgiche non strettamente indispensabili e non gli aborti» hanno dichiarato Toni Brandi e Jacopo Coghe, presidente e vice presidente di Pro Vita & Famiglia. «Vogliamo denunciare la discutibile decisione presa dal ministero di far rientrare gli aborti tra le urgenze e di escludere invece altre cure - hanno poi proseguito - perché mette in luce, meglio di mille parole, la tragica opzione di morte scelta dal nostro Servizio Sanitario Nazionale». «Se da un lato, infatti, si fa di tutto con il massimo impegno e con meritorio spirito di abnegazione per salvare le vite dei malati di coronavirus, dall'altro si sente l'urgenza di non consentire lo sviluppo di embrioni e feti come se la vita non iniziasse dal concepimento. L'assurdità è che quasi tutte le operazioni chirurgiche sembrano bloccate eccetto l'interruzione di gravidanza. Ci chiediamo a questo punto se sia la cultura di morte che guida la nostra sanità oppure l'urgenza di salvare quante più vite possibile, come tanti medici, infermieri e operatori sanitari stanno facendo egregiamente in queste ore di emergenza» ha concluso Pro Vita & Famiglia.

Edicola Verità | la rassegna stampa del 9 maggio

Ecco #EdicolaVerità, la rassegna stampa podcast del 9 maggio con Flaminia Camilletti

Dagli Usa, amico del Sud globale. Il vero enigma è la Cina
Donald Trump (Ansa)
L’elezione favorita da Timothy Dolan. Donald Trump: «Non vedo l’ora di incontrarlo», nonostante le critiche a J.D. Vance. E Vladimir Putin si dice «fiducioso».
Sarà un altro Bergoglio?
Leone XIV (Getty images)
Il nuovo Papa è un americano a lungo missionario in Perù: Robert F. Prevost. Smentiti molti vaticanisti che puntavano su Parolin o Zuppi. Ha scelto di chiamarsi Leone XIV. Vicino a Francesco, tuttavia non è un gesuita ma un seguace di Sant’Agostino: fede e ragione. E forse meno «piacione». Speriamo
Un Leone guiderà la Chiesa. Prevost, il primo yankee: «La pace sia con tutti voi». Sarà un altro Francesco?
Leone XIV (Getty images)
Il discorso ai fedeli del nuovo Papa: «Il male non prevarrà, siamo nelle mani di Dio». Poi ringrazia il predecessore e fa recitare l’Ave Maria. Donald Trump: «Un onore per gli Usa».
Le Firme

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