Covid 19-aborto, Pro Vita & Famiglia: «È la nuova cultura sanitaria: aborti sì, chemio forse»

Covid 19-aborto, Pro Vita & Famiglia: «È la nuova cultura sanitaria: aborti sì, chemio forse»

«È il paradosso della nuova cultura sanitaria: pensare di differire parte dell'attività programmata per i pazienti oncologici ed eliminare invece appena richiesto i bambini indesiderati nel grembo materno. Chiediamo al ministro della Salute, Roberto Speranza, in un momento tanto delicato e di emergenza sanitaria per il Paese, di spiegare agli italiani secondo quale terrificante logica sarebbe stato disposto che una struttura ospedaliera del territorio nazionale, al verificarsi di un caso di Covid19 nell'area di riferimento, possa rimandare tutte le operazioni chirurgiche non strettamente indispensabili e non gli aborti» hanno dichiarato Toni Brandi e Jacopo Coghe, presidente e vice presidente di Pro Vita & Famiglia. «Vogliamo denunciare la discutibile decisione presa dal ministero di far rientrare gli aborti tra le urgenze e di escludere invece altre cure - hanno poi proseguito - perché mette in luce, meglio di mille parole, la tragica opzione di morte scelta dal nostro Servizio Sanitario Nazionale». «Se da un lato, infatti, si fa di tutto con il massimo impegno e con meritorio spirito di abnegazione per salvare le vite dei malati di coronavirus, dall'altro si sente l'urgenza di non consentire lo sviluppo di embrioni e feti come se la vita non iniziasse dal concepimento. L'assurdità è che quasi tutte le operazioni chirurgiche sembrano bloccate eccetto l'interruzione di gravidanza. Ci chiediamo a questo punto se sia la cultura di morte che guida la nostra sanità oppure l'urgenza di salvare quante più vite possibile, come tanti medici, infermieri e operatori sanitari stanno facendo egregiamente in queste ore di emergenza» ha concluso Pro Vita & Famiglia.

Lecornu mazziato già prima del panettone?
Sebastien Lecornu (Ansa)
Il premier succeduto a sé stesso nel giro di poche ore recluta ben 34 ministri: molti macronisti, non c’è Retailleau. I suoi repubblicani furiosi, lepenisti e sinistra radicale invocano subito la sfiducia. I socialisti abbozzano. L’ipotesi è che il governo veda sì e no il Natale.
Ora tocca a Kiev: Zelensky venerdì negli Usa
Volodymyr Zelensky (Ansa)
Il leader ucraino andrà alla Casa Bianca da Trump, che alla Knesset ha detto di volersi concentrare sulla Russia: «Risolveremo la situazione». L’intelligence tedesca: Mosca attaccherà la Nato. E Berlino valuta un’ulteriore esenzione sul debito per il riarmo.
Niente effetto Vannacci: Lega ferma al 5%
Roberto Vannacci (Ansa)
  • Il Carroccio cinque anni fa si era attestato al 22% mentre in questa tornata, pur schierando il generale, il passo indietro è stato molto evidente. Nel centrodestra serpeggiano critiche: «Qui, se ti presenti con retoriche estreme, non ti ascoltano».
  • Zaia avvisa FdI: «Sono un problema? Allora vedrò di renderlo reale».

Lo speciale contiene due articoli.

Schlein riesce a vincere un’elezione. Poi dà i numeri sul voto nelle Regioni
Elly Schlein con Eugenio Giani (Ansa)
Povera matematica: per superare il centrodestra, la segretaria Pd, che non voleva nemmeno Giani, s’inventa le preferenze cumulative. E spara: «Se sommiamo Toscana, Marche e Calabria prendiamo più del governo».
Le Firme

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